Via libera alle bodycam per le forze di polizia italiane: negli Usa sono obbligatorie da anni (video)
Via libera delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera a un emendamento al ddl sicurezza sulle bodycam per gli agenti di polizia. “L’approvazione dell’emendamento – sottolinea il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni – è uno straordinario risultato dalla portata storica a beneficio degli operatori di sicurezza del nostro Paese”.
“Le videocamere, per chi esercita attività di ordine pubblico, controllo del territorio, vigilanza nei siti e luoghi sensibili, a bordo treno e in ambito ferroviario, sono uno strumento di trasparenza, tutela, protezione e deterrenza indispensabile dei nostri servitori dello Stato”.
“L’introduzione delle bodycam – aggiunge Molteni – da anni oggetto di richiesta dei nostri operatori e di tutti i sindacati delle forze di polizia, da sempre in prima linea per l’applicazione di questo strumento, è la conferma dell’attenzione e del profondo senso di riconoscenza da parte del governo e del ministro Piantedosi nei confronti di chi ogni giorno con coraggio, professionalità, spirito di servizio protegge, custodisce e tutela la sicurezza dei cittadini italiani e delle nostre comunità. L’introduzione delle bodycam, unitamente al rafforzamento della tutela legale con il raddoppio dell’anticipazione prevista con un altro emendamento approvato nel pacchetto Sicurezza, rappresentano due importantissimi segnali verso le nostre forze di polizia. Un lavoro importante fatto in queste settimane di cui vado fiero e orgoglioso”.
Le bodycam sono videocamere indossabili dagli agenti durante le ore di servizio, che servono a riprendere quello che fanno e quello che accade di fronte a loro. Possono già essere utilizzate dalle forze dell’ordine, ma non sono obbligatorie e la loro diffusione è limitata.
Bodycam: le raccomandazioni del Garante della Privacy
Fino a oggi la bodycam è stata adottata in Italia da alcuni corpi di polizia municipale (in Emilia, in Piemonte ma anche in altre regioni) mentre il ministero dell’Interno aveva assegnato una dotazione in via sperimentale a 700 operatori di reparti mobili della polizia e a circa 250 militari dell’Arma. Il Viminale aveva nell’occasione già dettato le linee guida per l’uso corretto delle apparecchiature; ad esempio che le immagini registrate possono essere conservate per un periodo non superiore ai sei mesi.
Il Garante della privacy aveva a sua volta espresso alcune raccomandazioni, ad esempio vietando le registrazioni a ciclo continuo o imponendo l’immediato trasferimento delle immagini su un server per motivi di sicurezza.
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