Patrimoni sommersi ad Aquileia Film Festival, Rita Auriemma: «Eredità per le nuove generazioni»
Terza giornata di Festival ad Aquileia. Giovedì 1 agosto alle 21 è il tempo del documentario “La terra di Yrnm” (Regia: Nicola Ferrari, produzione: Anna Silvia, Obiettivo Mediterraneo) che rende omaggio a Sebastiano Tusa, archeologo subacqueo di fama internazionale scomparso, raccontando gli scavi che da vent’anni archeologi e studenti conducono sull’isola di Pantelleria.
Sul palco, intervistata da Piero Pruneti direttore di Archeologia viva, Rita Auriemma, archeologa subacquea e professore associato presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento. Auriemma ha diretto l’Erpac in Friuli Venezia Giulia dal 2015 al 2018.
Si ricorderà l’archeologo Sebastiano Tusa. È stato un grande comunicatore del patrimonio sommerso in Sicilia; un grande mediatore culturale che ha portato all’attenzione di tutti un patrimonio invisibile, che è e deve diventare bene comune. Pensiero da lei condiviso?
«Certo, l’obiettivo è l’accessibilità ampliata di una realtà spesso invisibile che invece è di tutti e deve diventare bene comune. Un patrimonio che per certi versi è lontano dal nostro immaginario collettivo perché è sommerso, in qualche modo sottratto e che deve essere restituito. Può diventare una risorse preziosa specialmente per le nuove generazioni abituate a linguaggi nuovi. Possiamo usare due strade per dare valore. O portiamo le persone al patrimonio creando parchi archeologici subacquei come quello di Baia, sentieri blu tra natura e cultura, itinerari e progetti come stiamo facendo in Puglia ed è quello che abbiamo fatto anche a Grado con il carico del relitto chiamato “Grado 2” che è stato musealizzato in situ, oppure possiamo adottare l’altra strategia, o possono convivere entrambi: narrare il patrimonio con la realtà virtuale e aumentata. Si chiama “Dry diving” la simulazione che fa vivere analoga esperienza dell’immersione, con ad esempio un visore 3d.
Lei definisce spesso l’Adriatico “intimo”.
«Prima che per me questo aggettivo appartiene al grande cantore Petrag Matvejevic’. È un’espressione bellissima. Tutto quello che io riesco a leggere su queste coste mi parla di intensi, a volte conflittuali, rapporti tra le sponde. Dalle bocche greche di Otranto questo mare è sempre stato solcato da rotte verticali, trasversali. Basti pensare alle iscrizioni raccolte dal professor Zaccaria nate da una parte dell’Adriatico e comparse dall’altra parte delle sponde. Tutto questo 2000 anni fa. Rete di dialoghi; consideriamo il numero delle imbarcazioni veneziane trovate sulla spiaggia della Puglia. C’è una lingua comune tra me e i colleghi della Dalmazia ad esempio: una specie di lingua franca dell’Adriatico. Le navi, i nomi delle barche, i nomi dei venti, le tracce archeologiche, le architetture; tutto è segno di questa intimità. È un’intimità antica. La più antica imbarcazione cucita a mano del Mediterraneo e ritrovata in mare è la barca di Zambratija (Istria croata) dell’età del Ferro, più di 3000 anni fa. Rimarrà in Adriatico fino all’età medievale. Dunque anche la tecnica carpentieristica navale ci parla di tradizione. Le navi cucite le troviamo anche ad Aquileia. Per dire che ci sono tantissimi elementi che riecheggiano da una sponda all’altra».
Aquileia e il mare. 90 anni dalla scoperta del porto fluviale…
«Definisco Aquileia un’isola nella bassa pianura del Friuli Orientale; una città-porto con un grandioso avamporto che è ora il sistema lagunare delle lagune di Grado e Marano. Grado si chiama “Gradus” cioè scalo, perché era lo scalo di questo grande sistema marino-fluviale di Aquileia che di fatto è un hub, con le merci marine che arrivavano dall’acqua come dice Strabone…»
Quali sono le priorità contemporanee di questo hub?
«Aquileia è unica nella storia. Un luogo dove le vie d’acqua di quella lunga autostrada che è l’Adriatico e le vie di terra di tutte le province romane convogliavano. Credo che la priorità sia restituirle questa unicità attraverso i progetti e la comunicazione di questo carattere unico e straordinario. Il tema dell’Aquileia e l’acqua dovrebbe essere ulteriormente comunicato e visualizzato. Bisogna sottolineare l’aspetto “marino” di Aquileia. È una città di mare lontana dal mare. Anzi meglio una città di mare con un paesaggio acquatico».