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Июль
2024

Gravi infiltrazioni di umidità nella cappella di Sant’Anna

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STRAMBINO. Il mattino di venerdì scorso, 26 luglio, giorno di Sant’Anna e Gioacchino, i fedeli si sono ritrovati per il tradizionale appuntamento annuale nella cappella di Sant’Anna, gioiellino settecentesco eccezionalmente aperto, che si affaccia sulla centrale via Somis: don Davide Damiano diceva messa. Una volta dentro, però, la brutta sorpresa spostando lo sguardo sulla parete a sinistra della navata. Ampie chiazze di umidità, da terra fino all’altezza dei banchi, hanno rivelato ai loro occhi il progressivo stato di degrado.

A quanto pare l’umidità filtra dalla proprietà privata confinante, di fatto disabitata, e “cammina” con il passare del tempo, mettendo a rischio ulteriore il piccolo edificio di culto che già sette anni fa gli stessi fedeli si impegnarono a salvare raccogliendo 35mila euro in offerte. Fu grazie alle loro donazioni infatti che nel 2017 che la chiesetta venne restaurata secondo un progetto complessivo che andò a includere un importante intervento finalizzato a portare allo stato originale il bel portone di ingresso. Ora, a preoccupare è che il progressivo degrado dell’adiacente abitazione sia visibile anche nel muro esterno. Brutto segno.

Chi abita vicino alla cappella ha lamentato il mancato interesse del privato, uno strambinese residente da molti anni a Chivasso, che non sembrerebbe intenzionato a intervenire per risolvere il grave problema delle infiltrazioni di umidità, nonostante le stesse stiano progressivamente danneggiando anche la sua stessa casa. Ma, oltre a non provvedere alla soluzione del non certo secondario problema, il proprietario dell’immobile non sarebbe neppure interessato a una sua vendita, che invece gli sarebbe stata più volte richiesta da uno dei vicini. Il problema resta tutto da risolvere in particolare per la chiesa e la pregevole facciata barocco-settecentesca appena restaurata insieme al tetto e ai pinnacoli.

«Nella spesa complessiva – aveva spiegato il progettista dei lavori, l’architetto Marco Cosentino ai tempi dell’intervento di sette anni fa – è compreso il restauro, affidato al laboratorio di restauro Antiqua, del portone, danneggiato dal tempo e da strati sovrapposti di vernice, che è stato riportato allo stato originale in legno. Siamo soddisfatti dei lavori realizzati da artigiani strambinesi e dal laboratorio di restauro – aveva aggiunto il progettista – che insieme hanno saputo ripristinare il tutto secondo il metodo che impone di riportare forme e colori allo stato originale senza lasciar intravvedere nessuna parte logora o diversificata. La facciata – aveva concluso Marco Cosentino – è stata ripristinata secondo la modalità della ricostruzione meticolosa usando materiali a base di calce per uniformarsi allo strato sottostante, e ridare così l’immagine originale alla chiesa dei Santi Anna e Gioacchino di Strambino». Sandro ronchetti