Meloni a Pechino, «la Cina smetta di sostenere la Russia»
Giorgia Meloni a Pechino innanzitutto ha affrontato la spinosa questione del sostegno di Pechino a Mosca. «Sicuramente noi siamo stati abbastanza chiari nel porre la questione, provando a ragionare insieme su quali siano gli interessi che ciascuno ha», ha dichiarato, per poi aggiungere: «Io penso che la Cina non abbia alcuna convenienza in questa fase a sostenere la capacità industriale russa, anche se come sappiamo non interviene direttamente, è evidente che questo crea una frizione perché lo abbiamo scritto in tutti i modi possibili e immaginabili e lo abbiamo ribadito e io spero che ci si renda conto che questa nazione può giocare veramente un ruolo dirimente».
«Il presidente Xi diceva ieri che la Cina lavora sempre per la convivenza pacifica tra i popoli: ecco mi piacerebbe che si facessero dei passi in questo senso», ha continuato. Non è un mistero che Washington stia da tempo cercando di convincere Pechino a non supportare Mosca. Il problema è che, negli ultimi due anni e mezzo, Cina e Russia hanno notevolmente rafforzato i loro rapporti. Il Dragone vede d’altronde nella crisi ucraina un modo per indebolire indirettamente l’Occidente e per porre Mosca in una posizione sempre più subordinata ai propri interessi geopolitici.
La Meloni si è poi occupata di Medio Oriente. «Io sono molto preoccupata per quello che sta accadendo in Libano, per il rischio di una escalation regionale, proprio mentre sembrava che ci potessero essere degli spiragli e anche questo è un elemento che va valutato. Sono in contatto con il ministro degli Esteri, sono in contatto con il governo, sono in contatto con gli alleati, bisogna continuare a passare messaggi di moderazione in questa fase», ha affermato. «La Cina sicuramente anche qui può essere un interlocutore molto importante nel lavoro per la normalizzazione nei rapporti particolarmente tra Paesi arabi e Israele per i suoi rapporti con Teheran, con Riad», ha continuato.
Pechino ha effettivamente rafforzato la propria influenza sul Medio Oriente, tanto che l’anno scorso mediò una distensione tra l’Iran e l’Arabia Saudita. Il punto è che, anche qui, la Cina lavora per arginare la linea americana in Medio Oriente. Non dimentichiamo che, negli ultimi anni, ha notevolmente rafforzato i propri legami con l’Iran. L’inquilina di Palazzo Chigi ha poi commentato la possibilità di una guerra aperta tra Israele e Libano. “Ogni volta che ci sembra di essere un po' più vicini all'ipotesi di un cessate il fuoco accade qualcosa. Significa che ci sono diversi soggetti regionali che puntano a un'escalation e che puntano sempre a costringere Israele a una reazione, lo dico anche per invitare Israele a non cadere in questa trappola”, ha detto.
Insomma, pur rilanciando le relazioni con Pechino sul piano commerciale, l’impostazione dell’attuale governo italiano resta fondamentalmente atlantista. Si cercano spazi di cooperazione col Dragone laddove possibile, ma si tengono ben presenti le linee rosse da non oltrepassare. Un atteggiamento che tutela le relazioni transatlantiche e che è in definitiva ben differente da quello incredibilmente soft tenuto dalla Francia di Emmanuel Macron.