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Июль
2024

Djokovic e Nadal, non sarà mai abbastanza (Azzolini, Cocchi, Semeraro, Martucci)

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Onore a Nadal (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Forse è stata l’ultima. Chissà…la logica non aiuta, non è un’amica cui affidarsi quando c’è da giudicare il presente con i ricordi del passato. È come un coltello a tutta lama, suggeriva Tagore, fa sanguinare chi ne viene colpito e anche chi affonda íl colpo. E la logica, oggi, imporrebbe di fermare la sfida infinita, di metterla al bando. Non ha più senso, non è più in grado di riprodursi, di ripetere se stessa…lo percepisce anche il pubblico, che di mestiere è tifoso, e ama assai poco i sofismi. Ma non era mai successo di vederlo schierato tutto da una parte solo per allungare il match, renderlo più interessante, magari appena un po’ più lungo. Non era mai successo con Djokovic e Nadal in campo, gli intramontabili che hanno ormai imboccato il viale del tramonto, sebbene in modo diverso, forse addirittura opposto […] È bene che Rafa si ricordi delle vittorie racimolate in queste ultime settimane, quando deciderà di interrogarsi su che cosa fare. Lui dice che il momento arriverà presto. Subito dopo le Olimpiadi. Continuare ancora? Rinunciare a sentirsi ancora una volta in cerca di se stesso? Difficile decisione, se è vero che Nietzche rispondeva involontariamente a Tagore adducendo che c’è sempre un grano di logica nella follia. La sessantesima sfida è andata in scena sul campo che li ha visti, in venti anni, di fronte per undici volte. Erano 30 a 29, ora il trenta è diventato trentuno. Ha vinto Djokovic, ne avevate dubbi? L’ultima volta al Roland Garros li vide di fronte nei quarti dello Slam 2022. Rafa già parlava di ritiro […] Quella dei quarti sì che ebbe i connotati di una sfida finale, eccome! I due si fronteggiarono con accanimento, facendo a sportellate, di nuovo felici di esserci e di onorare la rivalità offrendo il bis di tutti i match che avevano giocato. Il confronto si concluse all’una e un quarto della notte, quattro ore e dodici minuti di botte da orbi, con Rafa caldo di battaglia e il suo pubblico riscaldato da un’immagine abituale per chi abbia seguito le gesta del dominatore del Roland Garros, ma sorprendente per la vitalità che riusciva a mantenere a dispetto degli anni ormai passati. Quella di un campione dello sport indomabile, pronto a qualsiasi sacrificio per essere ancora lì a darci dentro, malgrado i molti dolori già gli imponessero di chiedersi, prima di ogni partita, se sarà l’ultima che potrà giocare […] Oggi restano valide le premesse, ma il fisico ha via via abbandonato gli anni in cui battersi non era una fatica, ma un divertimento. Resta l’amore per il tennis, resta la voglia di sfidare se stesso e gli avversari. Ma quando il pubblico dello Chatrier decide di prenderlo per mano e trascinarlo di nuovo nella disputa, entusiasmandosi per la veemenza con cui Rafa dà seguito a quegli incoraggiamenti e rispolvera quattro game vecchia maniera, dominando il rivale, il punteggio è già di 6-1, 4-0 a favore di Djokovic, apparso inarrivabile, seppure nella veste dimessa che può permettersi di indossare oggi. Lo sforzo di Rafa restituisce al punteggio una diversa dignità, evita il massacro […] «Djokovic non mi ha lasciato praticamente nulla. Per quasi un’ora è stato difficile digerire ciò che stava accadendo. Ma questa è la realtà dei fatti, non sono riuscito a salire al livello che sarebbe servito. Cosa che invece ha fatto lui», dice Rafa, e la dichiarazione suona quasi come uno sfogo. «Ma non è questo il momento di mollare, ho ancora il doppio con Alcaraz, e ci tengo. Poi, farò il punto della situazione e deciderò […] Sono stato due anni fermo, mi sono operato all’anca, però oggi mi sento molto meglio di una volta». Parole che lasciano speranza nei suoi tifosi. Gli viene incontro Djokovic: «È un peccato che Rafa non fosse al massimo. Malgrado ciò nel secondo
set mi ha fatto sudare. Ha dato tutto, e il pubblico si e schierato con lui. Ora mi sento sollevato. Certo, chi l’avrebbe detto che dopo venti anni ci saremmo trovati ancora una volta di fronte in una Olimpiade
» […]

Troppo Nole per l’ultimo Rafa (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

Un po’ più vecchi, scassati, spelacchiati, ma sempre con quello sguardo lì. «Ti rispetto. ma ora te le suono». Novak Djokovic e Rafa Nadal, 46 Slam in due, sfida numero 60 di una rivalità maggiorenne. Uno con la fascia al ginocchio operato un mese e mezzo fa, l’altro con mille cicatrici e
una fasciatura alla coscia destra. Reduci ma sempre pronti a battersi. La sfida più attesa del torneo olimpico, però, finisce per essere una specie di “Tale e quale show” dove i fasti del passato sono rimessi in scena ma un po’ peggio […] E allora l’inizio del match rischia di essere un b-movie tennistico: Nadal che perde il servizio, e lo perde ancora, e si
trova sotto 5-0. Mai aveva preso un bagel da Djokovic e per fortuna non è successo neanche stavolta, con la complicità dell’arcirivale che forse ci mette un po’ del suo per lasciargli vincere il game. Il secondo set parte
allo stesso modo: 4-0 prima che Nole conceda un dito e Rafa, con la zampata del campione ferito, quasi non si prenda tutto il braccio. Rimonta fino al 4-4 e poi il serbo gli strappa il servizio e chiude 6-4. […] «Non chiedetemi più se è stata la mia ultima partita o se mi ritiro». Messaggio ricevuto. Domanda rimandata alla prossima (forse) occasione. Quale non si sa, ma certo un Nadal così, sia pure in crescita rispetto alle prime uscite dell’anno, non può essere competitivo ad alti livelli. Lo riconosce lui stesso una volta sbollita la rabbia: «Lo ammetto, in alcuni momenti è stato un massacro». Troppo lento, poco preciso al servizio, aggressivo nella mente ma imprigionato in un corpo che gli chiede pietà a ogni colpo: «Il mio livello non è stato sufficiente– ha proseguito -. Però mi sento bene. Ora giocherò alla morte nel doppio, e vedremo quanto
lontano si potrà arrivare con Carlos
» […] La seconda sfida olimpica tra i due è stata ben diversa dalla prima, 16 anni fa. Pechino 2008, Nadal sbarrava la strada a Djokovic e andava a conquistare la medaglia d’oro
per la Spagna. Nole aveva dovuto accontentarsi del bronzo, e non
aveva idea che la corsa all’oro sarebbe stata lunga e ricca di ostacoli. […] «Sul 4-4 nel secondo set mi sono innervosito – ha spiegato -,
perché in quelle situazioni Nadal sa essere molto pericoloso. Se
prende fiducia e il pubblico inizia a fare il tifo per lui la situazione può ribaltarsi rapidamente. Quindi ho dovuto reagire per non dargli nessuna chance di rimontare
». Ha Imparato la lezione Djokovic, che in 60 sfide conosce ogni sfaccettatura dell’arcirivale spagnolo. Che non vuole
ancora mettere la parola fine: «Quando finiranno le Olimpiadi prenderò le mie decisioni – chiude Nadal – Anche se per molti ha poco senso, sono 2 anni che soffro, ho avuto un intervento all’anca, sono in recupero da stolto e mi sento meglio fisicamente, devo solo danni tempo». Lasciatelo giocare ancora un po’.

A Djokovic l’ultima sfida con Nadal. “Ma spero ricapiti, fa bene allo sport” (Stefano Semeraro, La Stampa)

Per vedere l’ultima danza di Djokovic e Nadal al Roland Garros sono
arrivati in massa, come si farebbe per l’ultimo recital di un grande tenore, per il concerto d’addio degli Stones, sapendo che difficilmente sarà il più memorabile ma sperando di trovarci dentro almeno
un lampo, un minuto di bellezza da conservare per quando
verrà l’inverno. E sono stati accontentati, gli spettatori che hanno cementato il Philippe Chatrier, i fotografi e i giornalisti che sono rimasti
fuori a decine, forse a centinaia dall’immensa tribuna stampa, battagliando con gli addetti, buttando una mezza pupilla sul
rettangolo rosso laggiù in fondo per non perdersi l’Evento, la
60esima sfida fra i due Cannibali. Djokovic ha vinto in due set,
6-1 6-4, come in fondo era prevedibile; e sul 6-1 4-0 si è temuto che addirittura stravincesse […] Rafa si è rifiutato di perdere così, ha intuito la smagliatura e fino al quattro pari abbiamo viaggiato nel Tempo, assistendo a un Nadal-Djokovic improvvisamente millesimato, con Rafa di nuovo capace di ferire con il gancio mancino, di confezionare giocate memorabili e recuperare i micidiali drop shot con cui Nole lo stava sfiancando. Uno sforzo commovente nella sua quasi gratuità; anzi, commovente proprio perché gratuito […] Non è durato a lungo. Rafa ha subito restituito il break sotto le sventagliate rabbiose, quasi irrazionali dell’avversario. Lo strappo nel Tempo si è richiuso. Novak, che ora è in vantaggio 31-29 nei confronti diretti, continua la sua wagneriana caccia all’oro, Nadal ha ancora il progetto di medaglia con Alcaraz da tenere in piedi. «Che cosa è successo? Che ho giocato male, l’avete visto» […] Djokovic è soddisfatto, non sazio. «Giocare con Nadal alle Olimpiadi è ancora più stressante del normale. Ma spero che capiti ancora, su diverse superfici, in posti diversi del mondo. Perché sento che fa bene allo sport». Il resto è sentimento.

L’ultimo tango di Nadal a Parigi (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Ancora una volta il cervello batte il cuore. Peccato. Perché in tribuna sul Philippe Chatrier erano schierati in 15 mila e chissà quanti altri, nel mondo, speravano nell’ultimo miracolo davanti alla tv. Sì, perché, non ce ne voglia Novak Djokovic […] era molto più romantico sognare nell’impresa più indimenticabile di Rafa Nadal, ormai tradito dalle sue fantastiche gambe. Così, quando l’implacabile Nole I di Serbia, cui manca solo l’oro olimpico fra i massimi successi, s’è distratto, sul 6-1 4-0 senza storia, e s’è fatto clamorosamente ed inaspettatamente riacciuffare sul
4-4, la folla ha preso compatta e appassionata a chiamare a gran
voce il re Sole della terra rossa: “Rafa-Rafa”. Che, nella Cattedrale
rossa, s’ispirava al mostruoso bilancio di 112 vittorie e 4 sconfitte.
Ma non c’è stato nulla da fare: a 38 anni, il mancino più famoso di
Spagna è davvero a fine corsa […] Dal Roland Garros 2006 al Roland Garros 2024, transitando per l’ultimo precedente di due anni fa, è probabile che sia stata l’ultima puntata del duello più frequentato del tennis maschile, fissato sul 31-29 per il serbo, 8-3 nello Slam di Parigi per lo spagnolo con le finali 2012, 2014 e 2020 […] Novak, che vendica il ko olimpico subito da Nadal a Pechino 2008, proclama: «Tornando
indietro, nel 2006, non avremmo pensato di giocare un giorno l’uno contro l’altro sullo stesso campo alle Olimpiadi. Penso che apprezzeremo molto questa partita, penso alla nostra rivalità e penso allo sport stesso, penso che ci sia stata molta attenzione e interesse da parte dello sport nei nostri confronti. E’ un peccato per lui che non fosse al meglio, ma ho fatto il possibile per farlo sentire a disagio
». Ora affronta Koepfer che elimina Matteo Arnaldi 3-6 6-2 6-1 […]