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Июль
2024

“Giallo alle Olimpiadi di Parigi”, il libro postumo di Talotti scritto durante la malattia 

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UDINE. «Venerdì 26 luglio 2024: la cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Tutto sta per iniziare. Il mondo attende l’evento più bello dello sport, ma per Livio Marosa, il centometrista speranza azzurra, tutto sta per crollare». No, non è la cronaca dei fatti di ieri che si inserisce fra la parata delle barche partita dal ponte Austerlitz lungo quei sei km della “ville lumière” che hanno preceduto il giuramento degli atleti e l’apertura ufficiale dei giochi a Parigi.

Quel racconto è il frutto dell’ultimo strabiliante balzo in avanti nello spazio e nel tempo spiccato da Alessandro Talotti, indimenticato pluricampione di salto in alto udinese e poi dirigente sportivo, docente, ideatore e dinamo del meeting UdinJump Development, morto a quarant’anni nel maggio del 2021.

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È nei mesi precedenti, quando il mondo paralizzato dalla pandemia sembrava trattenere il fiato e quando una grave malattia lo spingeva a guardare oltre un orizzonte sempre più angusto, che aveva preso la rincorsa e, sorridendo alla vita, si era proiettato nelle pagine del romanzo che non aveva fatto in tempo a finire.

“Giallo alle Olimpiadi di Parigi”, pubblicato da Gaspari, è un’opera postuma ambientata alle Olimpiadi del 2024. Una trama incalzante, in un racconto che si legge tutto d’un fiato, che porta il lettore a immergersi totalmente nell’ambiente sportivo, dentro e dietro le quinte di una manifestazione come le Olimpiadi, che rappresenta una tappa fondamentale nella vita di ogni atleta.

Un inno allo sport in cui l’essenza di Alejet trasuda da un racconto fluido e piacevole, fondendo suspense e romanticismo. La prosa del pluricampione italiano, quarto agli Europei di Monaco del 2002, capace di superare l’asticella a 2.32 all’aperto e anche di partecipare a due edizioni dei Giochi olimpici, trascina il lettore in 170 pagine sorprendenti in cui si narra la storia di Livio Marosa, centrometrista azzurro, personaggio frutto della fantasia di Talotti, e delle sue vicissitudini durante i Giochi estivi parigini.

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Al suo amico e capo delegazione di atletica Rocco, il compito di capire, con un’indagine complicata anche dalla ricomparsa del suo primo grande amore, quali terribili segreti stiano per distruggere la delegazione e l’atletica italiana in toto. Facile individuare nella figura iconica di Rocco Giuliani descritta con arguzia, l’essenza di Alessandro Talotti, il suo profilo morale intriso di valori e un autentico inno allo sport pulito, senza trucchi.

Una sorta di testamento spirituale di un atleta che con un progetto letterario ha accarezzato l’idea di avvicinare più persone a uno sport che porta in sé valori autentici.

In quel racconto c’è una forte ispirazione autobiografica, c’è un rigoroso rispetto per il ruolo dell’atleta, c’è l’odio per il doping, c’è l’amore per i viaggi, la cura e l’amore per ogni singolo dettaglio. E c’è anche la cura che Alejet metteva in ogni cosa che faceva.

E allora è facile immaginarlo nel festoso ed esaltante gorgo sportivo in cui ci sta trascinando la Parigi di questi giorni scivolare sulle sue lunghe falcate per spiccare un ultimo, indimenticabile salto, ancora più in alto.