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Июль
2024

In pensione Lucia Negrisin, preside del Galilei di Trieste e pioniera del liceo per gli Sport invernali

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TRIESTE È stata pioniera in tanti progetti e iniziative, realizzate per la prima volta in regione e in Italia. Ed è stata anche una delle figure più importanti nella costruzione del liceo per gli Sport Invernali di Tarvisio, prima di rientrare a Trieste dopo aver vinto il concorso per dirigenti scolastici. Lucia Negrisin, preside del liceo Galilei, dopo 17 anni trascorsi nella scuola di via Mameli va in pensione. A fine giugno ha salutato l’istituto nell’ultimo collegio dei docenti, un’occasione per concludere il lungo percorso in un momento ricco di emozioni. «E con molta commozione, sincera e sentita – racconta – perché sono stati anni stupendi, abbiamo lavorato tanto e portato avanti, insieme agli insegnanti, progetti bellissimi».

Tra Fvg e Veneto

Ma facciamo un salto indietro nel tempo. Dopo la laurea Negrisin diventa presto docente di ruolo e inizia a insegnare Storia e Filosofia, prima al liceo Oberdan di Trieste, poi, per motivi familiari, si sposta in Veneto e successivamente a Tarvisio.

«Qui c’è stata una svolta decisa – racconta – negli anni in cui è uscito il Dpr sull’autonomia scolastica. Abbiamo pensato di far diventare quella scuola un’opportunità, realizzando collaborazioni basate sul plurilinguismo con la Carinzia e la Slovenia, insieme alla Regione, con idee nuove, che hanno permesso di far sviluppare in modo unico l’Omnicomprensivo Bachmann. Una tappa fondamentale poi – ricorda – è stata nel 2000 la creazione del Liceo per gli Sport Invernali, il primo ski college di lingua italiana, un’esperienza esplosiva, di una carica innovativa totale, che metteva in atto tutto quello che era consentito dall’autonomia scolastica, con un finanziamento primo nel suo genere per un’iniziativa simile, come scuola capofila, ed io ero responsabile della progettazione didattica».

Il rientro a Trieste

Dopo il successo ottenuto tra le montagne, Negrisin affronta il concorso per dirigenti scolastici, «a quel punto ho deciso di rientrare a Trieste e nel 2007 sono arrivata al liceo Galilei, una realtà molto interessante, sulla quale ho lavorato nel tempo su tre direttrici principali, insieme a ottimi collaboratori: il miglioramento delle competenze scientifiche, il plurilinguismo con uno sguardo all’Europa e la costruzione di un ecosistema digitale all’avanguardia. Tutto quello che col Pnrr si sta ora realizzando – sottolinea – il Galilei lo aveva già sperimentato dal 2007 in poi».

Le tante iniziative

Tante iniziative rilevanti avviate per la prima volta, come il Clil, Content and Language Integrated Learning, letteralmente “Apprendimento integrato di lingua e contenuto”. Oltre ad altri progetti Interreg e molte altre proposte per i ragazzi. E guardando proprio agli studenti, alle generazioni che ha visto crescere anno dopo anno, rileva come ci sia stato nel tempo «un cambiamento antropologico, culturale, è cambiato lo stare a scuola, da parte degli studenti e dei genitori, un cambiamento ancora in atto, a cui la scuola – precisa – non credo sia del tutto preparata».

Il divieto dei cellulari

Quanto alla tecnologia che avanza e al recente divieto, ad esempio, imposto dal ministro Valditara sull’uso dei cellulari a scuola fino alla terza media, Negrisin spiega che «non sono favorevole ai divieti, penso che sia necessario lavorare sull’autonomia che implica responsabilità, ed è la strada che noi al Galilei abbiamo sempre intrapreso. Insegnare ai giovani come utilizzare in modo corretto il digitale. Il telefonino non è altro che un potentissimo computer e, soprattutto in seguito all’esperienza traumatica della pandemia, abbiamo imparato a usarlo anche in termini di didattica, con esperienze esternamente positive».

Traguardi importanti

Ma cosa mancherà alla dirigente scolastica quando a settembre non tornerà più a scuola, dopo l’estate? «L’attività di progettazione e tutto quell’entusiasmo che c’è quando si individua qualcosa che può funzionare ed è condiviso con gli insegnanti, una convergenza di intenzioni e di voglia di fare. Ho dato sicuramente un contribuito a tutto questo, così come i capi dipartimento e coloro che si sono sempre impegnati. C’è la consapevolezza, e la soddisfazione – aggiunge – di aver segnato traguardi importanti anche a livello di sistema scolastico regionale, sperimentazioni che poi sono state prese da esempio. Lascio una bella comunità strutturata – conclude – e una bella scuola».

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