Elezioni Usa, i media: “Kamala Harris ha già i numeri per ottenere la nomination”. Lei incassa: “Orgogliosa dell’ampio sostegno”
Kamala Harris ha già il sostegno di un numero sufficiente di delegati per ottenere la nomination come candidata democratica alla Casa Bianca, dopo il ritiro di Joe Biden. I calcoli dei media americani, che tengono traccia di tutte le dichiarazioni di endorsement ricevute dalla vicepresidente, attribuiscono a Harris già 2668 delegati: ben oltre i 1976 voti necessari per vincere la nomination secondo le regole della Convention democratica.
Harris ha già in parte registrato la vittoria: “Sono orgogliosa di essermi assicurata l’ampio sostegno necessario per diventare la candidata del nostro partito e, in quanto figlia della California, sono fiera che la delegazione del mio Stato abbia contribuito a portare la nostra campagna in alto. Non vedo l’ora di accettare formalmente la candidatura”, ha dichiarato la democratica in una nota.
La Convention democratica si terrà dal 19 al 22 agosto a Chicago. Gli endorsement nei confronti di Harris hanno carattere politico e non si traducono in alcun obbligo per il voto. Tecnicamente, dopo il ritiro di Biden dalla corsa presidenziale gli oltre 3900 delegati eletti attraverso il processo delle primarie non hanno più alcun vincolo formale nella scelta del candidato e in linea di principio sono liberi di nominare chi vogliono.
Tuttavia, i delegati non potranno non tenere conto del sostegno politico praticamente unanime da parte del partito ricevuto da Harris nelle 48 ore successive al ritiro di Biden, che di fatto costituisce una chiara indicazione di voto. Prima del passo indietro dell’attuale presidente, inoltre, il comitato organizzatore della Convention aveva previsto di tenere un pre-voto virtuale (“virtual roll call”) per assicurare al candidato le preferenze necessarie alla nomina. Non è ancora stato stabilito se questa consultazione virtuale si terrà o meno.
Le prime mosse di Harris contro Trump: diritti e condanne –Nelle sue prime dichiarazioni da futura candidata presidente, martedì sera, Harris ha cominciato a delineare la sua strategia contro Donald Trump, incentrata sulla difesa dell’aborto e dei diritti civili. “Trump vuole riportare il nostro Paese a un momento in cui molti di noi non avevano libertà piene ed eguali diritti. Io credo in un futuro che rafforzi la nostra democrazia, protegga la libertà riproduttiva e assicuri che ogni persona abbia l’opportunità non solo di cavarsela ma di andare avanti”.
Sui media si parla già di una seconda strategia retorica che sarà messa in campo dai democratici contro il tycoon: “prosecutor vs. felon”, ‘procuratrice contro condannato’, che cercherà usare la condanna di Trump per frode fiscale come un fattore screditante agli occhi degli elettori.
Il sostegno di Biden – Kamala “è la migliore” ed è “la decisione giusta”, ha detto Joe Biden in una telefonata al quartier generale del comitato elettorale democratico nel Delaware, che Harris ha visitato nella notte di lunedì.
Il presidente oggi rientra alla Casa Bianca dopo l’auto-isolamento per Covid e sembra aver messo da parte i dubbi sul profilo della sua vice e sulle sue capacità di vittoria, che secondo i retroscena degli ultimi giorni avevano contribuito a frenare la decisione di ritirarsi dalla corsa presidenziale.
Harris martedì è attesa oggi a un evento politico a Milwaukee, la città del Wisconsin dove la settimana scorsa si è tenuta la convention repubblicana che ha incoronato Trump come candidato alla Casa Bianca e J.D. Vance come suo vice.
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