Nell’eredità del padre c’e anche un’urna di quasi 3 mila anni: medico udinese consegna il manufatto ai carabinieri
UDINE. Aveva in casa, da anni, un’urna cineraria particolarmente preziosa. Un medico udinese, immaginando che il reperto potesse avere un particolare valore, l’ha affidato ai carabinieri, che l’hanno restituito alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
Il medico, un cinquantenne residente in città, dopo la morte del padre, ha contattato il comando carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) di Udine denunciando di avere in casa un’urna cineraria.
Dalle indagini effettuate è emerso che il reperto proveniva da uno scavo clandestino finalizzato al traffico di reperti archeologici. Probabilmente il padre del medico udinese ha acquistato l’urna, che vale diverse decine di migliaia di euro, senza essere a conoscenza della provenienza illecita.
L’urna biconica, con coperchio e decorazioni geometriche risalente al periodo villanoviano (IX – VIII secolo a.C.), è stata sequestrata, e, trattandosi di un reperto che fa parte del patrimonio culturale nazionale, è stata consegnata, come detto, alla Soprintendenza.
I carabinieri del Tpc, recentemente, hanno partecipato, in rappresentanza dell'Italia, alla ottava edizione dell'operazione internazionale Pandora, che rientra nella priorità Organised Property Crime di Empact (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats), la piattaforma multidisciplinare europea istituita dal Consiglio dell'Unione europea a contrasto delle principali forme di criminalità internazionale che colpiscono l'Unione.
L’obiettivo dell’operazione è impedire il commercio dei beni culturali di provenienza illecita. Le attività hanno permesso di effettuare un esteso controllo del web finalizzato all'individuazione di beni culturali di sospetta provenienza, da rendere materia di approfondimento durante la fase operativa.
Il comando carabinieri Tpc, con il supporto dei comandi territoriali dell'Arma, ha effettuato 269 controlli nelle aree d'interesse archeologico, monumentale e sottomarine, verificato 91 esercizi antiquariali, case d'asta, gallerie d 'arte, restauratori e trasportatori, denunciato 16 persone in stato di libertà e sequestrato 2536 beni culturali.