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Июль
2024

Pronti via, apre la metro 6 di Napoli e due giorni dopo è già chiusa per guasto: tutto sbagliato

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Annunciazione. Finalmente apre la metropolitana Linea 6 a Napoli. Dopo false partenze, annunciate e smentite. Soli cinque vagoni corse ogni 20 minuti, mezz’ora. Apre dalle 8 alle 15.30. Inaugurata due giorni fa, oggi è già chiusa. Guasto a un fusibile. Si deve cambiare, ma manca il pezzo di ricambio.

Piccolo viaggio nell’ultima vergogna di Napoli

Tutto sbagliato, tutto insensato. E la supercazzola comparve sotto forma di navicella spaziale nel mezzo della Piazza di Santa Maria degli Angeli. In un giro di poltrona dell’allora sindaco Iervolino, prima si rinverdì il giardino dove svettavano otto pini secolari di una tale magnificenza, il polmoncino verde del quartiere, poi lo scempio dell’abbattimento per fare largo all’insano progetto dell’Ansaldo (i responsabili anche del crollo del palazzo della Riviera di Chiaia). Proteste degli ambientalisti e raccolte di firme dei residenti servirono a poco.

La Linea 6 doveva essere pronta per i Mondiali di calcio Italia 90. I lavori sono cominciati 40 anni fa. Ma vennero subito a galla errori di progettazione. Un pezzetto di metropolitana aprì nel 2007 per essere richiuso per mancanza di traffico. l vagoni invece quelli furono ordinati subito, 40 anni fa. Oggi troppo obsoleti, ne hanno utilizzati solo cinque. Che danno un’aria diciamo vintage al nuovo look, bianco/azzurro della metropolitana Chiaia. In mezzo immaginatevi quante mangiatoie politiche che hanno sfamato le fauci dei politicanti made in sud. La formula la conoscete a memoria, tutti colpevoli, nessuno è colpevole.

La Supercazzola della metropolitana Chiaia/Monte di Dio. Pali al posto degli alberi

Correva l’anno 2008. Al posto del mini-parco con otto pini secolari si scavò un buco di 40 metri, l’assessore Gennaro Nasti mise subito le mani avanti: non ero al corrente del progetto dell’abbattimento degli alberi. Mentre l’Ansaldo e il Comune firmavano un contratto, gli alberi si sono tagliati da soli.

Il controverso progetto portava la firma dell’architetto Uberto Siola, allora “onnipotente” presidente della facoltà di Architettura. Doveva essere la celebrazione della sua onorata carriera. Invece, a mio avviso, fu una scelta miope, grave, irresponsabile. Dovrebbe chiedere scusa alla città, invece eccolo lì a tagliare il nastro e a farsi il monumento di se stesso. Mancano solo i piccioni… Comunque, non c’era praticamente nessuno al Big Day. Tranne il sindaco Manfredi, con espressione cosa ci faccio qui. L’opera omnia di Siola non ha neanche tenuto conto della facciata della Basilica rinascimentale barocca di Santa Maria degli Angeli. La chiesa durante l’esecuzione dei lavori è stata puntellata con ponteggi di rinforzo perché rischiava di crollare sotto l’azione perforante delle trivelle. E come se davanti a Castel Sant’Angelo sul lungotevere avessero allocato la fermata della metropolitana.

Non sono contraria alla contaminazione antico e moderno ma allo stravolgimento della urbanistica sì. Prima da Largo di Palazzo Reale ci si inerpicava per Via Santo Spirito e lo sguardo si illuminava sulla facciata della basilica. Oggi sembra che siano atterrati gli ufo. Ma chi lo approvato questo progetto criminale? Da misere aiuole incastonate in blocchi di marmo spuntano degli arbusti in ricordo ai pini marittimi decapitati. Il primo colpo d’occhio è quello di un cimitero sotto lampioni di luce che starebbero meglio in uno stadio.

Ieri passeggiando lungo il “vortice”, sotto la cupola di Siola, effetto serra, c’erano 40 gradi, un sistema di areazione insufficiente lamentavano i vigilantes gocciolanti di sudore. Ma ho accarezzato un resto dell’acquedotto romano.

P.S 1) Quattro marzo 2013: mentre veniva sventrata la Riviera di Chiaia per completare altra stazione della Linea 6, un’ala del bel palazzo affacciato sul golfo si sgretolò come un castello di sabbia. Solo il tempismo del portiere che si attaccò al citofono facendo scendere tutti per strada evitò la tragedia.

P.S. 2) I residenti di Chiaia/Montedidio hanno respirato polveri sottili e rabbia per 15 anni. Il 2019 sarà l’anno della sua entrata in esercizio titolavano i giornali. Nel 2021 scrivevano: è lo sprint finale per la stazione Chiaia Monte Di Dio. Pochi mesi e i lavori saranno conclusi. La data di chiusura è fissata per aprile. Perché non aprivano? Perché non c’erano i treni.

P.S. 3) Quanto è costato questo deturpamento, inutile. Intanto è costato alle attività commerciali del quartiere che hanno chiuso. E per chi sognava nel metro un shopping arcade con negozi di griffe, non ha aperto nessuno. Chi va a fare shopping quattro livelli sottoterra? Per di più in pieno fashion district, come quello di Chiaia.

P.S. 4) L’ascensore che collegava Monte di Dio con Chiaia funziona da mezzo secolo e si trova a dieci passi dalla sola di Siola. Bastava dargli una riverniciata. Conclusioni: capite dove vanno i nostri soldi?

L'articolo Pronti via, apre la metro 6 di Napoli e due giorni dopo è già chiusa per guasto: tutto sbagliato proviene da Il Fatto Quotidiano.