Il discorso della von der Leyen per la rielezione: tra Green Deal, migranti e bacchettate a Orban. Le 30 pagine di Ursula
Si gioca il tutto per tutto, Ursula von der Leyen, nella giornata cruciale del voto con cui punta alla rielezione come «presidente della Commissione Europea. Parla della necessità di «un’agenda di riforme ambiziose, per garantire il corretto funzionamento di un’Unione più grande. Per affrontare le sfide geopolitiche e migliorare la legittimità democratica, in particolare attraverso la partecipazione dei cittadini». Ossia, passando sin dall’introduzione un veloce colpo di spugna sulle polemiche post elettorali, sulla logica dei caminetti denunciata da Giorgia Meloni. E la decisione sui top jobs: un accordo sulle nomine per i vertici delle istituzioni europee frutto di strategie e accordi a ridosso dell’apertura delle urne.
Strasburgo, il discorso programmatico della von der Leyen per la rielezione
A partire da poco le 9 del mattino, e per circa 50 minuti di discorso all’Aula, Ursula von der Leyen ribadisce nelle linee guida pubblicate stamani. La candidata si profonde in argomentazioni e propositi per convincere gli ultimi deputati indecisi – soprattutto nelle file dei Verdi e dei Conservatori – a rinnovarle la fiducia come presidente della Commissione europea anche per i prossimi cinque anni. E tra una rassicurazione sulla gestione dei flussi di migranti. Un obiettivo a «ridurre le emissioni climalteranti del 90% entro il 2040». La proposta di una «un’Unione dei risparmi e degli investimenti, inclusi i mercati bancari e dei capitali», nel suo discorso nella plenaria von der Leyen passa anche dall’inglese al francese per sottolineare che «serve un’Unione della difesa», con la promessa – se sarà rieletta – di «triplicare nel suo prossimo mandato il numero delle guardie europee di frontiera e costiere».
Nel suo discorso, von der Leyen attacca Orban, ma sorvola sui vaccini anti-Covid e la sentenza del Tribunale Ue…
E tra un annuncio e l’altro, non manca di menzionare la visita del primo ministro ungherese per bacchettare Orban “coram populo“: «Non era una missione di pace – sottolinea von der Leyen sferzando da Strasburgo il Presidente del Consiglio dell’Unione europea –. Non era nient’altro che una missione di appeasement». Eppure, nel suo discorso, la presidente della Commissione Europea menziona i vaccini anti Covid solo una volta, quasi di sfuggita… «Negli ultimi cinque anni – scrive – l’Europa ha dimostrato cosa può ottenere quando agiamo insieme. Quando è veloce e sfrutta le proprie dimensioni e la propria potenza. Come abbiamo fatto fornendo vaccini ad ogni Stato membro contemporaneamente».
Occorre ricordare, allora, che ieri il Tribunale Ue ha stabilito, in due sentenze, che la Commissione ha ecceduto negli omissis con cui ha coperto i contratti siglati con le case farmaceutiche nel 2020-21. E che l’esecutivo Ue è stato condannato in entrambi i casi a pagare le spese processuali. Ma procediamo con ordine, cercando di riassumere il più esaustivamente possibile le linee guida del discorso programmatico appena tenuto.
Un “commissario all’equità generazionale”
Ma Ursula tira dritto: la presidente della Commissione Europea ricandidata ribadisce nelle linee guida pubblicate stamani che nominerà «un commissario le cui responsabilità includeranno le abitazioni». E che proporrà «una prima proposta europea in assoluto per un piano per alloggi a prezzi accessibili». Nell’Ue, rimarca, «dobbiamo garantire che le decisioni vengano prese oggi non danneggino le generazioni future. E che vi sia una maggiore solidarietà e coinvolgimento tra persone diverse età. Per guidare questo lavoro, nominerò un commissario le cui responsabilità comprenderanno la garanzia dell’equità intergenerazionale», dice ancora la presidente nel documento di una trentina di pagine pubblicate questa mattina.
Sul green Deal
Quindi, nel tentativo di una quadra cerchiobottista sul tema e alla ricerca di un equilibrio semantico sul Green Deal, potenzialmente in grado di renderlo meno inviso ad una parte della destra – la vexata quaestio ricorre quattro volte nelle 30 pagine che delineano il suo programma; e altrettante volte ricorre la locuzione Clean Industrial Deal, la traduzione pratica, la “messa a terra” del Green Deal, che trasformerà il sistema produttivo dell’Ue – von der Leyen argomenta: «Dobbiamo mantenere la rotta sugli obiettivi delineati nel Green Deal», dice annunciando un’intesa nei primi 100 giorni. Per poi aggiungere che «abbiamo bisogno di un nuovo accordo per l’industria pulita per avere industrie competitive e posti di lavoro di qualità nei primi cento giorni del mio mandato».
Sulla difesa internazionale
Si passa poi alle questioni sicurezza e difesa internazionale. Nell’Ue «abbiamo bisogno di rendere i nostri confini sempre più sicuri e fluidi. Le persone vogliono sentirsi al sicuro, senza aspettare troppo a lungo. Renderemo l’Ue la più avanzata destinazione di viaggio nel mondo, con una gestione funzionale completamente digitale dei confini europei», sottolinea ancora la presidente. «Tuttavia – continua – dobbiamo anche rendere i nostri confini più sicuri, per prevenire gli attraversamenti irregolari e per proteggere l’Ue contro l’aumento delle minacce ibride e di altro tipo alla sicurezza».
Su migranti, sicurezza, accoglienza e rimpatri
E parlando di sicurezza e difesa internazionale, von der Leyen menziona «nuovi modi per contrastare l’immigrazione irregolare, rispettando al contempo il diritto internazionale, e garantendo soluzioni sostenibili ed eque per i migranti stessi». Facendo contestualmente riferimento a scelte che comporteranno l’intensificazione del «lavoro sui rimpatri. Prevenendo l’immigrazione illegale. E combattendo il traffico di esseri umani». Sottolineando l’assicurazione di una maggiore «trasparenza nei confronti del Parlamento europeo su tali accordi».
Vibranti contestazioni interrompono il discorso della von der Leyen in Aula
Un discorso, il suo, che non tutti hanno accolto con favore. Anzi. Nel passaggio sul Green Deal per esempio, l’eurodeputata polacca di Konfederacija, Ewa Zajaczkowska–Hernik, dell’Europa delle Nazioni Sovrane, ha tuonato contro l’intervento della von del Leyen, definendo il suo programma sul punto il prodotto di «un’ideologia malata di sinistra». L’eurodeputata parlando ha stracciato dei fogli, per meglio esprimere la sua “valutazione” del Green Deal. I commessi ne hanno raccolto i brandelli… Momenti di tensione sono arrivati anche quando un’eurodeputata rumena di Sos è stata espulsa dalla presidente Roberta Metsola, dopo aver interrotto il dibattito urlando per tre volte.
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