Soldi e anche un attico, ecco tutti gli 11 episodi di corruzioni contestati all’assessore Boraso
Sono 11 gli episodi di corruzione, concussione e autoriciclaggio che la Procura di Venezia contesta a Renato Boraso, l'assessore comunale finito in carcere nel blitz della Guardia di Finanza che coinvolge altri 17 indagati.
Tra le vicende oggetto dell'indagine - le prime risalgono al 2015 - vi è anche quella della vendita al ribasso di Palazzo Papadopoli, che vede coinvolti in un altro filone anche il sindaco Luigi Brugnaro e il suo capo di gabinetto Morris Ceron.
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All'epoca Boraso era assessore al Patrimonio, e si sarebbe fatto consegnare 73.200 euro dagli emissari dell'acquirente asiatico come due fatture della sua società "Stella consulting" per consulenze inesistenti, nel 2017 e nel 2018; cifre poi ulteriormente girate ad altre due sue aziende, la "Boraso Agricola" e la "ESA 2000" e a un suo conto come "anticipo dividendi".
L'episodio più lontano nel tempo, nel 2015, si è trascinato fino al 2023 ed è relativo al rilascio di permessi alla società "Park 4.0 srl" per la costruzione e l'ampliamento di un parcheggio nelle vicinanze dell'aeroporto Marco Polo. Una vicenda complicata dall'annullamento della variante al Piano regolatore, poi riproposta e fatta approvare, secondo la Procura, dietro consegne di denaro da parte degli imprenditori.
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Altre contestazioni riguardano l'assegnazione alla Tecnofon srl dell'appalto per l'efficientamento energetico degli edifici comunali (tra aprile e luglio 2023), dietro il versamento di una somma di 10mila euro annuale più il 4% dell'importo dell'appalto, l'assegnazione alla Cds srl nell'ottobre 2022 della vigilanza sulle sedi della partecipata dei trasporti Avm-Actv; un'altra vicenda riguarda un concorso per l'assegnazione all'istituto di vigilanza "Castellano" del servizio di reception all'Actv.
Risale poi all'agosto 2022 il condizionamento della dirigenza del Casinò di Venezia per l'assegnazione delle opere di giardinaggio alla società EcoGreen, poi subappaltate alla Esa 2000, di cui Boraso è proprietario, in cambio del 15% dei ricavi. Un'operazione tuttavia andata male per un errore da parte del titolare della EcoGreen nel calcolare l'offerta.
Ammonta a 38mila euro quindi la cifra versata a Boraso da due imprenditori edili per accelerare l'approvazione dei piani di lottizzazione di una zona urbanistica, la "A.E.V.", della frazione di Dese. Anche qui figurano fatture per operazioni inesistenti alle società di Boraso, usate dagli imprenditori per ottenere crediti fiscali fittizi.
Una richiesta di 40mila euro, più una sponsorizzazione da 5.000 per una squadra di basket, risulta essere stata chiesta da Boraso ai titolari della Open Software srl per i sistemi di notifica digitale delle multe, un appalto da oltre 13 milioni di euro.
Fra i corollari di questo accordo figurano una sponsorizzazione da 10mila euro alla Reyer basket, proprietà del sindaco Luigi Brugnaro e il mandato a vendere una decina di appartamenti alla società di intermediazione immobiliare della compagna di Brugnaro. Il tutto tra agosto 2022 e gennaio 2023.
Risale al periodo tra giugno 2022 e settembre 2023 un accordo con la società Open Service per fare pressione sulle gare per il servizio di pulizia dei musei civici e delle sedi del Casinò. Per la vendita di un terreno dell'Immobiliare Venezia - società che gestisce case e terreni comunali - Boraso avrebbe chiesto 40mila euro e "un attico" da parte dell'imprenditore Fabrizio Ormenese, anch'egli finito in carcere, sempre travestite da consulenze definite fittizie, nel 2022.
Infine, Boraso è accusato di aver ricevuto oltre 163mila euro dalla società Ma.Fra. Gestioni srl di Francesco Gislon e della figlia Carlotta, che si occupa di impianti, cui avrebbe fornito informazioni sulle gare d'appalto di varie società comunali come la multiutility Veritas, la società di progettazione Insula e la Biennale.