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Июль
2024

Decreto Salva-casa, il governo sdogana i micro monolocali da 20 metri quadri. Pd: “Favori alla rendita immobiliare, nulla per gli affitti”

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È ripartito martedì mattina l’esame degli emendamenti al discusso decreto Salva-Casa nella Commissione Ambiente e lavori pubblici della Camera dopo il via libera alla norma sui micro-appartamenti fino a 20 metri quadrati arrivato ieri. In mattinata è attesa la riformulazione del governo al cosiddetto salva-Milano sulle autorizzazioni edilizie per i casi dei grattacieli e degli altri edifici finiti nel mirino della procura come presunti abusi.

Le nuove norme sui micro-appartamenti prevedono che i monolocali possano avere l’abitabilità con una superficie minima di 20 metri quadrati per una persona (dagli attuali 28) e di 28 metri quadrati per due persone, mentre ora ne servono 38. L’altezza minima dei locali interni passa dai 2,7 metri al limite di 2,4 metri. È prevista la condizione che gli edifici siano sottoposti a ristrutturazioni per garantire idonee condizioni igienico-sanitarie.

“Salvini sdogana la ‘casetta dei sette nani‘ e decide di ridurre le dimensioni minime per l’abitabilità dei monolocali a 20 metri quadri”, il commento di Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati. “E intanto riduce anche l’altezza minima dei locali abitabili. Una scelta scellerata che aprirà la strada ad alloggi sempre meno vivibili e sempre più costosi. Un governo che è pronto a fare favori alla rendita immobiliare ma non fa nulla per sostenere gli affitti, non vede l’emergenza abitativa, né la carenza di case per studenti che saranno i più penalizzati da questa pessima norma”.

In aggiunta, le tolleranze costruttive, cioè le differenze consentite tra quanto autorizzato e quanto effettivamente realizzato, vengono portate fino al 6% per i mini appartamenti con superficie inferiore ai 60 metri quadrati. Per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro delle singole unità immobiliari non costituisce violazione edilizia se contenuto entro i limiti del 6% delle misure previste nel titolo abilitativo. La tolleranza si aggiunge a quelle, già contenute nell’emendamento, del 2% per le unite immobiliari con superficie utile superiore ai 500 metri quadrati, del 3% tra i 300 e i 500 metri quadrati, del 4% tra i 100 e i 300 metri quadrati e del 5% fino ai 100 metri quadrati.

I dem denunciano anche il via libera, sempre per il tramite di una riformulazione del governo, a una “totale deregulation per i cambi di destinazione d’uso, con o senza opere. Senza obbligo di reperire gli standard per i servizi pubblici e la dotazione minima di parcheggi“. In questo modo si decide “sulla testa dei Comuni, a cui viene sottratta la possibilità di regolare con i propri strumenti di pianificazione persino il fenomeno degli affitti brevi che impatta sulla qualità della vita di tantissime aree urbane e centri storici. Ecco il vero obiettivo – concludono i democratici componenti della commissione ambiente – di Salvini e della destra: cancellare tutte le regole che disciplinano il cambio di destinazione d’uso e consentire lo stravolgimento di interi quartieri e città”.

“Il dl Salva-casa tutela perlopiù chi la casa già ce l’ha”, ha aggiunto lunedì il vicecapogruppo alla Camera Agostino Santillo, a margine di una conferenza stampa a Montecitorio. “Il decreto tocca diversi aspetti come lo stato di legittimità degli immobili e i cambi di destinazione d’uso, problemi noti nel paese da 25 anni, ma che il governo Meloni tratta con tutti gli strumenti legislativi della “straordinarietà“. Oggi però ci siamo ritrovati per denunciare l’intenzione della maggioranza di approvare la cosiddetta norma “Salva-Milano”, che rappresenta un autentico obbrobrio giuridico. Una vera e propria sanatoria a misura di speculatore, che in questi giorni ha visto oltre 50 tra urbanisti e giuristi sottoscrivere una lettera al legislatore per scongiurare un precedente normativo tanto grave. Tra essi Maria Agostina Cabiddu e Lucia Tozzi, che hanno presenziato alla conferenza stampa insieme al cronista del Fatto Gianni Barbacetto. Non si possono cambiare le norme di riferimento per neutralizzare un’inchiesta della magistratura: non è da paese civile. Invece di tutelare gli incolpevoli proprietari, si fanno gli interessi dei grandi costruttori e dei funzionari responsabili delle presunte irregolarità. Qualora la maggioranza dovesse portare avanti questo disegno folle, siamo pronti come M5s a bloccare i lavori della commissione VII alla Camera”.

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