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Июль
2024

La tentazione dei bagni nell’Isonzo, ma piene e correnti sono un rischio da non sottovalutare 

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GORIZIA L’ondata di gran caldo che sta investendo il Friuli Venezia Giulia non scoraggia i frequentatori di Isonzo beach, la spiaggia improvvisata di gradiscani e sagradini in cerca di ristoro dalla morsa della canicola.

Frequentatissima soprattutto nel weekend, anche ieri nonostante l’allerta alta l’area fluviale che parte dalla passerella, costeggia la cosiddetta busàtta, a pochi metri dal ponte di Sagrado, e ancora prosegue oltre lo stesso manufatto, nella boscaglia dietro alla Sme sino al ponte ferroviario della mai realizzata Cormons-Redipuglia, ha attratto qualche temerario. Del resto la tentazione di immergersi nell’acqua gelida almeno sino alle ginocchia è anche comprensibile.

Non va però dimenticato che un fiume – e l’Isonzo non fa certo eccezione – può riservare molte insidie. I recenti fatti di cronaca, del resto, sono lì a ricordarlo: la tragedia di Premariacco costata la vita a tre ragazzi, e quella delle ultime ore sul Brenta che ha coinvolto altri due giovani. Ecco perché non va sottovalutata la segnalazione, arrivata nelle ultime ore da Sagrado, di un gruppetto di amici che ha utilizzato ripetutamente il “salto” a cascata della vicina diga come uno scivolo degno di un acquapark.

«Un comportamento da incoscienti – commenta qualcuno sui social –: mio nonno mi ripeteva sempre: “Ocio, che l’Isonzo xe bugiardo”. Il bagno noi sagradini lo abbiamo sempre fatto, ma con prudenza massima».

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L’Isonzo ha mietuto spesso vittime a causa dell’errata valutazione della pericolosità della zona e della corrente. In passato fra l’altro è capitato anche a decine di giovani militari di leva, in cerca di un refrigerio durante i mesi estivi, di sottovalutare il pericolo. Molti hanno pagato con la vita. Ed altrettanto è accaduto da quando esiste il Cara.

Nel 2008 un migrante egiziano annegò a seguito di un malore. Nel 2016 la tragedia di un 35enne afghano: stava nuotando sulla sponda opposta, quando una corrente lo risucchiò sul fondo. Prima della pandemia il destino tese una trappola ad Atif, un 32enne pakistano scivolato in acqua e il cui corpo non è mai stato ritrovato.

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Ma l’Isonzo può presentare insidie anche per i residenti: l’estate scorsa una coppia venne salvata dai vigili del fuoco dopo essere rimasta intrappolata su un isolotto per l’improvviso innalzamento dell’acqua. Come a Premariacco, ma con esito per fortuna diverso.

La balneazione, come ricordavamo in questi giorni, tecnicamente è sconsigliata ma non vietata. Per la legge non si può vietare la balneazione in un’area che balneabile non è mai stata. Inquinamento delle acque, pericolosità delle sponde, assenza di un’adeguata sorveglianza e pericolo di piene improvvise dovrebbero costituire già in partenza un deterrente sufficiente.

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Lunedì comunque la situazione è sembrata tranquilla: sulla sponda gradiscana un gruppetto di persone a prendere la tintarella e a passeggiare con il cane sui ciottoli ardenti, qualcuno con i polpacci in ammollo nella busàtta. Sul versante sagradino tre amici: una coppia piemontese e una donna di Corno di Rosazzo hanno trascorso un paio di ore in relax prima di pranzo, ma con l’arrivo delle temperature roventi hanno preferito riparare altrove. «Siamo qui per caso, ci è sembrato carino stenderci un po’ al sole in questa zona molto gradevole. Il bagno? No, l’acqua ci siamo limitati a “tastarla”. È troppo fredda».

Tornando al solleone da bollino rosso, per Arpa è probabile un’estensione dell’area di forte disagio per gran parte delle zone della regione anche per mercoledì e giovedì. I valori delle temperature massime attesi in pianura sono fra 35 e 38 gradi centigradi e solo poco inferiori sulla costa.

Asugi dal canto suo ricorda che tra le categorie più a rischio ci sono i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani e le persone con patologie. Almeno loro, resistano alla tentazione di Isonzo Beach.