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Июль
2024

Pedocin, il Comune di Trieste pensa a un doppio varco per aumentare i posti 

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TRIESTE Dall’aula del Consiglio comunale arriva una svolta per la calda stagione del Pedocin, dove le proteste delle bagnanti furenti per la capienza ridotta dello stabilimento sono ormai passate alla cronaca.

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Il Comune è infatti in trattative con l’Autorità portuale, proprietaria del bagno, e la Soprintendenza, essendo lo stabilimento vincolato, per aprire un secondo varco d’uscita sul lato riservato alle donne, di modo da rispettare le richieste di sicurezza e riportare il tetto massimo di ingressi ai numeri delle estati passate.

La conferma arriva dall’assessora ai Lavori pubblici Elisa Lodi, in risposta alle domande di attualità avanzate ieri sera dai consiglieri Riccardo Laterza (Adesso Trieste), Rosanna Pucci (Pd) e Mirko Martini (Noi con l’Italia), in apprensione per le triestine che lo scorso fine settimana sono state costrette a lunghe attese fuori dal bagno, sotto il sole cocente. In particolare donne anziane, mamme e bambini, rimaste fuori dalla Lanterna per ore.

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«Certo che non mi fa piacere vedere persone in fila sotto al sole», precisa subito Lodi, ricordando che il taglio alla capienza del bagno – passata da 750 a 506 accessi per le signore, da 350 a 240 lato uomini – è stato reso necessario da «serie ragioni di sicurezza», motivate dal piano di evacuazione del Pedocin. «Ma stiamo lavorando a delle soluzioni».

Il resto dell’ora di dibattito riservato all’attualità è dedicato alle interrogazioni, alcune presentate ormai mesi fa e quindi decisamente non più attuali: dai ritardi nei lavori all’impianto sportivo di San Giovanni (attesi per 16 anni e infine ri-annunciati la settimana scorsa), alla galleria di Montebello («immagino che la giunta abbia tempi pari a quelli dei giorni su Mercurio», commenta la pentastellata Alessandra Richetti, che aveva depositato il testo a maggio 2023). Più corposa è la lista delle delibere: si inizia l’ordine del giorno con l’assestamento di bilancio, approvato a maggioranza.

Il primo tema discusso è però quello del Pedocin, salito alla ribalta dopo le recenti proteste dei bagnanti. Soprattutto delle donne, più numerose e quindi più penalizzate dalla limitazioni agli ingressi imposte da vincoli di sicurezza. Il bagno è infatti privo di vie di fuga e, spiegava il dirigente Fabio Cipriani (che si è occupato di seguire il procedimento), in caso di emergenza «c’è solo una porta in fondo, e il piccolo accesso, da cui far uscire tutti risulterebbe difficoltoso».

Estate di passione? «Assieme al sindaco stiamo valutando come procedere. Abbiamo già sentito l’Autorità portuale e la Soprintendenza», assicura Lodi. L’idea è quella di «aprire un varco di uscita dal lato delle donne»: una soluzione che «sembra percorribile» e che permetterebbe di aumentare la capienza del bagno.

In attesa di capire costi e tempistiche dell’intervento («nei prossimi giorni avremo informazioni precise», annota la titolare ai Lavori pubblici), si sta intanto ragionando su come quantomeno allietare le lunghe file sotto al sole. Tanto più perché, è ricordato, il Pedocin «è caratterizzato da un altissimo cambio durante la giornata: c’è chi rimane per ore, ma anche chi fa un tuffo e va via»).

Tra le proposte avanzate ieri sera c’è quella di un «sistema conta-persone», ipotizza Lodi, che tenga costantemente monitorato il numero di bagnanti presenti da una parte e dall’altra del muro della Lanterna, mentre il capogruppo di At Laterza propone, almeno per questa fase di “emergenza”, di installare una tettoia in cui le bagnanti possano trovare refrigerio in attesa di accedere al loro amato Pedocin