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Июль
2024

Logistica nell’ex scalo ferroviario di Voghera: un business che vale mezzo miliardo

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VOGHERA. Rfi fa sul serio, e chiama a raccolta possibili investitori per ridisegnare con loro un pezzo della città di Voghera. Ieri mattina, al Castello di San Gaudenzio, Rete Ferroviaria Italiana e l’istituto indipendente di studi e ricerche “Scenari Immobiliari” hanno invitato decine di aziende alla presentazione del progetto di recupero dei quattro ettari e mezzo di boscaglia ed edifici abbandonati a nord della stazione ferroviaria, per dare effettivamente avvio a quella che è senz’altro la più importante impresa di rigenerazione urbana mai tentata sul territorio cittadino.

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La zona interessata, sul cui sviluppo l’anno scorso Rfi firmò un protocollo d’intesa con Palazzo Gounela, comprende in particolare tre edifici dismessi: la ex rimessa delle locomotive e il fabbricato in cui sorgevano gli uffici ferroviari (entrambi dichiarati non di interesse storico, e quindi eventualmente abbattibili), l’officina e i magazzini (per i quali si è in attesa di verdetto). Le strutture, abbandonate da oltre trent’anni, rappresentano una barriera fisica che frena l’espansione della città, oltre che una sorta di terra di mezzo frequentata da clochard e senza fissa dimora.

«Qui si può investire»

Il piano, quindi, è di metterle in vendita e rigenerarle completamente sfruttando una posizione che pone Voghera al centro del quadrilatero formato da Milano, Genova, Torino e Piacenza. Un quadrilatero su cui si stanno investendo miliardi di euro, e non solo per il quadruplicamento della linea ferroviaria Milano-Genova: centrale, per il futuro di Voghera, sono infatti anche la costruzione del terzo valico dei Giovi tra Liguria e Piemonte (nel quale l’alta velocità scorrerà lungo il percorso ferroviario sotterraneo più lungo d’Italia) e il potenziamento del nodo di Genova (con la costruzione nelle stazioni di binari lunghi 750 metri funzionali al trasporto merci).

«In questo quadrilatero – spiegano Mario Brega, presidente di “Scenari Immobiliari”, e il suo direttore generale Francesca Zirnstein – si concentra l’80% dei consumi delle famiglie italiane, con una media occupazionale di circa 5 punti superiore a quella nazionale (siamo al 68%) e un’economia che viaggia al 20% in più del resto d’Italia. Il numero di abitanti è costante (e sappiamo che invece nel resto del Paese è in calo) e ci sono quindi tutti i presupposti per investire. Entro metà del 2028 i principali processi di rigenerazione e di trasformazione a Voghera permetteranno di sviluppare tra i 30 mila e i 49 mila metri quadrati di superficie lorda complessiva e, conseguentemente, un valore aggiunto tra i cinquanta e gli ottanta milioni di euro, e fino a 150 / 245 milioni entro il 2035 che, sommati alle ricadute sociali, porteranno tale valore aggiunto a una quota compresa tra i 340 e i 550 milioni di euro».

Cifre impressionanti, ma in cosa si intende costruire? In primo luogo, un polo logistico. Ecco perché, in sala ieri, c’erano soprattutto imprenditori di questo settore. «La logistica che abbiamo in mente – spiega Umberto Lebruto, amministratore delegato e direttore generale di Fs Sistemi Urbani - sarà inserita nel contesto cittadino, circondata da nuove attività commerciali, da servizi e da una zona verde attrezzata. Sarà una logistica su gomma, sì, ma una logistica “di prossimità”, e servirà appunto il territorio con le merci in arrivo dalle città del quadrilatero, che si muoveranno sulle strade dell’Oltrepo con mezzi piccoli e sostenibili. Predisporremo la possibilità di costruire anche un’infrastruttura per la logistica su ferro, ma quella verrà in un secondo momento se il polo espanderà la sua area di interesse oltre i confini nazionali: Voghera si trova anche sulle direttrici Genova-Rotterdam e Lisbona-Kiev, e solo in un’ottica di percorrenze così lunghe potrebbe diventare conveniente per gli investitori valutare l’aggiunta di una logistica su ferro, che ad oggi risulta sconveniente per distanze inferiori ai 350 km». —

Il piano operativo – Rfi già impegnata a raccogliere le manifestazioni di interesse

Il primo passo era il Protocollo d’Intesa con il Comune di Voghera. Dopo la presentazione di ieri mattina, che è servita a presentare ai potenziali investitori l’area oggetto dell’intervento e le idee che Rfi ha per il suo sviluppo, cominceranno i colloqui informali tra le aziende del mondo della logistica (principali stakeholders, ovvero portatori di interesse, coinvolti nella partita) e la stessa Rfi. Nei mesi di agosto e settembre si raccoglieranno le manifestazioni di interesse, che potranno aderire a quanto proposto dalla proprietà oppure apportare idee nuove ma compatibili con il progetto di rigenerazione. Insomma, Rete ferroviaria Italiana è aperta e pronta a vagliare qualsiasi possibilità.

Se tutto andrà come da programma, entro dicembre sarà pubblicato il bando effettivo e si potranno cominciare i sopralluoghi. Da quel punto in poi, i potenziali acquirenti dovranno formulare una proposta d’acquisto vera e propria e accompagnarla con un business plan. Pubblico e privato dovranno camminare fianco a fianco, cooperando per la costruzione di quello che, di fatto, diventerà un nuovo quartiere.

Le parole d’ordine per i nuovi edifici saranno sostenibilità, accessibilità, comunità. «Vogliamo restituire alla città uno spazio produttivo– dice Umberto Lebruto, di Fs Sistemi Urbani – ma che possa essere vissuto dai cittadini quotidianamente».