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Июль
2024

Venezia, ondata di furti nelle case in zona San Giobbe

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Hanno agito a colpo sicuro, dopo giorni o forse settimane di appostamenti. I ladri sapevano che all’interno di quelle case in zona San Giobbe non c’era nessuno. E che quindi avrebbero avuto campo libero. E così è stato.

In un caso, ad essere messa sottosopra è stata la casa di un anziano ricoverato da qualche mese all’ospedale Civile. Vedovo da tempo, dalla sua abitazione sono stati portati via ricordi e gioielli della moglie defunta.

Nel secondo caso, invece, nel mirino dei ladri è finita la casa di un’anziana signora scomparsa nei mesi scorsi. Ad accorgersi delle luci inaspettatamente accese all’interno dell’abitazione sono stati i vicini di casa, che a loro volta hanno avvisato la figlia della donna.

Quest’ultima, arrivata nell’appartamento, non ha potuto far altro che confermare i sospetti, accertare l’effrazione e denunciare tutto alla polizia di Stato.

Entrambi i casi sono capitati nei giorni scorsi nei pressi di San Giobbe, sestiere di Cannaregio. Un’area interessata ormai da qualche settimana da impattanti cantieri per il rifacimento delle rive lungo il rio di Cannaregio. E che al tempo stesso è diventata, ormai da tempo, punto di snodo: sia per il turismo di massa proveniente dalla stazione Santa Lucia, collegata tramite il ponte Solesin; sia per fenomeni di microcriminalità e di spaccio, a causa della vicinanza con uno dei punti più caldi della movida cittadina, rappresentato dalla fondamenta della Misericordia e degli Ormesini.

Che la percezione della sicurezza sia cambiata nell’area di San Giobbe, lo sostengono da tempo i residenti che ci vivono.

Gli episodi degli ultimi mesi però - basti ricordare l’omicidio in campo San Geremia a fine novembre - non fanno che confermare i loro timori. I furti degli ultimi giorni, infatti, sarebbero opera di una banda ben organizzata che conosce bene - e al tempo stesso monitora da vicino - le dinamiche dei residenti di San Giobbe.

Nel caso dell’appartamento svaligiato dell’anziano, i ladri hanno approfittato della sua assenza prolungata per colpire. Dopo aver forzato la porta d’ingresso nel cuore della notte, hanno messo a soqquadro l’appartamento facendo razzia di quello che trovavano.

In particolare, oltre ai soldi trovati nei cassetti, i ladri hanno portato via oggetti preziosi e ricordi dal grande valore affettivo della moglie dell’anziano, deceduta a Pasqua.

Il figlio dell’anziano, appena arrivato nell’appartamento per quantificare i danni, ha trovato addirittura l’asse da stiro aperta davanti all’armadio: segno che i ladri si sono arrampicati per vedere se fosse nascosto sopra il mobile qualche gioiello o altri oggetti di valore.

Qualche giorno prima, sempre nei paraggi è stato colpito un altro appartamento, in un campiello a poca distanza dal ristorante della Marisa, stavolta di proprietà di un’anziana scomparsa qualche mese fa. In questo caso, i ladri hanno portato via una quantità considerevole di argento.

Ma al di là del caso specifico l’allarme, come sottolinea la figlia dell’anziana deceduta che ha scoperto il furto in casa, è rivolto al fenomeno in espansione in città.

«Il problema», spiega Martina Gerotto, «è che questa zona della città non è più un’isola felice come lo era una volta. Essendo il retro della stazione, è diventata una via di fuga per i ladri. Senza contare l’aumento stratosferico di turisti e la presenza di un numero crescente di case pubbliche di Ater ormai vuote e disabitate. Tutto ciò, unito al problema del crollo di residenti e all’aumento di anziani soli, ha fatto venire meno il controllo di vicinato: mancano proprio i vicini. Venezia deve essere ripopolata: questo è un problema che la città deve affrontare».