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Июль
2024

Tragedia del Redentore, il padre di Riccardo accusa: «Tutto come prima»

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«Quando tornate a casa dopo i fuochi pensate a mio figlio Riccardo. State attenti a ogni rischio e al moto ondoso». A parlare è Olindo Nardin, padre del 28enne che nel 2023 è morto in un incidente in barca tornando a casa dopo la Notte Famosissima.

Olindo da un anno chiede all’amministrazione dei miglioramenti nella gestione del deflusso di barche e barchini. I suoi consigli sono stati presentati a marzo 2024 in Municipalità a San Lorenzo e sono stati condivisi dal consigliere Giovanni Andrea Martini di Tutta la Città Insieme. Depositati in un’interrogazione dello scorso febbraio, non hanno mai trovato risposta o seguito.

Per la polizia locale non ci sono mai stati problemi al termine del Redentore.

«Il momento del ritorno è sempre stato presidiato e lo sarà anche questa volta con una ventina di vigili in acqua e 220 in totale in tutta Venezia» spiega il comandante della polizia locale Marco Agostini.

Per lui l’incidente del capitano Riccardo Nardin non ha nulla a che fare con il moto ondoso e sicurezza: «Il caso è stato chiuso il giorno stesso» commenta.

Olindo la pensa diversamente dato che da quel momento, munito di fotografie e testimoni, ha ricostruito la dinamica: «Non sono parole di un padre disperato, ma di chi conosce l’effetto delle onde alte e l’impatto che hanno sui barchini. Mio figlio è morto per il moto ondoso. Per questo ho cercato di dare dei suggerimenti, affinché quello che è accaduto a mio figlio non capiti più».

Per Agostini la questione è chiusa. La gestione attuale è per lui positiva e quest’anno si prenderanno le stesse precauzioni dell’anno scorso. Tra i suggerimenti dati da Nardin e adottati da Martini ce ne sono alcuni che per il consigliere comunale avrebbero potuto essere messi in pratica: un vademecum da consegnare ai partecipanti ricordando il pericolo potenziale del deflusso finale; lampeggianti con luce bianca e blu da piazzare nelle briccole; utilizzo di megafono e fischietto da parte delle pattuglie e un servizio di videosorveglianza.

«Ho chiesto alle persone che andranno al Redentore di fare video perché chi dice che non c’è moto ondoso non sa che cos’è un’onda anomala» prosegue Nardin.

«Da anni parte della città chiede che si metta il Gps perché è chiaro che se non vedi il doppio della lunghezza della tua imbarcazione qualcosa non funziona».

A Venezia si parla da molto tempo di un progetto per illuminare le briccole, ma non ci sono soldi. Il risultato è che la notte c’è da fare attenzione.

Per Agostini i lampeggianti, per esempio, sono inutili «perché chi non sa andare in barca è meglio che vada a piedi». Il problema del deflusso dopo il moto ondoso è sempre stato un punto di dibattito, specialmente da quando nel Bacino di San Marco arrivano imbarcazioni di più dimensioni e l’uscita dopo i fuochi diventa una lunga processione.

«Saremo fuori Venezia» dice Nardin. «Mio figlio era comandante della barca granturismo del Doge, stimato e amato dai colleghi per la sua serietà e professionalità. L’unico nostro conforto è che è ancora vivo nei ricordi di chi lo ha conosciuto».