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Июль
2024

Piano ex Umberto I di Mestre, il Comune chiede di spostare le torri

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Troppa ombra durante l’anno prodotta dalle nuove torri previste dal piano “La Nuova Castelvecchio” all’ex ospedale di Mestre. Dopo le proteste di vari residenti di via Einaudi e via Castelvecchio, auditi in commissione anche il 15 luglio, la giunta Brugnaro decide di «rivedere la disposizione delle torri per non limitare il soleggiamento degli edifici vicini».

Lo ha reso noto in commissione ieri mattina, rispondendo alle domande e sollecitazioni di cittadini e opposizioni, l’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin.

La richiesta è già stata sottoposta alla proprietà dell’area, la Alì Spa della famiglia Canella, e sarà ribadita nell’emendamento di giunta che verrà approvato, a quanto si è capito, dopodomani, quando il grande piano da 150 milioni andrà al voto del consiglio comunale per l’adozione.

Coni d’ombra

Dei cinque edifici previsti nei quattro ettari dell’ex Umberto I le altezze sono note. Ottantasette metri la torre più alta; la seconda arriva a 76,5 metri e le altre due più basse misurano in altezza 42,5 metri.

Il quinto edificio, quello con funzioni di direzionale e possibile studentato, vicino al condominio Donatello (53,6 metri) a fianco di piazzale Candiani arriva a 48.

Ci aveva pensato il chirurgo Roberto Busolin, che in via Castelvecchio abita, ad evidenziare il tema dell’effetto cono d’ombra sulle case vicine. «Il supermercato di Alì vedrà pannelli fotovoltaici a sud e per questo a nord è stata posizionata la torre più alta. Ma noi residenti abbiamo investito già in pannelli fotovoltaici per le nostre case e subiremo un danno, di conseguenza».

Poi Chiara Berton, consigliera fucsia e delegata della Municipalità di Mestre. «Ogni famiglia di via Castelvecchio e zone vicine ha investito nel fotovoltaico dai ventimila ai sessantamila euro».

E ancora: «Io non voterò la delibera, per evitare qualsiasi conflitto di interesse. Ma i coni d’ombra nei progetti non rispecchiano la realtà. La torre principale di 87 metri è a cinquanta metri dalla mia abitazione e da quelle di altri residenti. Non sono sfavorevole all’elevazione ma occorre discuterne seriamente».

Altri residenti sono andati a lamentarsi della collocazione delle torri chiedendo indennizzi per l’ombra inflitta sulle case più basse.

Interviene la giunta

Per questo il 15 luglio De Martin ha spiegato che si andrà a correggere, d’accordo con il gruppo Canella, il posizionamento delle torri nell’area. «Stiamo cercando di trovare delle soluzioni e questo non va visto come un voler fare favori a qualcuno», ha subito evidenziato.

E dopo aver annunciato l’emendamento aggiunge: «Il proponente ci ha già fatto sapere che non riusciranno a modificare subito il piano distributivo, in tempo per il voto in consiglio comunale. Sarà pronto per la approvazione definitiva della variante», ha chiarito.

Nell’emendamento di giunta entreranno altre questioni. I posti auto delle torri residenziali, spiega De Martin, «dovranno essere il doppio delle unità abitative che verranno realizzate».

Norma che garantisce due posti auto per appartamento e già prevista per altri interventi edilizi nel Comune.

Inoltre per il supermercato, «come abbiamo già indicato per esempio ad Amazon per l’insediamento di Dese, se Alì Spa intende attivare un servizio di delivery (consegne a domicilio) questo dovrà essere realizzato esclusivamente con veicoli ad energia sostenibile», ha precisato l’assessore.

Padiglioni ed Erp

La giunta comunale pare decisa ad andare di fretta ad approvare la delibera di adozione della variante. Ma vari temi restano aperti.

Il futuro dei padiglioni che andranno, sistemati, al Comune. Il De Zottis sarà demolito per realizzare il parcheggio pubblico, con tariffe eque. Il Pozzan sarà bar, ristorante in uso ai privati.

«Per l’ex Cup il sindaco ha indicato la possibilità di realizzare un museo del giocattolo. Per il Cecchini abbiamo la proposta dello storico Sergio Barizza per un museo della storia di Mestre», ha ribadito l’assessore. «Ben vengano altre proposte», dice.

E poi la rinuncia alla quota di edilizia convenzionata, prevista al 10 per cento. «Un errore. Con Erp o social housing si evitano i ghetti sociali», lamenta il consigliere Rosteghin. Ma il tempo stringe. Ci sono altre due commissioni, oggi e domani, prima del voto in consiglio comunale di mercoledì, durante la maratona di tre giorni sul bilancio.