Ticket d’accesso a Venezia: incassati 2 milioni
L’introduzione del contributo d’accesso per i visitatori giornalieri aveva fatto il giro del mondo. Schiere di microfoni, telecamere e taccuini avevano accolto, lo scorso 25 aprile, l’esordio del primo sistema di prenotazione a una città storica. Ora, quella sperimentazione è quasi giunta al termine. Il prossimo fine settimana, infatti, sarà l’ultimo in cui chi viene in giornata in città dovrà prenotarsi e pagare (a patto di non essere residente in Veneto e di non rientrare nel lungo elenco di esenzioni). Di 29 giornate complessive previste per il 2024, infatti, 27 sono già alle spalle. Concluse le prove generali del ticket. Ora è tempo di primi bilanci e di prospettive.
Fino ad oggi - mancano ancora i dati di sabato 14 e domenica 15 luglio - il contributo ha portato alla registrazione di quasi mezzo milione di visitatori paganti. In totale, infatti, in 425 mila e 270 sono venuti in città per una “toccata e fuga”, senza rientrare nell’elenco di esclusioni ed esenzioni. Per ciascuno di loro, l’obbligo di pagare cinque euro per il ticket d’ingresso ha portato nelle casse comunali ben due milioni e 126 mila euro.
Un risultato ben oltre le previsioni, se si considera che la giunta nel bilancio di previsione aveva stimato un incasso di 700 mila euro nell’arco delle 29 giornate in cui sarà in vigore la sperimentazione. Che il dato sarebbe andato ben oltre le previsioni lo si era capito fin dagli esordi del contributo. Basti considerare che i primi sei giorni del contributo avevano fruttato 552 mila euro. Fin dal primo momento, il risultato era stato commentato positivamente da Ca’ Farsetti secondo cui ciò dimostrerebbe come si riesca ad esercitare «un effetto deterrente su un maggior numero di persone a cui, nella fase due al termine della sperimentazione, cercheremo di far capire che oltre la soglia che sarà stabilita la visita alla città costerà di più».
Un punto di vista contestato dalle opposizioni, secondo cui invece la misura adottata dalla giunta si sarebbe rivelata di fatto inutile per arginare i flussi turistici dal momento che nessun pagamento è previsto per i visitatori provenienti dal Veneto.
Fatto sta che ora, con la sperimentazione avviata per quest’anno ormai agli sgoccioli, è già tempo di guardare al 2025. Quando cioè lo strumento voluto dall’amministrazione Brugnaro entrerà a regime. Da agosto, archiviato il primo esperimento con l’applicazione per le 29 giornate, inizierà la fase due. Quella, cioè, in cui i tecnici del Comune e gli assessorati competenti (turismo e bilancio) dovranno studiare e analizzare i dati raccolti dalla Smart Control Room con le medie giornaliere di visitatori paganti, quelle relative ai visitatori provenienti dal resto della regione.
Alla luce dell’analisi dei dati che sarà realizzata, dovrà poi prendere forma la versione definitiva del contributo d’accesso. Sarà incrementato il numero di giornate in cui la misura sarà in vigore spalmate nell’arco dei dodici mesi (per quest’anno il periodo di vigenza previsto è di poco meno di tre mesi). Dovrà poi essere prevista una modulazione della tariffa. La legge infatti permette al Comune di variare tra i 3 e i 10 euro il pagamento del contributo in base alle necessità e alle capacità di carico.
Per riuscire in questo scopo, il Comune dovrà però stabilire la fatidica soglia di carico oltre la quale fissare un pagamento più oneroso per chi voglia entrare in città.