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Июль
2024

Orto botanico di San Giobbe, il Tar riapre l’ipotesi di un hotel di Lusso 

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Una sentenza del Tribunale amministrativo veneto riavvia una vicenda che sembrava definitivamente chiusa, riaprendo la porta a una possibile futura destinazione alberghiera dell’area dell’ex Orto Botanico di San Giobbe. Cambio d’uso richiesto dalla proprietà, ma negato dall’amministrazione, che non aveva concesso alcuna deroga alla propria delibera blocca-alberghi, negando al gruppo Marseglia – proprietario dell’area – di realizzare qui un nuovo albergo di lusso cinque stelle con il marchio Canopy-Hilton. L’imprenditore pugliese, da parte sua - considerandolo a rischio invenduto - proprio pochi giorni fa aveva annunciato di non voler andare avanti con il progetto previsto dalla pianificazione urbanistica: ovvero, realizzare un complesso residenziale di 160 alloggi, di cui il 20 per cento da offrire a prezzo concordato in base agli accordi stipulati a suo tempo dal Comune con i precedenti proprietari.

Ieri, invece, il Tar ha accolto il ricorso della San Giobbe Srl e ha “cancellato” il provvedimento del Comune di Venezia, dell’agosto agosto 2019, riaprendo il caso. Sui 18 mila metri quadrati dell’“ex Orto Botanico” - dietro al binario 1 della stazione, vicino al ponte Valeria Solesin - sorgono otto edifici per circa 52mila metri cubi: il progetto della attuale proprietà è quello di realizzare un hotel di lusso con 230 stanze tra camere e residenze per gli ospiti. Il Comune aveva opposto la sua delibera sullo stop alla concessione di nuovi cambi d’uso: case erano previste e case devono essere, a costo di lasciare l’area così, all’abbandono, davanti al rifiuto della proprietà.

Ma per il Tar la procedura è stata sbagliata e l’amministrazione ha contraddetto le sue stesse delibere, che pur prevedendo di «tutelare la Città Antica di Venezia dalla pressione turistica, dal proliferare incontrollato di attività ricettive, a discapito della residenza e dei servizi agli abitanti, e dalla perdita d'identità del patrimonio edilizio storico», prevedono anche la possibilità di concedere deroghe al divieto di nuovi alberghi, ove - ricordano i giudici - ravvisi nei progetti presentati «il pubblico interesse, avendo riguardo, in particolare, alla qualità delle strutture e l’alta gamma dei servizi offerti, alla loro specifica localizzazione nell’ambito del centro storico, alla loro capacità di innescare processi di riqualificazione degli spazi pubblici circostanti, all’uso razionale ed unitario degli immobili, all’impatto occupazionale e indotto economico derivante». È accaduto più volte negli anni.

Quindi - concludono i giudici del Tar Veneto nell’annullare il diniego - «va rilevato come l’Amministrazione comunale abbia errato nel “bloccare” a monte l’iter procedurale, senza nemmeno avviare il procedimento e, in particolare, rimettere la valutazione del progetto in prima battuta al Consiglio Comunale».

Il procedimento così può riprendere, ma non è detto che - alla fine - il “no”al nuovo albergo non resti tale.