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Июль
2024

Biagio Marin, a Trieste nasce uno spazio interamente dedicato al poeta di Grado

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TRIESTE Il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste, fondato nel 1946 da Giani Stuparich, ha recentemente creato all’interno del suo sito lo “Spazio Biagio Marin”.

Il poeta di Grado era stato chiamato a dirigere la Sezione Lettere nel difficile dopoguerra segnato dall’esodo di migliaia di istriani, fiumani e dalmati. Aveva chiamato a raccolta i più grandi scrittori e intellettuali italiani del tempo, a perorare la causa di una Trieste italiana, quando i destini della città erano ancora molto incerti.

Il Circolo della Cultura e delle Arti, nella sua allora prestigiosa sede del Ridotto del Verdi, aveva così potuto ospitare Eugenio Montale e Giuseppe Ungaretti, Elsa Morante e Salvatore Quasimodo, Pier Paolo Pasolini e Vasco Pratolini, Leonardo Sciascia e Indro Montanelli, Carlo Cassola e Mario Soldati e così via. E critici letterari che hanno contribuito a far definire il profilo degli scrittori triestini.

Per vent’anni Marin fu al centro di una rete culturale complessa: nel suo nome infatti molti poeti istriani che avevano scelto di rimanere in Jugoslavia, Ligio Zanini, Giusto Curto, Libero Benussi tra questi, ispirandosi a lui che poetava in graesan, avevano scelto di scrivere in dialetto per rimarcare la loro appartenenza alla cultura veneta-istriana, divenuta ora minoritaria e messa seriamente a rischio di estinzione.

Biagio Marin è stato il tipico rappresentante della civiltà giuliana, nato com’era sotto l’Impero austriaco, suddito del Regno d’Italia, cittadino del Territorio Libero di Trieste governato dagli anglo-americani e infine della Repubblica italiana. Era vissuto infatti a Grado, Gorizia, Pisino d'Istria, Vienna, Firenze, Trieste, riuscendo a creare una ricchissima rete di rimandi e di rapporti con le culture di volta in volte attraversate.

Il sito fa un po’ la storia della sua “fortuna” critica, che la creazione a Grado del Centro Studi Biagio Marin aveva in qualche modo consacrato, mentre informa sul ricco patrimonio archivistico relativo a lettere, diari, foto, articoli, registrazioni audio e video e, naturalmente, raccolte poetiche. L’apertura sulle singole voci permette insomma di avvicinare un repertorio di grande interesse per quanto riguarda la cultura giuliana, che forse non è sta ancora resa riconoscibile nei tratti specifici di una sua fisionomia complessiva, autonoma ed originale rispetto ad altre narrazioni regionali, che insieme concorrono a restituire il complesso mosaico della cultura letteraria italiana.

La creazione del sito si è resa possibile infatti grazie ai progetti di Divulgazione umanistica finanziati dalla Regione, in questo caso nella prospettiva di Go!2025. E dunque, “Spazio Biagio Marin” intende andar oltre la biografia, la produzione letteraria e critica del poeta gradese. Come ogni sito, è destinato a crescere nel tempo e ad arricchirsi di tutti quei materiali necessari a farne un punto d’informazione permanente, relativamente alla produzione letteraria del territorio. Proprio pensando a questa finalità è prevista, in un prossimo futuro, la creazione di una serie di brevi saggi dedicati ad autori giuliani attivi nel presente.

È per la contemporaneità che sembrano mancare infatti lavori di sintesi che rendano corpose le presenze dei nostri autori, di cui si conoscono a volte singoli libri, raccontati magari solo in occasione della loro presentazione.

Il sito conterrà dunque i profili critici di scrittori che in qualche modo stanno contribuendo ad arricchire la narrazione di luoghi mentali, situazioni storiche, soluzioni linguistiche, tematiche filosofiche, prospettive antropologiche, ipotesi ambientalistiche, documentazioni sociali, forme artistiche, nate in regione e in grado di allargarsi a un contesto molto più ampio. È già prevista infatti all’interno di “Spazio Biagio Marin” la sezione “Personaggi”, che si affianca idealmente, nella Sezione Letteratura del Sito del Cca, alla voce “Maestri triestini: video ritratti”. Qui, al contrario, si è iniziato a rendere fruibili da un pubblico non specialistico i percorsi di alcuni dei nostri intellettuali divenuti ormai dei classici e come tali considerati nelle varie storie letterarie.