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Июль
2024

Serbia-Cina: dazi cancellati su gran parte dei prodotti

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BELGRADO L’Unione europea minaccia pesanti dazi contro le auto elettriche cinesi, evocando una guerra commerciale che potrebbe avere pesanti conseguenze sui rapporti con Pechino. Nel frattempo, un Paese balcanico strategico, la Serbia – che guarda all’ingresso nella Ue come chiave di volta dello sviluppo del Paese, ma coltiva rapporti stretti con potenze extra-europee – “abbatte” le dogane con la Cina. E la Cina, da parte sua, fa lo stesso, con un accordo che ha enorme valenza non solo economica. Ma anche geopolitica.

Un accordo entrato in vigore proprio in questi giorni, che riguarda il libero scambio tra Serbia e Cina, diventate di fatto una sorta di “mercato unico” per decine di migliaia di prodotti balcanici e cinesi.

Accordo, siglato nell’ottobre del 2023 e diventato pienamente efficace a inizio luglio, che vedrà immediatamente abolite le tariffe doganali «sul 60% dei beni» serbi in ingresso in Cina, mentre «tra i prossimi 5-10 anni altre riduzioni sono attese» su un altro 30% dei prodotti “made in Serbia”, mentre alcuni prodotti industriali e agricoli più «sensibili» continueranno a essere sottoposti a dazi, ha spiegato il ministro serbo per il Commercio estero, Tomislav Momirovic.

«Parliamo di un mercato di 1,4 miliardi di consumatori», ha sottolineato poi, mentre l’ambasciatore cinese a Belgrado, Li Ming, ha assicurato che l’intesa è segno di «una grande fiducia politica» riposta dalla Cina nella Serbia e di una «amicizia di ferro», quadro ribadito anche dallo stesso presidente Xi, nella sua tappa a Belgrado in primavera.

Dichiarazioni che sono confermate da altri numeri: Pechino, infatti, ha siglato simili accordi di libero scambio solo con 16 Paesi al mondo. La Cina, da parte sua, ha indicato in «generatori e motori elettrici, pneumatici» – non a caso in Serbia sta nascendo la più grande industria cinese in Europa per la fabbricazione di gomme – «vini e noci» alcuni fra i beni “made in Serbia” più attesi sul mercato cinese. Senza dimenticare l’acciaio e il rame serbi, settori controllati da aziende cinesi.

Belgrado invece attende in particolare benefici sostanziali «per il settore agricolo» del Paese balcanico, ha aggiunto il ministro Momirovic. E in effetti dalla Serbia in Cina arriveranno senza dazi prodotti-chiave per l’economia locale, come mele, frutti di bosco – da decenni uno dei frutti di punta della Serbia – prugne secche, semi, ma anche carne di vitello, oltre a prodotti della sua industria chimica, come detergenti e preparati per la pulizia della casa. Rimangono invece ancora sottoposti alle tariffe doganali svariati prodotti serbi che Pechino non desidera “invadano” il suo mercato: tra questi, derivati dal latte come i formaggi, ma anche altri tipi di carne e cereali.

Off-limits anche i prodotti con più del 50% dei componenti realizzati extra-Serbia. E fra questi dovrebbero esserci anche le nuove Panda elettriche che usciranno da Kragujevac. Speculari i vantaggi per la Cina. Ma ci sono timori che «prodotti cinesi possano invadere» il mercato serbo, ha segnalato Bloomberg. L’accordo – che si aggiunge ad altri già in vigore con Russia, Bielorussia, Turchia e Ue – non è solo economico, anzi. Lo ha confermato lo stesso governo cinese, che ha ammesso che si tratta per «costruire insieme un futuro comune nella nuova era».

L’accordo potrebbe avere «benefici» per l’economia serba, ma aumenta «le complicazioni geopolitiche» di un Paese sempre più “Giano trifronte” (tra Ue, Russia e Cina), hanno invece messo le mani avanti gli analisti di Ing. —

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