Le antiche serre di Miramare sono pronte a ospitare gli aranci voluti da Massimiliano
TRIESTE Si racconta che Massimiliano d’Asburgo, negli anni trascorsi al Castello di Miramare, avesse provato a coltivare nelle aree del parco alcuni aranci, spinto dalla sua passione per la botanica e da un viaggio nel Sud Italia. I risultati, però, furono alquanto modesti: le piante morirono dopo pochi mesi, a causa del meteo avverso e dell’inadeguatezza dei mezzi a disposizione.
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Ora le cose sono cambiate: il clima non è più quello dell’Ottocento e, soprattutto, da oggi le antiche serre del parco di Miramare godono di un impianto tecnico completamente rinnovato.
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Il restauro appena concluso – iniziato sei mesi fa e finanziato con circa 350 mila euro di fondi pubblici – ha mantenuto invariate le caratteristiche estetiche dell’edificio, consentendogli di recuperare a pieno le funzioni prospettate dal suo progettista, l’architetto di Miramare Carlo Junker.
Non solo: la serra, attualmente vuota, ospiterà dal prossimo autunno – quando le piante non potranno più rimanere all’esterno – proprio gli aranci che, dal 2020, sono tornati a essere coltivati a Miramare. Portando così a termine – si spera con miglior fortuna – l’esperimento tentato da Massimiliano.
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La dimensione quasi romanzesca della vicenda non deve far trascurare gli aspetti tecnici del restauro. Le Antiche Serre risalgono al 1860 e, negli anni, si sono conservate in buone condizioni. Tanto che, ad occhio nudo, nulla parrebbe essere cambiato rispetto a sei mesi fa, prima dell’inizio dei lavori. Le novità si nascondono sotto alla pavimentazione, dov’è stato allestito un impianto di riscaldamento radiante, che permetterà di controllare la temperatura mantenendola ai livelli richiesti (gli aranci non sopravvivono sotto ai 5 gradi). A questo si aggiungono un impianto idrico e una piattaforma mobile, usata per agevolare lo spostamento delle piante.
Tutti strumenti ai quali, per ovvie ragioni, non poteva avere accesso Massimiliano. Ciò nonostante, «la serra era stata progettata, all’epoca, con tecniche moderne e funzionali al suo scopo», spiega l’architetto Carlo Manfredi, che si è occupato del restauro. Per tale motivo è bastato perfezionare il modello esistente, con qualche piccolo aggiustamento come nel caso degli impianti idrici e di riscaldamento.
Grazie a tutti questi fattori, gli aranci di Miramare potranno trovare riparo nelle antiche serre a partire dal prossimo ottobre. In futuro, se i monitoraggi delle temperature interne all’edificio daranno esito favorevole, potrebbero aggiungersi «altre specie esotiche, dalle orchidee alle piante di caffè», come auspicato dalla direttrice di Miramare Andreina Contessa. Mentre durante i mesi estivi (dal prossimo anno in poi) gli spazi interni dovrebbero essere destinati a esposizioni botaniche temporanee.
Il restauro della antiche serre si inserisce in un quadro più ampio di riqualificazione di Miramare, in corso in questa parte del parco da molti anni. Alla già menzionata orangerie, inaugurata nel 2020, è seguito il restauro del Castelletto, riaperto al pubblico e riconvertito, al piano terra, in punto vendita di libri e souvenir. È ancora aperto, invece, il cantiere alla Cappella di San Canciano: quando anche questo passaggio sarà portato a termine, la rifinitura finale riguarderà le aiuole comprese tra le Antiche Serre e il Castelletto.
Per chi si chiedesse che fine fanno le arance coltivate a Miramare, già dall’anno scorso è iniziata una produzione di marmellata, la cui lavorazione è affidata a un’azienda agricola di Sauris. Finora la distribuzione era riservata esclusivamente agli eventi a sostegno di attività del parco di Miramare. Da oggi, grazie anche all’opera di restauro delle serre, le confetture – il cui nome ufficiale è “Amare” – si possono acquistare al punto vendita del Castelletto. Il prezzo è di 20 euro ciascuna.