Il mega yacht a vela Black Pearl in manutenzione a Trieste
TRIESTE A distanza di circa un anno eccolo tornare a Trieste: il suo nome è Black Pearl, perla nera, lo stesso appellativo conferito a un fuoriclasse del calcio anni Sessanta, il portoghese Eusebio. Nel nostro caso si tratta di uno yacht a vela, tre alberi, tra i più grandi al mondo, di proprietà della famiglia del magnate russo Oleg Burlakov, morto nel 2021.
Ma non è tornato come nel luglio 2023 al marina San Giusto per turismo, bensì è “ricoverato” alla banchina Quaiat sul Canale navigabile per quindici giorni di “terapia” a base di navalmeccanica varia. Avendo ormeggiato solo venerdì mattina alle 9, nel cantiere si attendeva ancora la lista dei lavori da effettuare.
È presumibile che Marino Quaiat prepari per la circostanza una squadra formata da una decina di addetti, in parte suoi dipendenti e in parte reclutati: lui lo definisce “pit stop” nautico, sulle orme della sosta tecnica nelle discipline motoristiche. A occuparsi del soggiorno triestino di “Perla nera” è l’agenzia Samer & co.
Si tratta di una buona e inattesa notizia. Buona perché erano trascorsi quasi due anni da quando nell’ottobre 2022 l’ultimo megayacht a vela, Eos, del miliardario americano Barry Diller, aveva solcato le acque limacciose del Canale. Quaiat sottolinea come la guerra russo-ucraina abbia fatto sentire i suoi negativi effetti sul settore, quindi benvenuta Black Pearl. Inattesa perché la presenza del megayacht non era programmata e la comunicazione dell’arrivo è giunta solo giovedì.
In genere sono tre i maggiori riferimenti cantieristici triestini per queste operazioni: oltre a Quaiat, l’Arsenale di Fincantieri e Cartubi. L’Arsenale ha ospitato recentemente Luminance, una barca importante da 145 metri, proprietà dell’oligarca ucraino Rinat Achmetov, “controllante” del gruppo siderurgico Metinvest e presidente della squadra di calcio Shakhtar Donetsk.
Ma torniamo alla vetrina di questi giorni. Black Pearl è stato varato nel 2018 dal cantiere Oceanco, situato ad Alblasserdam, una località nell’Olanda meridionale. La sua quotazione viene stimata attorno ai 200 milioni di dollari.
Dal punto di vista tecnico, i siti la descrivono lunga circa 107 metri, scafo in acciaio e i tre alberi in fibra di carbonio. Può raggiungere una velocità di 30 nodi. Ha un equipaggio di 27 addetti ed è comandato da un neozelandese con un curriculum velistico significativo.
Il design esterno e interno è stato curato dai designer Nuvolari Lenard e Ken Freivokh. A bordo varie amenità: pista da ballo, cinema, luci subacquee, beach club e palestra. Noleggiabile per un massimo di 14 ospiti in 5 suite composte da una master suite, due cabine vip, una cabina doppia e una cabina doppia.
Alle spalle di Black Pearl c’è una vicenda dalle vivaci spruzzate di giallo. Il committente dell’imbarcazione fu il miliardario russo Oleg Burlakov, nato nel 1949 e morto ufficialmente di Covid nel 2021. Durante l’era sovietica divenne ufficiale dell’aeronautica e tale rimase fino al 1989 quando si dimise e raggiunse il Canada.
Iniziò un’attività imprenditoriale su vari fronti, dal petrolifero al cementiero, che gli ha recato una notevole ricchezza stimata attorno ai 3 miliardi di sterline. Vita avventurosa: nel 2018 scampò miracolosamente a un attentato a Mosca.
Avventurosa anche in famiglia, dove la consorte Ljudmila intentò una causa di divorzio: Oleg riteneva che, per ragioni ereditarie, lo volessero far fuori. Avventurosa anche la sepoltura: la sorella voleva che avvenisse nella natìa San Pietroburgo, invece moglie e figlie trasportarono la salma in Canada.