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Июль
2024

Il 34 del Bahrain, idolo del basket azzurro: «Io fuori forma? Ho un grande QI e mani veloci!»

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Accendi sul match che vale le Olimpiadi, noti qualcosa di strano, dai la colpa dall’ora tarda, ti chiedi se stai guardando un’amichevole tra gli Amatori Uisp del Catanese. E invece no, è Italia-Bahrain, prima gara del torneo preolimpico che si gioca a Porto Rico e che qualifica a Parigi 2024. Gara giocata a inizio settimana, stravinta dagli Azzurri.

A far perdere l’orientamento è lui, il numero 34 in maglia rossa: un pivot che non raggiunge l’1,90, non propriamente un fisico da atleta (eddai, non è body shaming, guardate, è così!), monociglio alla Elio. Per chi bazzica nelle minors, il modello perfetto di giocatore che smazza batoste sotto canestro e inanella un airball dietro l’altro, tra un fiatone e l’altro.

E invece no: Alì Hasan, che in patria gioca nel Muharraq Club, smista assist al bacio, fa sentire i gomiti a Nic Melli e segna pure un canestro (davvero, il 90-46!). Vabbè, chiede il cambio dopo qualche minuto ma è chiaramente (seeeee) una scelta tecnica. E gioca con la nazionale, altro che Uisp di Catania. Nazionale del Baharain, mica Dream Team, vien da dire: chi se ne importa, lui è lì a giocarsi – pur con poche speranze, anzi, dopo la sconfitta con Porto Rico proprio nessuna – un’Olimpiade.

Quanto basta per diventare, in poche azioni, l’idolo d’Italia. Re dei social (leggete ad esempio la dedicona de La Giornata Tipo), prezzemolo da ormai una settimana di qualsiasi pagina dedicata alla palla a spicchi, persino invitato da Gigi Datome a fare uno scambio di maglia. Digitate Alì Hasan su Google o scrivete “34 del Bahrain” su X se non ci credete.

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Che Alì sia qualcosa di davvero diverso da quanto visto fino ad ora sul parquet lo conferma anche questo: gli si scrive su Instagram e risponde e anzi, tra un fuso orario e l’altro, risponde a qualche domanda con grande ironia e disponibilità.

Sei consapevole che tutti i siti di basket italiani, dopo la partita tra la tua Nazionale e l'Italia, ti hanno dedicato decine di articoli e che i social network degli appassionati di basket avevano solo foto di te e video delle tue azioni?

Credetemi, sono rimasto davvero sorpreso. Giuro che non me lo aspettavo, non così ovviamente. E’ la prima volta in assoluto che ho un’attenzione mediatica di questo tipo, a livello praticamente mondiale poi… Pazzesco!

Hai segnato 2 punti e la tua Nazionale ha perso di 61 punti, eppure per noi sei diventato un eroe nazionale. Come lo spieghi?

Ovviamente non siamo venuti a Porto Rico per perdere, ma per dare il massimo e dispiace per quel punteggio. I fan erano entusiasti di me e mi hanno dato un grande amore: come potevo non ricambiare tutto quell'amore?

Sicuramente non incarni l'immagine e la forma del super atleta, eppure giochi in Nazionale e ti abbiamo visto fare delle ottime cose: assist perfetti, momenti di buona difesa su ex Nba, recuperi difensivi. Agli occhi degli spettatori, questo rappresenta qualcosa di anomalo.

Sì, inutile nasconderlo: il mio corpo non è atletico. Ma c’è altro: il mio quoziente intellettivo, le mani veloci, la mia capacità difensiva e altre cose che solo io faccio. Sono tutte cose che possono aiutare la squadra a migliorare.

Com'è stato giocare contro atleti come Gallinari e Melli?

Li vedevo giocare ad altissimo livello in Nba o in Euroleague. È un grande onore giocare contro queste leggende, che io considero superstar.

I più maligni a un certo punto hanno affermato che hai chiesto il cambio perché avevi il fiato corto.

(risata!) Noooo, assolutamente, non ho chiesto il cambio io: è stata solo una decisione dell'allenatore, una pura questione tattica.

Come sei arrivato in Nazionale?

Faccio parte della rappresentativa del Bahrain da molto tempo, dal 2012, avevo 18 anni. Ma voi ragazzi mi conoscete solo ora semplicemente perché abbiamo giocato su questo grande palco, che si ha assicurato una notorietà inedita.

Il basket è il tuo primo lavoro o la tua professione nella vita è qualcos'altro?

Il basket nel nostro Paese a livello locale non è uno sport pienamente professionistico, ho un altro lavoro – ho un normalissimo lavoro in ambito pubblico-governativo - e il basket è di fatto un lavoro part-time.

A quale giocatore ti ispiri?

Adoro Shaq, Hakeem e Kobe, ma nel basket moderno amo Nikola Jokic e Giannis Antetokounmpo.

Persino Gigi Datome ha voluto incontrarti per uno scambio di maglia…

Sono rimasto scioccato quando Gigi mi ha chiesto la mia maglia! Tipo gli faccio: “Davvero Gigi chiedi la mia maglia???”. Una leggenda italiana ed europea che mi chiede la maglia è da non credere, è una cosa molto importante per me, è un onore!

Un saluto ai tuoi nuovi tifosi italiani?

Vorrei ringraziarli per il grande supporto e amore che mi hanno dato. A tutti voi un “grazie mille!”.

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