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Июль
2024

Pavia, il sorriso di Boggioni illumina il Grest della Sacra Famiglia:  «In acqua io sto bene»

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PAVIA. Il suo segno distintivo è il sorriso, che indossa quotidianamente e che ieri ha contagiato anche gli oltre cento bambini e ragazzi del Grest della Sacra Famiglia, che per quasi un’ora e mezza l’hanno tempestata di domande e chiesto autografi.

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Plurimedagliata

Monica Boggioni, plurimedagliata campionessa di nuoto paralimpico che compirà 26 anni il prossimo 5 agosto, arriva all’oratorio di viale Ludovico il Moro (che è anche il suo) a bordo di una fiammante auto rossa e, senza abdicare un solo istante dal suo sorriso, mostra molto semplicemente come – nonostante la diplegia spastica con cui convive dalla nascita – guidi coi comandi al volante nella più assoluta indipendenza. Riceve l’applauso dei bambini e con loro si intrattiene in quella che da subito diventa una chiacchierata amichevole. Racconta come il nuoto sia stato – a partire dall’età di tre anni – la sua terapia contro la disabilità, ma anche un modo per sentirsi meglio.

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«Non esistono persone diverse dalle altre, mi piace pensare che ognuno di noi abbia la propria unicità – racconta Boggioni – ma quando ero bambina a scuola nessuno voleva giocare con me perché avermi nella propria squadra voleva dire perdere». In acqua, però, stava bene perché - dice - non inciampava e non cadeva. Era un luogo senza barriere architettoniche, anche se le sue gambe non la aiutavano nella nuotata. A quattordici anni arriva la partecipazione al progetto "Nuota con noi" alla piscina Folperti, con Giulia, altra nuotatrice con disabilità. Insieme aprono le porte a una nuova avventura, che oggi conta diciotto atleti in tutta la provincia.

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Vita quotidiana

I bambini le chiedono come faccia a vestirsi, lei sorride e senza difficoltà "mima" dalla sua sedia a rotelle i movimenti di ogni giorno. «Per me è così dalla nascita - sorride - ormai è normale». E poi una sequela infinita di domande, a cui risponde con pazienza. «Perdi qualche volta?», le chiedono. «Certo, risponde, anche in una gara recente sono arrivata quarta. Capita». E poi incalzano: «Ma sei ricca?», aprendo la nota dolente della diversità di remunerazione tra i campioni paralimpici e quelli normodotati. «Anche se adesso sono entrata nel corpo di polizia a tutti gli effetti per meriti sportivi -ricorda- e quindi posso fare l'atleta di lavoro. In questo l'Italia è all'avanguardia». Un super-lavoro, adesso, visto che si allena undici volte a settimana, con nel mirino le Paralimpiadi in programma tra due mesi a Parigi.

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