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Июль
2024

Un’opera di Celiberti alla Camera in memoria delle vittime sul lavoro

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Un messaggio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, mezzo Governo italiano presente con alcuni dei ministri più importanti dell’esecutivo e i genitori di Lorenzo Parelli, lo studente dell’istituto Bearzi di Udine morto il 21 gennaio del 2022 in un incidente nel suo ultimo giorno di stage nell’ambito di un progetto scuola-lavoro.

Uno scenario, questo, apparso nella sala del Mappamondo a Montecitorio dove il presidente della Commissione Lavoro, l’udinese Walter Rizzetto, ha organizzato una mattinata di approfondimento per commemorare le vittime sul lavoro.

Una lunga serie di interventi ha anticipato il momento clou della giornata e cioè la consegna da parte del maestro Giorgio Celiberti di una sua opera pensata e dedicata espressamente a chi ha perso la vita mentre stava lavorando.

«L’opera verrà esposta in modo permanente all’interno della sala della Commissione Lavoro – ha spiegato Rizzetto – affinchè funga da monito per presidenti e consiglieri, presenti a futuri, sull’importanza del tema della sicurezza sul lavoro».

Visibilmente commosso, Celiberti ha voluto ringraziare per l’occasione avuta spiegando di essere «un uomo fortunato, come dimostra il fatto di trovarmi qui, oggi, in un momento così importante».

Prima, come accennato, c’era stato spazio per vari interventi, anticipati da un messaggio di Meloni.

«La sicurezza sul lavoro – ha detto la premier – è un tema che sta particolarmente a cuore a questo Governo ed è una delle priorità di cui ci stiamo occupando di più fin dal nostro insediamento, anche nel confronto con le organizzazioni datoriali e sindacali.

Perchè questa è una sfida che non tocca soltanto le istituzioni, ma che coinvolge tutti, a ogni livello. Tutti, nessuno escluso, devono sentirsi parte in causa. In questi mesi abbiamo disposto l’assunzione di 1.600 ispettori del lavoro in più con l’obiettivo di raddoppiare il numero delle ispezioni nel 2024. Abbiamo introdotto la cosiddetta “patente a crediti” per le imprese e i lavoratori autonomi e la lista di conformità per le aziende, che dimostrano comportamenti corretti e rispettosi delle regole».

E se il ministro per i Rapporti con il Parlamento, il pordenonese Luca Ciriani ha evidenziato come «anche le nuove norme introdotte cercano e vogliono eradicare la vergogna dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, cioè il caporalato», il collega Francesco Lollobrigida ha spiegato gli impatti in agricoltura delle leggi, quello alla Giustizia Carlo Nordio si è concentrato sul rapporto tra «necessità penale e deterrenza legata ai controlli», mentre la titolare della delega al Lavoro, Marina Calderone ha sottolineato come in tema di sicurezza sul lavoro «di parole se ne dicono tante, tanto ci si confronta, ma molto può fare il nostro agire in silenzio, perché certe tragedie non accadano» mai più.

Chiaro, quindi, era stato Rizzetto. «Le istituzioni sono impegnate con fermezza nella battaglia per garantire condizioni lavorative più sicure e dignitose – ha detto il deputato di Fratelli d’Italia –. È una nostra priorità assoluta, nella consapevolezza che nonostante i progressi compiuti, il numero degli infortuni sul lavoro resti ancora troppo alto e a un livello intollerabile.

Credo molto nella diffusione della cultura della sicurezza, a partire proprio dagli istituti scolastici.

Per questo ho presentato una proposta di legge, in esame al Senato, con questo obiettivo. A tutti, infatti, deve essere chiaro che il primo diritto fondamentale di ogni lavoratore è quello di svolgere la propria attività in un ambiente sicuro e privo di pericoli».

Significativo, infine, l’intervento di Maria Elena Dentesano, la mamma di Parelli, che ha idealmente consegnato ai presenti la Carta di Lorenzo, cioè il manifesto sulla sicurezza dedicata alla memoria del figlio.

«A un anno dalla tragedia che ha colpito mio figlio – ha detto – assieme alla Regione abbiamo creato la Carta di Lorenzo, sottoscritta da scuole, studenti, imprese, sindacati e istituzioni per una formazione più sicura.

È nata dall’amore che ci resta dopo la scomparsa di Lorenzo. Crediamo che la Carta possa aver dato voce al grido dei ragazzi, increduli e scossi nelle piazze, che chiedevano di essere tutelati nei percorsi formativi.

Le istituzioni restano il nostro punto di riferimento, soprattutto dopo l’incontro con Sergio Mattarella e le parole pronunciate dal presidente della Repubblica che ha posto l’accento sul valore del lavoro che non può essere associato al rischio della morte».