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Июль
2024

Via alla Settimana sociale dei cattolici a Trieste: primo atto con il presidente Mattarella. Domenica Papa Francesco

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TRIESTE. Cinque giorni scanditi da incontri pubblici, dibattiti, concerti e, soprattutto, vissuti all’insegna di «dialogo e amicizia sociale, i valori da cui nasce la democrazia». Così monsignor Luigi Renna, arcivescovo di Catania e presidente del Comitato scientifico e organizzatore ha spiegato ieri lo spirito che animerà la 50esima edizione della Settimana sociale dei cattolici in Italia, che si terrà a Trieste da oggi a domenica e il cui tema principale sarà proprio quello delle democrazie, assieme alla partecipazione: “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”.

L’evento, presentato martedì nel palazzo della Regione in piazza Unità, riunirà nel capoluogo regionale, da tutta Italia, più di 900 delegati di Diocesi, associazioni, movimenti e “Buone pratiche”, concetto che raccoglie realtà di impegno sociale, volontariato, associazioni, ma anche istituzioni e imprese, che a vario titolo sono impegnate in iniziative per il bene comune. Iniziative che troveranno spazio nei “Villaggi della Buone pratiche” allestiti nel centro cittadino con più di cento stand.

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Un’edizione della Settimana sociale che sarà impreziosita dalla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che oggi pomeriggio interverrà alla cerimonia di apertura, e di Papa Francesco, che domenica mattina sarà a Trieste prima al Generali Convention center e poi in piazza Unità dove celebrerà la messa e reciterà l’angelus.

Renna ha aggiunto che «la democrazia a volte ha bisogno di manutenzione e l’astensione elettorale ne è un segnale. Serve recuperare il senso della partecipazione». «A guidarci nel dibattito che si svilupperà in questi giorni – ha concluso il presidente del Comitato scientifico – sarà l’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco».

Il vescovo di Trieste Enrico Trevisi ha rimarcato la particolarità di una Diocesi «zona di frontiera», sottolineando come la chiesa triestina sia «costituita dalla comunità di lingua italiana e dalla comunità di lingua slovena». «Siamo tutti figli dello stesso Dio nella fede, chiamati a imparare a vivere da fratelli» è la considerazione del vescovo, seguita da un riferimento alla sofferenze del passato di questo territorio di confine: «Qui tutti possono considerarsi vittime».

Elena Granata, vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, ha precisato che sugli oltre 900 delegati «un terzo sarà costituito da donne e un terzo da giovani». Il lavoro dei delegati si svolgerà prevalentemente al Generali Convention center: «I partecipanti faranno esperimento di un metodo – ha spiegato Granata –. A gruppi di 20, si confronteranno sui temi del nostro tempo, facendo emergere l’ispirazione per arrivare alle policy, ossia, che cosa fare». «Saranno 16 – ha continuato – le piazze tematiche e ci saranno eventi, dibattiti, convegni e musica. Democrazia vuol dire anche stare bene insieme». E «negli stand dei villaggi delle “Buone pratiche” si troveranno esperienze da tutta Italia».

Ad aprire la serie degli interventi è stato il vicegovernatore con delega alla Cultura Mario Anzil: «Una manifestazione di grande rilievo per Trieste e l’intera regione, non solo per la visibilità che le visite del presidente Mattarella e del Santo Padre porteranno, ma anche per l’opportunità, data dagli appuntamenti in programma, di confrontarsi sulla visione della società ed elaborare proposte per il futuro. Vogliamo essere testimoni – è il pensiero espresso da Anzil, ricordando anche l’appuntamento del prossimo anno con Go! 2025 – di una cultura che, partendo dalla presenza storica del confine, ne ha ridefinito il significato trasformandolo da elemento divisivo a opportunità di amicizia tra popoli».

A portare il saluto della città il sindaco Roberto Dipiazza che domenica consegnerà a Bergoglio il Sigillo trecentesco dorato della città: «In questi giorni, mentre veniva costruito il palco in piazza, ricordavo i momenti difficili di Trieste. Nel 2001 si parlava solo dei drammi del Novecento, poi nel 2010 c’è stato il concerto con i tre presidenti Napolitano, Türk e Josipovic, e quando vedrò Mattarella, gli ricorderò del momento storico del 2020, con il presidente Pahor, a Basovizza. In quel momento ho capito che finalmente avevamo messo una pietra sui fatti drammatici del Novecento». «Con grande piacere – ha affermato – ospitiamo questo evento in una città dove chiese di religioni e culti differenti convivono una accanto all’altra».

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Oggi, dunque, la cerimonia di apertura alle 16.30 sul maxi-palco allestito in piazza Unità. Il presidente Mattarella prenderà la parola poco dopo le 17 e, con il suo intervento, suggellerà l’inizio della manifestazione. Alle 15 è prevista già l’apertura dei “Villaggi delle buone pratiche” allestiti in centro. Da domani saranno aperti ogni giorno dalle 10 alle 23. E sempre da domani comincerà il ricco programma pomeridiano di incontri pubblici nelle “Piazze della democrazia” su temi come scuola, sport, salute, famiglia, ecologia, carceri. Tra i partecipanti nomi noti come Silvio Brusaferro, ex presidente dell’Istituto superiore di sanità, Marta Cartabia, ex ministro della Giustizia, e il teologo Paolo Benanti.