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Июнь
2024

Pausa pranzo salva-ambiente: Sea Vision azienda virtuosa

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PAVIA. Può una pausa pranzo contribuire a salvare il Pianeta? La risposta è sì e lo rivelano i numeri di Sea Vision, azienda di via Treves dove lavorano (e mangiano) oltre 200 dipendenti, e Planeat.eco, altra azienda pavese che della spesa sostenibile ha fatto il suo core-business. Grazie al sistema messo a punto da quest'ultima, in due anni la mensa di Sea Vision ha risparmiato oltre 7 tonnellate di cibo quasi 5 mila litri di acqua. Ieri Nicola Lamberti, fondatore di Planeat.eco, ha voluto consegnare una targa con i numeri della sostenibilità della società al ceo di Sea Vision, Michele Cei, per suggellare simbolicamente questo patto di ferro. Anzi di cartone riciclato, visto che anche il riconoscimento è stato rigorosamente bio.

Menù salva-ambiente

Ma entriamo nei dettagli che proprio Lamberti ieri ha voluto rivelare per far meglio capire di cosa si tratta la pausa pranzo sostenibile. «Sea Vision, secondo i calcoli effettuati da Planeat.eco in collaborazione con il dipartimento di Economics and Management dell’Università di Pavia _ ha spiegato Lamberti _ ha contribuito a risparmiare 7.649 kg di cibo che equivale a 25.498 porzioni di lasagne Planeat.eco; ha evitato di sprecare 4.472.106 litri di acqua pari a 59.628 docce da 5 minuti; ha evitato di produrre 8.307 kg di plastica, equivalente a 207.679 bottiglie da 1,5; ha permesso di risparmiare suolo per 84.145 m2, pari all'area di 6.731 posti auto e ha permesso di distribuire 867 pasti sospesi; oltre ad aver risparmiato 19.429 kg di CO2 quanto 2.775.710 ore d’uso di una lampadina a basso consumo».

Dati, ha ancora precisato il ceo dell'azienda di Casarile fondata dall'ex sindaco di Borgarello e prima ancora creatore di Seven Pixel, sottostimati persino. Da tre anni Sea Vision (nata a Pavia nel 1995 da uno spin-off Universitario del Dipartimento di Ingegneria specializzato nella visione artificiale, oggi un’azienda leader nel mondo incentrata sullo sviluppo di sistemi di visione per l’industria farmaceutica) utilizza come servizio mensa per i suoi 220 dipendenti i piatti pronti di Planeat.eco, realizzati senza buttare via nemmeno un grammo di materia prima, in un contesto produttivo in cui il personale dipendente è retribuito e assunto in base a tutte le regole contrattuali condivise (rider inclusi), con criteri volti all’inclusione lavorativa di categorie protette e con fornitori delle materie prime locali e controllati. E la scelta è vasta, con menù in grado di soddisfare qualunque cliente. Anche il più esigente. Il dipendente può scegliere tra moltissime ricette di pesce, carne, vegetariane e vegane personalizzare persino le dimensioni delle porzioni e ingredienti. I costi variano dai 2/3 euro per i primi ai 3/4 per i secondi, fino all’1/3 dei contorni. Il segreto del successo dell’iniziativa è che il cliente riceve solo ciò che serve per preparare i piatti ordinati, in packaging rigorosamente compostabile. Tutto già lavato, sbucciato, tagliato e pesato. In azienda (o anche a casa, perchè Planeat.eco ovviamente ha una platea di clienti molto ampia) o senza costi aggiuntivi presso uno dei pick-up point sparsi sul territorio.

La targa della sostenibilità

«Siamo fieri di consegnare questa targa a Sea Vision, un partner che ha aderito dal principio e con convinzione alla nostra filosofia: combattere lo spreco alimentare, trasformando le nostre abitudini alimentari in scelte più salutari e consapevoli - ha detto Nicola Lamberti - Il senso di questa giornata è di avere cento, mille realtà così, per promuovere tutti assieme il maggiore cambiamento possibile e rendere questo mondo un pochino migliore di come lo abbiamo trovato». «Accogliamo con soddisfazione questo riconoscimento come simbolo del nostro contributo verso pratiche sostenibili _ ha invece detto Michele Cei _: è un gesto che riflette la nostra dedizione non solo all’eccellenza nel settore tecnologico, ma anche alla responsabilità sociale d’impresa, per un futuro più sostenibile ed inclusivo. La lotta contro lo spreco di risorse vitali come l’acqua e il cibo, così come la pratica del "pasto sospeso" che sostiene le persone in difficoltà, o ancora la riduzione dell’uso di plastica e dello sfruttamento del suolo sono tutti esempi straordinari di come attraverso pratiche etiche e virtuose le aziende possano influire positivamente sulla società». —