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Июнь
2024

Meloni si sente accerchiata in Ue e attacca: “Nomine proposte senza consultarci, basta logiche di caminetto. Non vogliono parlare con noi”

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Meloni si sente accerchiata in Ue e attacca: “Nomine proposte senza consultarci, basta logiche di caminetto. Non vogliono parlare con noi”

“Non mi stupisce che sia emerso prima durante e dopo la campagna elettorale” un certo approccio, ma “nessun autentico democratico che creda nella sovranità popolare può in cuor suo ritenere accettabile che in Europa si tentasse di trattare sugli incarichi di vertice ancora prima che si andasse alle urne”. Con queste parole Giorgia meloni ‘ufficializza’ […]

L'articolo Meloni si sente accerchiata in Ue e attacca: “Nomine proposte senza consultarci, basta logiche di caminetto. Non vogliono parlare con noi” proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Non mi stupisce che sia emerso prima durante e dopo la campagna elettorale” un certo approccio, ma “nessun autentico democratico che creda nella sovranità popolare può in cuor suo ritenere accettabile che in Europa si tentasse di trattare sugli incarichi di vertice ancora prima che si andasse alle urne”. Con queste parole Giorgia meloni ‘ufficializza’ il tentativo di alcuni Paesi, si legga Francia e Germania, di isolarla ed estrometterla dalla futura maggioranza europea. “Maggioranza” è proprio il termine che la presidente del Consiglio contesta alle più importanti cancellerie europee e all’establishment di Bruxelles che, a suo dire, hanno messo sul tavolo quattro cariche apicali senza consultare tutti i Paesi, sostenendo che nella loro visione esistano Stati di seria A e di serie B.

Così, a poche ore ormai dal Consiglio europeo nel quale si punta a chiudere la partita sulle cariche apicali dell’Ue, aumentano le possibilità di un’astensione da parte dell’Italia sui top jobs che rischia così di far naufragare l’intesa. “Alcuni hanno sostenuto che non si debba parlare con alcune forze politiche – ha detto riferendosi ai partiti progressisti e anche alla segretaria del Pd, Elly Schlein – Le istituzioni Ue sono state pensate in una logica neutrale. Gli incarichi apicali sono stati affidati tenendo in considerazione i gruppi maggiori, indipendentemente da logiche di maggioranza e opposizione. Oggi si scegli di aprire uno scenario nuovo e la logica del consenso viene scavalcata da quella dei caminetti, dove una parte decide per tutti. Una ‘conventio ad excludendum’ che a nome del governo italiano ho contestato e non intento condividere”.

Un’Europa da cambiare
La conclusione della presidente del Consiglio si riallaccia all’inizio del suo intervento alla Camera, durato ben 45 minuti, su come, a suo parere, il voto, tra astensionismo e spostamento a destra generalizzato, dimostri che l’Europa debba tornare ad ascoltare i messaggi dei cittadini, senza arroccarsi e aggrapparsi a certezze che non sono più tali, sia in campo strettamente politico che economico. “Il nuovo Parlamento” che si insedierà a metà luglio è “frutto delle indicazioni espresse nelle urne che hanno rappresentato una tappa molto importante nella storia d’Europa da cui trarre importanti indicazioni” date anche da “tutte le forze politiche. In questi mesi tutti hanno sostenuto la necessità di un cambiamento nelle politiche Ue, nessuno ha detto che sarebbe stato sufficiente mantenere lo status quo. Tutti hanno concordato su un punto, ossia che l’Europa deve intraprendere una direzione diversa rispetto al posizionamento preso finora”.

Lo dimostrano i numeri, aggiunge, emersi dall’ultima consultazione europea: “La disaffezione” dei cittadini verso l’Ue si è “materializzata anche in un’astensione” che “non può lasciare indifferente” la classe dirigente che in Ue sembra “tentata dal nascondere la polvere sotto il tappeto continuando con logiche deludenti”. Logiche di Palazzo, come denunciato nel finale del suo intervento, ma anche logiche operative. E su queste è necessario “fare meno e meglio”, avviare un processo di “sburocratizzazione dell’Ue” che favorisca le riforme: “Penso che” la nuova presidenza della Commissione “dovrebbe pensare a una delega specifica alla sburocratizzazione per dare un segnale” di cambiamento. Bisogna “applicare anche in Europa il principio che applichiamo in Italia, non disturbare chi vuole fare, significa essere più attrattivi degli altri, disboscare la selva burocratica e amministrativa che finisce per essere un percorso a ostacoli che penalizza le imprese”.

Migranti: esternalizzazione e non redistribuzione
Uno dei dossier più cari all’esecutivo di Roma e sul quale la presidente del Consiglio chiede un cambio di marcia europeo è quello dei migranti. E si mette alla testa dei Paesi dai quali prendere esempio per continuare nel processo di cambiamento già in atto e che porta verso un’esternalizzazione del problema: sulla gestione del dossier migranti prima si parlava solo di “redistribuzione”, mentre “ora il paradigma è cambiato, ma è fondamentale che questo approccio sia consolidato e diventi strutturale. La stessa lettera che la presidente della Commissione von der Leyen ha ieri indirizzato ai capi di Stato e di governo va in questa direzione, stabilendo che questo approccio debba rimanere al centro anche delle priorità anche del prossimo ciclo istituzionale”. Un esempio? I “memorandum con l’Egitto e la Tunisia” che vanno replicati e vanno rimosse “le cause che spingono una persona” a lasciare la sua terra, serve dar corpo al “diritto a non dover migrare”.

In questo passaggio, Meloni si sofferma anche sulla morte del bracciante indiano, Satnem Singh, abbandonato in strada dal suo datore di lavoro dopo che un macchinario gli aveva amputato il braccio. E usa parole dure per condannare il fenomeno del caporalato: ha parlato di una “morte orribile e disumana” con un “atteggiamento schifoso del suo datore di lavoro. Questa è l’Italia peggiore che lucra sulla disperazione”.

Articolo in aggiornamento

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