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Июнь
2024

Vera Slepoj, il decesso a pochi giorni dall’operazione al ginocchio

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È stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo sulla morte della psicologa e scrittrice padovana Vera Slepoj. Lo ha deciso la procura di Padova in seguito all’esposto presentato dalla famiglia che ha sollecitato un’autopsia.

Obiettivo: chiarire quel decesso avvenuto a distanza di alcuni giorni da un intervento al ginocchio per l’asportazione di una cisti. Mercoledì sarà affidato l’incarico a un medico legale che, forse nella stessa giornata, eseguirà l’esame.

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C’è il sospetto di un’embolia o di una trombosi venosa, eventi che possono essere anche conseguenti a un intervento chirurgico. Venerdì scorso, quando la collaboratrice domestica aveva trovato il corpo della professionista nella sua casa, un appartamento vicino a piazza del Santo, la gamba che era stata operata risultava tutta nera.

Da qui la domanda: la morte potrebbe essere collegata all’intervento? E potrebbero esserci delle responsabilità? Al momento non risultano indagati.

L’operazione al ginocchio

Vera Slepoj, 70 anni, stava bene e non aveva alcun problema di salute. Tuttavia in seguito all’operazione, il ginocchio era dolorante e gonfio. Ecco perché, giusto una settimana fa, la psicologa si era rivolta a un medico amico che aveva aspirato del siero dall’articolazione.

Nulla di anomalo. Anzi, era lei stessa a raccontarlo agli amici intimi, più di qualcuno presente, giovedì scorso, alla serata organizzata dal Lions Club Padova Jappelli a Villa Tevere, nel quartiere di Altichiero.

Una serata durante la quale Vera Slepoj aveva parlato al pubblico di volontariato e anche della sofferenza psicologica delle nuove generazioni. Poi intorno alle 23 era rientrata a casa accompagnata da Ludovica Casellati, figlia del ministro Elisabetta Alberta Casellati, entrambe amiche sue.

Ludovica è stata l’ultima persona ad aver salutato Vera Slepoj che appariva in forma. Forse poco dopo il rientro nella sua abitazione il malore fatale: una vicina ha sentito i suoi due cagnolini abbaiare ininterrottamente fino alle due di notte, un episodio singolare che non era mai accaduto, ma che non ha fatto scattare l’allarme.

Il dolore della famiglia

La madre centenaria, la sorella di due anni più anziana e il nipote che insegna all’università di Harvard non rispondono a nessuna telefonata, chiusi nel loro dolore: hanno affidato la loro tutela a un legale padovano.

«Il ginocchio le dava fastidio da un po’», racconta il professor Giuliano Pisani, storico dell’arte che le era molto legato, «così aveva deciso di fare l’intervento. Ma dopo stava benissimo, era vitale ed energica come sempre: starle dietro era una sfida perché aveva mille impegni e altrettanta voglia di fare, muoversi, realizzare progetti sempre nuovi e sempre diversi. Vera era una donna dall’intelligenza eccezionale, che declinava in così tante possibilità: ferma quando era il momento di non vacillare, carica quando si trattava di agire; viaggiare con lei significava correre e ne so qualcosa perché sono stato più volte in auto con lei».

Pisani riferisce di non sapere assolutamente nulla dell’autopsia e delle indagini mediche chieste dalla famiglia: «Ero amico di Vera, non conosco la sua famiglia».

Ma nella ristretta cerchia di amicizie c’è anche chi oggi si stringe intorno ai parenti della psicologa per difenderli e tutelarli: «Non ne possono più», racconta un caro amico, «sono stati letteralmente travolti dall’affetto e dalle attenzioni dopo la morte di Vera. Non sono padovani (madre e sorella vivono a Portogruaro, dove era nata anche la Slepoj, ndr) e il nipote vive in America, non hanno confidenza con la città e questa ondata di premure e amore possono avere effetti diversi. Al dolore per la perdita di una donna straordinaria, si aggiunge la difficoltà di gestire rapporti e situazioni complesse e delicate».

Senza il nullaosta della procura è incerta anche la data del funerale della psicologa. È certo che l’addio sarà celebrato nella Basilica del Santo, probabilmente la prossima settimana.

E una città intera resta sospesa, in attesa dell’ultimo saluto a una militante dei sentimenti, capace di penetrare l’animo umano e restituirlo – nei suoi libri, negli articoli e in televisione – semplificato e comprensibile, pur senza rinunciare all’intricata parafrasi di intrecci dell’anima.