Ivrea, addio a Piero Nolli: fu presidente del Gruppo Pifferi e Tamburi
IVREA. Si svolgeranno domani, martedì 18, alle 10, in Duomo, i funerali di Piero Nolli, 79 anni, persona conosciutissima e benvoluta in città, venuto a mancare lo la sera dello scorso sabato 15, all’Hospice Casainsieme di Salerano.
Continuatore, per tanti anni, dell’attività di famiglia, il bar-ristorante Aurora, in via Jervis, nell’edificio dove oggi ha sede l’agenzia Bich Immobiliare-affiliato Gabetti dell’illustre nipote Alberto Bich, lavorò, successivamente, con incarichi di rilievo, nel settore della ristorazione aziendale. Molto attivo nel Carnevale, fu paggio della Mugnaia, Ufficiale dello Stato Maggiore per diverse edizioni e, tra gli anni '70 e '80, nel Comitato organizzatore. Nel 1976, interpretò il personaggio di Toniotto, marito di Violetta (impersonata dalla Mugnaia dell’anno precedente, Gabriella Dotto), in un breve film di Rai1 dedicato alla leggenda del Carnevale. Fu anche, a lungo, presidente del Gruppo Pifferi e Tamburi, e, spesso, al fianco degli Amis ad Piassa dla Granaja. Persona dalla figura imponente e dal carattere riservato, fierissimo della sua appartenenza all’Associazione nazionale Alpini-Sezione di Ivrea e supertifoso della Juventus, era caratterizzato da un’affabilità e un altruismo rari a trovarsi, oltre a essere dotato di grande sensibilità e generosità d’animo.
«L’espressione “brav’uomo” lo riassume alla perfezione. –affermano, commossi, gli amici Savio e Cinzia Travaglia- Bravo nell’accezione più semplice e, al tempo stesso, più alta del termine. Una persona sempre disponibile, capace, e di quelle pochissime di cui ci si poteva fidare sempre».
Ricorda Laura Bethaz: «Quando, anni fa, il presidente della Caritas diocesana mi chiese di provvedere all’organizzazione del pranzo solidale Natale insieme, la prima cosa che feci fu chiamarlo per coinvolgerlo in questa appassionante avventura che è riuscito a portare a compimento fino alla scorsa edizione. Lui non esitò un istante a mettere generosamente a disposizione la sua multiforme esperienza che spaziava dalla ristorazione all’organizzazione di eventi. Era un uomo del fare, che alle parole ha sempre preferito i fatti. A lui vanno la gratitudine mia e di tutti volontari». Luciano Maniero, amico di sempre, è molto provato: «Ci univa un legame profondo, -racconta- lo stesso che ha unito anche le nostre famiglie. I ricordi scorrono copiosi in questo momento e lo restituiscono intatto nella sua identità di persona di assoluta onestà e rettitudine, amico rimpianto e insostituibile». Non è da tutti essere così stimanti e apprezzati e la prova di tanto affetto e rimpianto sta nelle numerosissime persone che, in questi giorni di dolore, si sono strette alla moglie, Flora e al figlio Giancarlo con la sua famiglia, nel ricordo di un caro amico che non sarà mai dimenticato. —