Rogo a Medolino, l’innesco una Molotov
POLA «È stato doloso il disastroso incendio divampato il 15 maggio scorso nel settore riservato alle imbarcazioni da diporto, nel porto di Medolino. Le fiamme lo ricordiamo, avevano distrutto 22 natanti e danneggiato alcuni altri.
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Questa è la conclusione a cui sono giunti gli investigatori della polizia e gli esperti arrivati da Zagabria del Centro perizie “IvanVučetić” del ministero degli Interni croato. In realtà la formulazione ufficiale usata nel loro rapporto è «incendio causato da fuoco aperto di fonte sconosciuta», usata anche nel caso di incendi dolosi come ad esempio di automobili o boschivi.
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Le fiamme, inoltre, hanno avuto origine sull’imbarcazione appartenente a un 65enne estendendosi poi alle altre. Ad ogni modo le indagini proseguono per far piena luce sull’episodio, concretamente per risalire al piromane.
Nel rapporto degli inquirenti non si fa alcun cenno ad un particolare di cui parlano le fonti ufficiose: nelle immagini delle videocamere di sorveglianza si vedrebbe una bottiglia Molotov lanciata proprio sulla barca del 65enne dalla quale è partito il rogo. Trova così conferma l’ipotesi dell’incendio doloso, avanzata subito dopo l’accaduto. L’altra ipotesi era quella di un guasto all’impianto elettrico del molo oppure delle imbarcazioni stesse.
La prima stima dei danni è di oltre un milione di dollari e, stando al racconto della gente del luogo in mancanza di dati ufficiali, solo poche imbarcazioni erano coperte da assicurazioni. L’incendio dunque rappresenterà un duro colpo per chi non aveva sottoscritto una polizza. Le imbarcazioni più piccole erano lunghe sei metri, quelle più lunghe superavano i 10 metri. Quasi tutte erano destinate al noleggio da parte degli appassionati di turismo nautico, a un prezzo tra i 60 a gli oltre 100 euro al giorno. Dunque per i proprietari, sia del posto che stranieri, il danno sarà rappresentato anche da un mancato guadagno.
Che cosa potrebbe aver spinto il piromane al folle gesto? A Medolino se lo chiedono in tanti. Forse vendetta, forse il desiderio di colpire la concorrenza. Ma al momento sono solo supposizioni. Stando al parere degli uomini di mare di Medolino, i danni avrebbero potuto essere di molto minori se si fosse imparato da un episodio analogo accaduto tre anni fa, quando le fiamme distrussero o danneggiarono gravemente da circa cinque natanti. Non si è infatti agito per migliorare l’accessibilità del settore portuale ai mezzi dei vigili del fuoco, che se fossero arrivati con le autobotti fino a ridosso del molo avrebbero potuto azionare prima i cannoni di liquido antincendio. —
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