Giro d’Italia 2024, Tiberi in maglia bianca: “Voglio tornare a far divertire gli italiani. E a Oropa…”
Antonio Tiberi ha corso un Giro d’Italia da protagonista assoluto, e alla prima esperienza da capitano in una corsa di tre settimane chiuderà in top-5, con la vittoria della Maglia Bianca nella classifica dei migliori giovani. Un bilancio decisamente positivo per l’alfiere della Bahrain – Victorious, classe 2001 e miglior prospetto da diversi anni a questa parte per l’Italia nelle grandi corse a tappe. Solidissimo a cronometro, super competitivo sulle grandi salite, ancora un po’ acerbo quando si tratta di rispondere a scatti secchi.
Anche nella ventesima frazione l’azzurro si è dimostrato completo in tutto e per tutto, con una crescita esponenziale rispetto alla scorsa annata. Tiberi ha chiuso al 4° posto la tappa odierna a Bassano, incaricandosi di provare a seguire il fenomeno Tadej Pogacar sul Monte Grappa e staccando sia Geraint Thomas sia Ben O’Connor. All’arrivo oggi il distacco dalla maglia rosa è di 2’07”, mentre il quinto posto finale in classifica è a 12’52” dal dominatore sloveno. Il podio alla fine è distante solo poco più di due minuti, guarda caso il tempo lasciato sul piatto al Santuario di Oropa, in una delle due giornate di difficoltà dell’italiano viziata anche però da una doppia foratura che decisamente non ci voleva.
Sono cose che però fanno parte del ciclismo, e Tiberi avrà sicuramente negli anni a venire la possibilità di salirci sul podio del Giro. Dopo l’arrivo il giovane azzurro è comunque soddisfatto, anche se stremato: “Adesso sì, posso dire che è fatta, è veramente un’emozione unica per me, sono contentissimo“. L’azzurro è piaciuto sì come competitività, ma soprattutto come condotta di gara, sempre propositiva e mai rinunciataria: “Come ho detto già dal primo giorno, dai primi attacchi che ho fatto sono fatto così caratterialmente. Quando sento che la gamba è buona mi piace sempre mettermi in mostra“.
“Come si dice, è da tanto che in Italia manca un po’ qualcuno che metta spettacolo, – prosegue in un’analisi da veterano e uomo vero il classe 2001 – che faccia appassionare la gente. E a me la cosa che piace fare è proprio questa, far divertire la gente; ancora di più quando sono in salita che sento il pubblico che mi incita, quando vedo i messaggi delle persone che mi dicono facci divertire. Magari qualche volta rischio di sbagliare a fare qualche attacco troppo anticipato, però preferisco così. Tanto sono ancora giovane e preferisco far divertire il pubblico“.
Siamo arrivati inevitabilmente in tempo di bilanci, e l’unico rimpianto appunto è quello di Oropa: “Sicuramente senza quella sfortuna sarebbe stato un altro Giro. Purtroppo ad inizio salita ho forato e ho cambiato bici. Presa quella di scorta, dopo due o trecento metri sento che la ruota davanti molleggiava, quindi ho capito di avere forato di nuovo anche quella. Lì si è richiusa e quindi ho preferito continuare con quella, anche perché un’altra bici non c’era“.
Un imprevisto che appunto ha cambiato le carte in tavola, ma che servirà per il futuro: “Un po’ mi sono fatto prendere dalla paura, dall’agitazione. Comunque sia ho cercato di recuperare il più possibile, ma ho perso diverso tempo“. Nonostante questo Tiberi ha continuato con la sua mentalità durante tutte le tappe rimanenti, provandoci ogni qual volta le gambe girassero e difendendosi con le unghie e con i denti quando la giornata non era così positiva. Finalmente l’Italia può tornare a sognare, con colui che sembra decisamente il più pronto e il più completo per regalare un exploit nelle grandi corse a tappe.