Sinner è tornato (Crivelli). Djokovic crisi continua. Perde pure con Machac (Lenzi). Sinner missione Parigi: “Sto bene” (Ercoli). “Non aspettatevi miracoli, però…”. Con l’infinita Errani l’Italia fa 15 (Strocchi). Sinner:”Sono pronto ma niente miracoli” (Martucci)-
Sinner è tornato (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Jannik non ha mai venduto sogni o promesse, ma solide realtà. E infatti adesso che è pronto ad affrontare le incertezze di un ritorno oggettivamente complicato – perché pochi giorni di allenamento prima del Roland Garros rendono comunque nebuloso l’orizzonte, almeno all’inizio dell’ avventura – i pensieri sono ancorati alla quotidianità, senza i voli di fantasia che il suo status di più forte giocatore del mondo nel 2024 magari permetterebbe nonostante il fresco infortunio. Dopo le sessioni di training sui campi del Bois de Boulogne (l’ultima sul Simonne Mathieu), Sinner ieri è tornato parlare nel giorno dedicato agli incontri con la stampa. E le sue parole hanno allontanato definitivamente ogni dubbio o interpretazione maliziosa: l’anca destra è guarita. E lo ha ripetuto almeno un paio di volte: «L’anca è a posto, e dunque sono felice di essere qui. Ovviamente, la forma fisica non è ideale, non è come vorrei che fosse per un impegno del genere, ma con meno di 10 giorni di allenamento non si possono fare miracoli. Però sono contento, non è stato un periodo
facile per me, non ho potuto giocare a Roma, che è un torneo davvero speciale. La cosa più importante sarà l’aspetto mentale, dovrò essere mentalmente pronto ad accettare tutto ciò che potrebbe accadere in campo». Gli obiettivi La Volpe Rossa ha giocato l’ultimo match il 30 aprile a Madrid, la vittoria contro
Khachanov negli ottavi seguita dal ritiro del giorno dopo per non aggravare il problema alla gamba, e tornerà ad assaporare il clima partita lunedì, nel primo turno contro l’americano Eubanks, n.43 del mondo, uno degli ultimi marziani del serve & volley, battuto nell’ unico precedente del 2022, ma sul cemento: «Gli ultimi test che ho effettuato erano molto positivi, quindi sto lavorando molto duramente ogni giorno per cercare di rimettermi in forma. Ora si tratta solo di capire come reagirà l’anca e se sarò in grado di giocare ai livelli che mi aspetto. Quando sono arrivato a Parigi, è stata la prima volta che ho simulato una partita con i punti, quindi sto parlando degli ultimi tre giorni: non è molto, ma a ogni modo sono fiducioso di poter migliorare ogni giorno sempre di più». Quanto al debutto, occorre affrontarlo con l’attenzione che si deve a un delicato test di rientro : «Sarà un primo turno molto duro. Lui non dà ritmo, è un giocatore diverso, un battitore di grande qualità. Per me, saranno decisivi gli ultimi due giorni di allenamento, sperando di trovare un buon ritmo. Non sono più preoccupato per la mia anca, e avevo detto che sarei partito solo se fossi stato in buona forma. Ci provo e basta, un approccio un po’ diverso rispetto a prima». […]. La sconfitta di Nole a Ginevra, tra l’altro, avvicina ancor di più Sinner al n.1: il serbo intanto sarà obbligato ad arrivare almeno in semifinale a Parigi per sperare di conservare il primato; se il rivale dovesse perdere li, alla Volpe Rossa basterebbe passare due turni, mentre in caso di finale di Novak, occorrerebbe ribattere con una semifinale. Infine, se il Djoker vincesse il torneo, a Jan servirebbe la finale, anche da sconfitto. Circonvoluzioni numeriche che non possono negare la realtà: l’ approdo in vetta del Rosso di Sesto Pusteria è semplicemente una questione di tempo. Ma senza patemi: «Non ho pressione, non mi piace quando la gente dice che devi vincere o devi per forza arrivare alla seconda settimana. So di poter giocare un buon tennis e spero di andare oltre il secondo di un anno fa, cercando di capire come giocare meglio sulla terra. Il torneo è più aperto stavolta? Io vengo qui, mi alleno, gioco e poi torno in hotel. Una partita alla volta, è l’unica cosa a cui penso”. Così nasce una leggenda
Djokovic crisi continua. Perde pure con Machac. Nessun titolo nel 2024 (Claudio Lenzi, La Gazzetta dello Sport)
[…]. Stanchezza, amnesie, confusione tattica, sconfitte: nemmeno scegliere di disputare un più abbordabile torneo 250 come Ginevra è bastato a Novak Djokovic per ritrovarsi e conquistare il suo primo successo del 2024. Non è arrivato neanche a giocarselo, visto che in semifinale il 23 enne ceco Tomas Machac, n.44 al mondo, ha fatto quasi tutto bene eliminandolo in tre set, come l’azzurro Nardi al terzo turno di Indian Wells o il cileno Tabilo, vittorioso in due set a Roma. Troppo “facile”, in questo momento, battere il numero uno, ammesso che il serbo mantenga la posizione ancora a lungo. A Parigi, da campione in carica, non avrà chance: se non vuole cedere lo scettro a Sinner dopo 428 settimane (comunque un record), deve arrivare almeno in semifinale. […]. Preoccupato Difatti, a fine partita, è arrivata la dura disamina di Djokovic: «Sono preoccupato, quest’anno non sto giocando affatto bene. Ho avuto alcuni buoni match qua e là, ma è quello che è, bisogna accettarlo. Non mi considero un favorito (a Parigi, ndr). Affronterò partita per partita e vedrò fino a che punto potrò arrivare». Per spiegare la sconfitta con Machac, però, chiama in causa un malessere, come già accaduto a Roma: «È stata una sensazione terribile, dopo una notte difficile anche oggi (ieri, ndr) ho sofferto allo stomaco. Ma non voglio togliere nulla alla sua vittoria, se l’è meritata». Qualcosa durante il match si era intuito, quando il serbo, alla fine del primo set perso 6-4 dopo essere stato avanti 4-1 – ha chiesto un timeout medico per farsi misurare la pressione. In quei momenti è stato pure ripreso nell’atto di bere con una mano visibilmente tremante. Poi, come se nulla fosse, è tornato in campo e ha chiuso il secondo set 6-0. Ma nel terzo è tornato a giocare a corrente alternata e Machac, che già lo scorso anno gli aveva preso un set a Dubai, ha portato a casa la vittoria più importante della carriera, che gli vale anche la prima finale Atp. A contendergli il titolo uno tra il norvegese Casper Ruud e l’azzurro Flavio Cobolli, in campo oggi dopo la pioggia di ieri.
Sinner, missione Parigi: “Sto bene” (Lorenzo Ercoli, Il Corriere dello Sport)
Non sono più preoccupato per l’anca. Gli ultimi esami erano molto positivi ed ecco perché sono qui». […]. A diciannove giorni dalla conferenza stampa del Foro, con cui aveva tristemente annunciato la rinuncia agli Internazionali d’Italia, il numero 2 del mondo è tornato a parlare pubblicamente. L’allarme, propagato dall’insolito muso lungo sfoggiato a Roma in quella occasione, sembrerebbe essere rientrato. A far male era soprattutto la lontananza dal campo in un momento così importante della stagione ed è proprio con la racchetta in mano, infatti, che sono stati catturati i sorrisi più accesi dell’altoatesino. «L’anca
sta bene e sono felice di essere a Parigi. La forma fisica in generale non è quella che vorrei, ma in meno di dieci giorni non si possono fare miracoli – il punto fatto dall’azzurro sulle sue condizioni -. Non è stato un periodo facile per me perché ho dovuto saltare Roma, un torneo molto speciale. I prossimi due giorni saranno fondamentali per trovare un buon ritmo e vedere cosa potrò fare». Il lavoro prosegue incessantemente, già questo un buon segnale in vista dei match al meglio dei cinque set, e nella giornata di ieri Sinner ha condiviso la sessione dalle 11.30 alle 13.30 con l’ungherese Marton Fucsovics. L’intensità è in crescita in vista dei due giorni decisivi che precedono l’esordio di lunedì contro l’americano Christopher Eubanks: «Non ho giocato a tennis per quasi tre settimane prima di riprendere. Sono stato ammalato (le placche e la febbre di Roma, ndr) e ho perso sia un po’ di muscoli che un po’ di peso. Ai primi turni non mi aspetto di essere al top della condizione. Contro Eubanks sarà molto tosta. Lui è un giocatore diverso da tanti, un grande servitore. Ci ho giocato agli US Open e so che non mi darà molto ritmo». SFIDA A DISTANZA. Jannik ha comprensibilmente messo le mani avanti, ma al tempo stesso la sconfitta di Djokovic rende ancora più ghiotta la rincorsa alla prima posizione mondiale. Questa opportunità potrebbe concretizzarsi anche senza una lunga avventura a Bois de Boulogne: Djokovic, infatti, perderebbe il primato in caso di un’uscita prima della semifinale, a prescindere dal risultato di Sinner. Anche nell’eventualità di una semifinale del serbo, all’azzurro sarebbe sufficiente approdare al 2° turno. Invece, qualora Djokovic avanzasse alla finale, per l’Italiano diventerebbe necessario raggiungere la semifinale; e se Nole si aggiudicasse il suo 25° Slam, Sinner dovrebbe arrivare fino alla finale. «La pressione prima di uno Slam? È un privilegio. Non è questione di non averne o averne troppa – evidenzia in tutta serenità l’allievo di Vagnozzi e Cahill -. Non mi piace quando le persone dicono che tu debba vincere o arrivare alla seconda settimana. In ogni match si parte da 0-0 e poi vince il migliore: questo è il mio approccio allo sport. Il tabellone aperto? Io adesso penso a me e lunedì proverò a fare il mio lavoro. Sono qui perché è uno Slam e se il mio corpo me lo permette lo voglio giocare. È importante anche in vista dell’Olimpiade che giocheremo sulla terra». Con una certa sorpresa, al campione degli Australian Open non sono state riservate domande sul rapporto con Anna Kalinskaya. Dopo i primi sussurri seguiti al loro incontro a Torino, l’italiano e la tennista russa, numero 25 del mondo, sono stati visti insieme solo due sere fa. La coppia ha condiviso una cena alla Langosteria del Cheval Blanc sul Quai du Louvre, attirando ulteriori attenzioni. Ieri i due si sono invece incrociati a cavallo tra i rispettivi allenamenti e dagli spalti il momento è stato subito catturato. Ci sarà tempo per festeggiare anche questo, ma adesso la palla passa al campo. Jannik è tornato.
(in aggiornamento)