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Май
2024

Corruzione Liguria, terminato interrogatorio-fiume di Toti: il governatore ai domiciliari ha risposto per otto ore a 180 domande dei pm

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Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ai domiciliari dal 7 maggio con l’accusa di corruzione, ha risposto per otto ore alle domande dei pubblici ministeri di Genova titolari dell’indagine, Federico Manotti e Luca Monteverde, in un interrogatorio-fiume tenuto nella caserma del Roan (Reparto operativo aeronavale) della Guardia di finanza. Presente anche il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, che ha coordinato l’inchiesta. Il governatore è arrivato intorno alle 11 nella struttura, collocata nell’area portuale e scelta per evitare l’assedio dei giornalisti: le domande che gli sono state rivolte dall’accusa, ha informato il suo legale Stefano Savi, sono state ben 180 e riguardano i finanziamenti elettorali ricevuti da tutti gli imprenditori coinvolti, dal terminalista Aldo Spinelli al manager di Esselunga Francesco Moncada, fino al re delle discariche Pietro Colucci. Secondo la Procura, in molti casi questi versamenti rappresentavano tangenti mascherate versate in cambio di provvedimenti favorevoli. Nei giorni successivi all’arresto, Toti si era avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia di fronte alla gip Paola Faggioni, ma in seguito – attraverso il suo avvocato Stefano Savi – si era dichiarato disponibile a essere sentito dai sostituti procuratori una volta terminata la lettura degli atti depositati a sostegno della richiesta di misura cautelare (otto faldoni per un totale di oltre novemila pagine). La difesa ha annunciato di voler presentare istanza per la revoca dei domiciliari, condizione necessaria per il confronto con la maggioranza che potrebbe portare Toti alla scelta delle dimissioni.

All’interrogatorio, l’imputato ha presentato una memoria difensiva di 17 pagine scritta in prima persona: “È mia intenzione spiegare le linee politiche e morali che, da quanto ho assunto l’onore di guidare Regione Liguria, hanno sempre informato l’attività perseguita dalla giunta regionale nella unica prospettiva di servire il bene e l’interesse comune dei cittadini liguri e delle loro istituzioni”, è l’esordio. “Vi è da parte mia la ferma volontà di collaborare, con trasparenza ed onestà, alla ricostruzione della verità nel supremo interesse della giustizia, per restituire alla mia figura di uomo e di servitore dello Stato la dignità che ho costantemente cercato di preservare”, scrive Toti. Che rivendica di essersi rapportato al mondo delle imprese “senza alcuna discriminazione“: “Aziende e persone fisiche sostenitrici della mia propria parte politica sono state ascoltate esattamente come soggetti notoriamente con orientamenti politici diversi o politicamente non esposti”, afferma. E per dimostrarlo cita una serie di incontri avuti con imprenditori “incoraggiati e sostenuti” nonostante non fossero finanziatori: tra gli altri i fratelli Colaninno, i colossi delle crociere Costa e Msc e quelli delle costruzioni Webuild (vincitori dell’appalto per la diga di Genova), Pizzarotti e Fincantieri. “Allo stesso modo”, aggiunge, “non mi sono mai sentito debitore nei confronti di chi aveva contribuito alla mia iniziativa politica: il fatto di essere contributore o comunque politicamente vicino non ha mai rappresentato un titolo per ricevere da parte mia favori o trattamenti preferenziali“.

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