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Май
2024

Castellamonte, comprano l’auto dei sogni ma vengono truffati online

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CASTELLAMONTE

Quell’automobile era una vera occasione. Avrebbe, con un solo convenientissimo acquisto, risolto tutti i problemi: comoda e spaziosa per gli spostamenti con la famiglia e perfetta per essere utilizzata per la loro piccola attività artigianale. Inoltre la prestigiosa concessionaria di Alessandria a cui l’annuncio del mezzo in vendita faceva all’apparenza riferimento aveva credenziali eccellenti e recensioni ampiamente positive sul web.

Così una coppia residente in una frazione di Castellamonte, dopo una breve discussione a cena, ha deciso: «Non possiamo lasciarcela sfuggire». Per bloccarla, come da accordi, avrebbero dovuto pagare una caparra «in modo tale che venisse tolta dalla vendita on line». E parte il bonifico: 1.400 euro. Tutto alla luce del sole. Una transazione tracciabile verso l’agente di una concessionaria seria e molto conosciuta gestita da più soci con varie presenze anche sulle tv locali. Ma nella vicenda c’era una gigantesca trappola. In cui sono caduti i due castellamontesi e anche due giovani rivarolesi. E pure i titolari della stessa casa d’auto. La zona d’ombra era l’agente. Ombra in cui è svanito dopo aver incassato i soldi.

«I bonifici venivano eseguiti correttamente dagli acquirenti - spiegano gli investigatori di Polizia postale e carabinieri incaricati delle indagini - e gli stessi ricevevano a stretto giro la relativa fattura pro-forma, come attestato di ricezione dei soldi, correttamente agli atti».

Poi il colpo di scena. O meglio: la truffa. «Buongiorno. Ci spiace moltissimo. Siamo mortificati. Il mezzo da voi scelto era già stato precedentemente prenotato, abbiamo avuto un ritardo nel toglierlo dalle offerte disponibili. Ci scusiamo ancora e a breve vi restituiremo con un bonifico i soldi della caparra». Dall’altro capo del telefono c’era il sedicente agente della concessionaria alessandrina.

«Abbiamo atteso per giorni la restituzione del denaro. Che non è mai avvenuta. Così abbiamo denunciato l’accaduto» hanno fatto sapere non solo i due castellamontesi. E le loro denunce si sono sommate a decine di altre.

Parte della vicenda è stata spiegata dai legali della stessa concessionaria, parte lesa nella vicenda. L’uomo che si era spacciato per agente (e che avrebbe anche utilizzato una complice donna con il ruolo di segretaria, ma questo aspetto non è stato confermato) non ha mai lavorato per la concessionaria e, anzi, ne ha utilizzato fraudolentemente la partita Iva e i loghi senza alcuna autorizzazione per rendere ancora più credibile la truffa.

Naturalmente il conto corrente dei versamenti, si è scoperto in seguito, faceva riferimento a carte ricaricabili «che - spiegano dalla Polizia postale - una volta completata la truffa, al pari delle sim dei telefoni, vengono svuotate e disattivate». Una tecnica efficace e usata in diverse parti d’Italia.

Nella stessa trappola è caduto anche un commerciante di Ivrea che da tempo cercava una Audi A5. L’aveva trovata. Era perfetta. Ha versato 5mila euro di caparra. Ma continuerà ad essere l’auto dei suoi sogni. Anzi, dei suoi incubi