Messina, inchiesta sulla esternalizzazioni dei servizi del Policlinico. Indagata pure l’assessora regionale alla Salute, Giovanna Volo
Lucia Borsellino da dirigente regionale aveva chiarito, in una nota del marzo 2010 inviata al Policlinico di Messina, che non esistevano i “presupposti” per esternalizzare il servizio di assistenza. Un diniego quello di Borsellino che però fu completamente ignorato: due mesi dopo dal Policlinico di Messina fu sottoscritta lo stesso la convenzione per attivare il centro centro clinico privato Nemosud ed esternalizzare l’assistenza, affidando all’ente privato l’attività sanitaria, senza peraltro seguire alcuna procedura di evidenza pubblica. “È evidente che con tale atto convenzionale, sottoscritto soltanto due mesi dopo il diniego dell’Assessorato – scrive la gip Claudia Misale – le parti abbiano voluto superare l’ostacolo posto dall’organo politico (e, soprattutto, dalla legge) con una condotta avulsa da qualsiasi previsione normativa e dunque illegittima”.
Sono queste le premesse dell’indagine che ha portato oggi alle misure cautelari e al sequestro preventivo delle somme per equivalente, per un ammontare complessivo di 11 milioni di euro, erogati negli anni, fino al 2021, fino a quando, cioè, il rettore Salvatore Cuzzocrea chiuse il centro, non senza una levata di scudi da parte dell’opinione pubblica locale. La procura di Messina, guidata da Antonio D’Amato, ha ottenuto il sequestro di beni per direttori generali, amministrativi e sanitari succedutisi nel tempo, e all’interdizione dai pubblici uffici per 4 persone, tra cui risulta Giuseppe Laganga, da poco insediatosi come commissario straordinario dell’Asp di Catania, nominato dal governo di Renato Schifani. Tra gli indagati risulta anche Giovanna Volo, all’epoca direttore amministrativo del Policlinico di Messina, adesso assessora regionale alla Salute. Da sempre vicina a Gianfranco Micciché, Volo è stata nominata direttamente dal presidente che adesso minimizza: “Un’indagine non è una condanna, né penale né politica. Stamane l’assessore Volo mi ha correttamente informato dell’accaduto e dei fatti che le si contestano. Rimane immutata la mia fiducia nei suoi confronti”, ha commentato Schifani.
La procura ha anche chiesto l’arresto, ai domiciliari, dei presidenti della Fondazione Aurora Onlus, Mario Giovanni Melazzini e Alberto Fontana, del direttore generale del Policlinico Marco Restuccia e di Laganga. La richiesta della procura non è stata tuttavia accolta dalla gip, che ha disposto per questi ultimi l’interdizione dai pubblici uffici per un anno.
Tutto parte da una denuncia dell’ordinario di Neurologia, Roberto Dattola, nel 2019. Ma già dal 2013 il centro NemoSud era operativo all’interno del Policlinico di Messina. Quando cioè il centro, costituito dalla Fondazione Aurora per attività di riabilitazione neurologica, riceveva nel mese di giugno “dal Policlinico di Messina l’uso gratuito del padiglione B per 30 anni – si legge nell’ordinanza – pur in assenza di reparti analoghi nella struttura pubblica e pur non avendo, al suo interno, sino al 2015, uno specialista in medicina riabilitativa”. Di fatto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbe consumata una sostanziale sottrazione di risorse pubbliche, ovvero spazi, posti letto destinati alla riabilitazione e relativi introiti, a vantaggio di un ente di natura privatistica.
Alcuni reparti del Policlinico erano, infatti, totalmente gestiti dal centro. Un centro di grande eccellenza e avanguardia nella cura delle disabilità voluto da Giuseppe Vita, dirigente di Neurologia del Policlinico di Messina, in accordo con la fondazione Aurora Onlus. Trial clinici, progetti di sperimentazione che avrebbero fruttato a Vita l’assunzione del figlio Gianluca, come direttore del centro e della nuora, Letizia Bucalo. Il centro, però, oltre ad essere privo di autorizzazione e accreditamento, erogava prestazioni classificate con il codice 75 (neuro-riabilitazione), un codice che permetteva un rimborso sanitario Regionale, nonostante la Rete regionale non avesse accreditato il centro per queste prestazioni.
Tra gli indagati risultano anche Giuseppe Pecoraro, Paolina Reitano, e Michele Vullo che hanno negli anni ricoperto ruoli direttivi al Policlinico di Messina. Tutti consentendo l’attività non accreditata del centro, e in alcuni casi, incrementando l’erogazione a favore del centro o i posti letto. Come quando nel marzo del 2016, Restuccia, Laganga, e Volo, firmando la delibera n. 11.488 “consentivano alla Fondazione Aurora (presieduta da Melazzini) di incassare la somma di 2.433.678,07 euro per gli anni 2016 e 2017, con un incremento pari ad euro 162.443,14”. Mentre nel luglio del 2017, Laganga all’epoca dei fatti commissario straordinario del Policlinico, “ampliava i posti letto in dotazione – scrive ancora Misale – al centro clinico Nemosud l0 a 20, consegnando ulteriori locali alla Fondazione Aurora onlus”.
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