Prosecco Docg, bilancio di fine mandato per il Cda: «Quattro investimenti chiave per la competitività»
Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg: quattro investimenti chiave per rendere la denominazione sempre più competitiva. Sostenibilità “dimostrata”, aumento del valore medio, sviluppo dell’enoturismo, incremento dell’export e rete con tutti gli stakeholders del territorio sono gli obiettivi strategici che hanno guidato in quest’ultimo triennio il Cda del Consorzio di tutela.
Con l’assemblea di mercoledì 15 maggio si chiude il triennio di attività del consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, eletto il 29 giugno 2021. È stato un triennio di grande impegno che ha visto il Consorzio di tutela coinvolto in numerose attività che hanno portato al conseguimento di importanti obiettivi e al gettare le basi per dare sempre maggiori garanzie alla denominazione e ai suoi soci sia in termini di valore che di autorevolezza.
«Sono stati senza ombra di dubbio tre anni di grande lavoro che ha visto coinvolti tutti i diversi comparti del nostro Consorzio di tutela - commenta Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg - a partire dal consiglio di amministrazione che fin dal suo insediamento si è prefissato quattro obiettivi chiave: rendere la denominazione e il nostro territorio nel suo complesso sempre più sostenibile; incrementare il valore medio della denominazione attraverso un maggiore riconoscimento del posizionamento premium per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco superiore Docg; capitalizzare al meglio le straordinarie potenzialità enoturistiche delle nostre imprese e del territorio nel suo complesso; potenziare ulteriormente l’export della nostra denominazione soprattutto in termini di valore».
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«Sul fronte della sostenibilità - evidenzia la presidente Bortolomiol - oggi possiamo dichiarare di essere tra le denominazioni del vino più virtuose con oltre 3.000 ettari gestiti secondo le indicazioni del disciplinare di produzione integrata (certificata Sqnpi), una superficie aumentata del 152,7% rispetto al 2021. Ci tengo a sottolineare che la nostra non vuole essere una sostenibilità “comunicata” ma “dimostrata” concretamente dai fatti. Per l’uso controllato dei prodotti fitosanitari, ed esempio, ci avvaliamo di metodi e strumenti di analisi e monitoraggio come le capannine metereologiche, installate dal 31,4% delle case spumantistiche, e della consultazione dei Bollettini di difesa del Consorzio, utilizzati dal 70,3% degli imbottigliatori e dal 76,7% delle aziende viticole per garantire interventi in vigneto nel modo più efficace e misurato”.
Sempre sul fronte della sostenibilità un obiettivo strategico del Consorzio di tutela è stato il coinvolgimento di tutto il territorio inserito nella denominazione attraverso quello che è stato definito “Il patto del territorio”.
«Per noi il patto del territorio - spiega Elvira Bortolomiol - è determinante per garantire una sostenibilità non solo delle imprese vitivinicole ma di tutta la denominazione nel suo complesso. Siamo partiti dal presupposto che non ci può essere una vitivinicoltura sostenibile in un territorio che non lo è altrettanto. Per questo abbiamo avviato il primo atto verso il patto con le 15 amministrazioni comunali coinvolte nella nostra denominazione per fissare impegni comuni al fine di vincere insieme la sfida della sostenibilità. Siamo il primo Consorzio di tutela italiano che ha definito un patto di questa natura e questo anche per merito di amministrazioni comunali illuminate e coraggiose, consapevoli che la sostenibilità è un valore a garanzia della qualità della vita di chi vive e opera all’interno del nostro territorio».
Infine, a sostenere il Consorzio nella sua intensa attività di promozione della sostenibilità, si è rinnovata la partnership con Fondazione Symbola, la più autorevole e riconosciuta organizzazione nata nel 2005 per unire e dare forza a imprese, comunità e intelligenze che puntano su sostenibilità, innovazione e bellezza.
Nell’ambito della sostenibilità della denominazione rientra fortemente anche l’impegno del Consorzio e dei suoi soci nella tutela del Paesaggio che dopo aver raggiunto il traguardo UNESCO nel 2019 sta continuando a lavorare sul fronte della promozione del proprio Paesaggio storico anche grazie alla preziosa adesione all’Associazione dei Paesaggi rurali storici.
Altro obiettivo chiave della strategia consortile di quest’ultimo triennio è stato l’aumento del valore medio della denominazione attraverso il conseguimento di un posizionamento sempre più “premium”, per le diverse tipologie di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Un obiettivo fondamentale perseguito attraverso la realizzazione di numerose iniziative comunicative che di eventi sia nazionali che all’estero.
«Abbiamo realizzato e partecipato a molti eventi in questi tre anni - sottolinea la presidente Bortolomiol - che pongono il nostro Consorzio tra le prime realtà consortili in Italia in termini di impegno comunicativo. Ma non si è trattata di una comunicazione forte solo in termini di volume ma soprattutto di valore. Il nostro obiettivo, infatti, era quello di legare il nostro brand territoriale ad eventi coerenti in termini di autorevolezza e di valore culturale. In questa direzione, si inseriscono, ad esempio, la partnership con Premio Campiello Giovani, il cui supporto si è evoluto nel progetto Trame di Vite, giunto quest’anno alla terza edizione. Senza dimenticare il prestigioso accordo che abbiamo stretto con la Biennale di Venezia che prevede la presenza del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg come unica bollicina della Mostra Internazionale di Arte cinematografica di Venezia per le prossime tre edizioni. Come pure mi preme evidenziare l’organizzazione di Coultura Conegliano Valdobbiadene - Il primo festival della letteratura del vino, un evento a cadenza biennale, che vuole raccogliere nella denominazione tutte le intelligenze del vino che nel corso della loro attività letteraria, giornalistica, di ricerca hanno contribuito ad arricchire il mondo del vino italiano e internazionale».
Altro fronte fortemente presidiato in quest’ultimo triennio dal Consorzio di tutela è stato quello dello sviluppo dell’enoturismo. “A tal riguardo - sottolinea Elvira Bortolomiol - è stato avviato uno specifico tavolo di lavoro, denominato Wine Tourism Lab, che ha fotografato l’attuale stato dell’arte dell’offerta enoturistica della denominazione, per comprendere su quali punti migliorare. Un’indagine molto utile frutto della collaborazione attiva con tutti gli stakeholders territoriali coinvolti a vario titolo nello sviluppo e promozione del turismo enogastronomico della nostra denominazione, a partire dalla Strada del Prosecco e Vini dei Colli di Conegliano Valdobbiadene, l’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, la Confraternita di Valdobbiadene, GAL Alta Marca Trevigiana Distretto del Cibo Treviso e l’Unpli Treviso”.
Il Consorzio, infine, in quest’ultimo triennio è stato fortemente impegnato ad incrementare e migliorare ulteriormente l’immagine della denominazione sui mercati internazionali.
Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg - conclude la presidente Elvira Bortolomiol - è senza dubbio uno dei simboli del made in Italy nel mondo, per questo abbiamo voluto rafforzare il suo posizionamento a livello internazionale a partire dalle principali fiere di settore, Vinexpo Paris, Prowein e Vinitaly, nelle quali ci siamo presentati con la nuova identità grafica e design dello stand del Consorzio, caratterizzato da materiali naturali e sostenibili, e da un forte richiamo al territorio. Si è anche tornati a rafforzare, dopo gli anni del Covid, il posizionamento su mercati strategici come Regno Unito, USA e Giappone, con eventi che hanno coinvolto direttamente decine di produttori e importanti collaborazioni editoriali sul mercato americano, come Wine Spectator, Wine & Spirits, Provi e Wine Folly”. Senza dimenticare, infine, la vasta attività di incoming che ha consentito di portare nel nostro territorio oltre 150 giornalisti ed operatori dall’Italia e dall’estero che hanno così potuto scoprire la nostra Denominazione in tutte le sue sfaccettature, con visite e degustazioni in cantina, ma anche tour in elicottero, a piedi e bici elettrica, e ancora colazioni in casera e cene nei più panoramici belvedere delle nostre colline”.