Feltre, da San Vittore messaggio contro guerre e conflitti social
Un invito alla pace e a contrastare le logiche di potere malsano che provocano le guerre e conflitti. Quelli che insanguinano il pianeta ma anche quelli quotidiani che toccano le vite di ciascuno, a partire dai sociali network.
È il messaggio che il vescovo Renato Marangoni ha lanciato con la sua omelia al santuario dei martiri Vittore e Corona gremito da fedeli di tutto il Feltrino, per la messa solenne dedicata ai patroni di Feltre.
Il meteo incerto non ha fermato i pellegrini che dalla prima mattina hanno raggiunto il santuario sul monte Miesna, simbolo di mille anni di spiritualità e storia feltrine.
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La celebrazione più attesa era quella di mezza mattina presieduta dal vescovo di Belluno - Feltre, affiancato dal vescovo emerito di Maralal, il missionario lamonese padre Virgilio Pante, e da don Francesco De Luca, alla sua prima festa patronale nelle vesti di rettore del santuario dopo l’insediamento a San Vittore nell’autunno scorso. La comunità civile era rappresentata dal sindaco Viviana Fusaro con i suoi assessori e il gonfalone comunale scortato dalla polizia locale, ma anche dai vertici delle forze dell’ordine e dai rappresentanti del territorio feltrino.
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E il vescovo Marangoni, tratteggiando la figura dei martiri orientali Vittore e Corona, vissuti alla fine del secondo secolo dopo Cristo in un’epoca di guerra e di persecuzione, ha sottolineato: «Il loro martirio giunge a noi come il grido di una umanità ferita e lacerata da ciò che nasce da ogni forma di guerra».
Il vescovo Marangoni ha chiamato in causa le guerre di tutti i tipi, da quelle quotidiane «che facciamo anche tra noi per rivalità, per gelosia, per odio, per intolleranze di ogni tipo, fino a quella guerra impressionante che giorno dopo giorno provoca stragi di bambini, di giovani, di famiglie, di popolazione, e che vediamo purtroppo in tante parti di questa tormentata Terra».
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Commemorando i martiri Vittore e Corona dunque, ha detto Marangoni, «non possiamo non smettere di contrastare ogni logica di potere malsano, anche il potere che pretendiamo di avere noi nei nostri rapporti, che crea diffidenza e divisione, che rivendica confini per prendere le distanze e diffidare dai nostri simili che invece in Cristo risorto siamo chiamati a riconoscere come fratelli e sorelle».
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«Dico ciò che può capitare anche tra noi, nei nostri territori», ha sottolineato il vescovo, «tra nascosti conflitti tra gruppi diversi, tra categorie di persone schierate le une contro le altre, addirittura nel sospetto tra comunità che sono chiamate invece a collaborare. Non si tratta solo di violenze esplicite: spesso questo avviene a partire da noi stessi, nei sentimenti che nutriamo, negli atteggiamenti di diffidenza che assumiamo, nei giudizi che emettiamo e nelle parole che diciamo».
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Non è mancato un richiamo forte ed esplicito anche agli onnipresenti social network: «Quanta negatività di parole inutili e di frasi insensate, di giudizi affrettati, di notizie false che immettiamo nei social o lanciamo con i nostri messaggi, o a cui facciamo da tramite», ha detto il vescovo di Belluno - Feltre. «Dobbiamo bloccare questa insulsaggine: fa male, distrugge la fiducia, crea diffidenza e sospetto. E tutti possiamo fare qualcosa: c’è tutta questa nostra quotidianità di vita, di rapporti, di sguardi sinceri in cui lasciarci cambiare dallo spirito del Risorto».
Un messaggio seguito con attenzione dai feltrini che gremivano la chiesa e che hanno sfidato il meteo incerto per onorare anche la tradizione della merenda alla Rocchetta o nel chiostro.
Tra i fedeli raccolti in chiesa all’inizio della funzione, una persona è stata colpita da malore. Sul posto è intervenuta l’ambulanza del Pronto soccorso: i sanitari hanno portato fuori la persona e l’hanno caricata a bordo dell’ambulanza, ripartita verso l’ospedale non senza qualche difficoltà a causa delle auto in sosta.