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Май
2024

Lo sbarco dell’Ogs a Grado: la sua sede sarà a Porto Buso

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GRADO Sbarca in laguna l’Ogs, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste. A Porto Buso infatti prenderà in consegna l’ex caserma della Guardia di Finanza per trasformarla in una struttura decentrata, al fine di valorizzare le peculiarità dell’ambiente lagunare, fornire un punto di appoggio a ricercatori e studenti, nonché rappresentare una base operativa per attività di formazione e divulgazione.

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Dichiarazione d’intenti

Al momento c’è una dichiarazione d’intenti in tal senso, sottoscritta dal commissario straordinario in Comune, Augusto Viola, e dal presidente dell’Ogs, Nicola Casagli, che potrebbe portare nel prossimo futuro a istituire un Centro internazionale di ricerca legato alla laguna. È, dunque, l’occasione per valorizzare e rilanciare l’edificio, completamente ristrutturato, che per tanti anni ospitò la caserma delle Fiamme gialle intitolata a “Enrico Martinelli”.

Collaborazione interistituzionale

Con la dichiarazione d’intenti Ogs e Comune intendono pertanto dare avvio a una collaborazione interistituzionale con l’obiettivo di promuovere, sviluppare e consolidare iniziative e progetti di valorizzazione dell’edificio in questione, nel rispetto delle reciproche finalità e specificità. Si tratta di un primo passo per poter arrivare all’atto ufficiale. Il prossimo sarà quello di ottenere dalla Regione, che ha erogato i fondi per la ristrutturazione dell’immobile, la variazione della destinazione d’uso.

Linee programmatiche

Le “Linee programmatiche di mandato 2016-2021” del Comune di Grado individuavano nell’ex caserma della Gdf di Porto Buso, il luogo ideale per contribuire alla conservazione di un patrimonio culturale, legato alla storia e all’economia della laguna, e per promuovere la cultura ambientale attraverso percorsi didattici, mostre e convegni.

L’Ogs

L’Ogs è un ente di ricerca a carattere multidisciplinare nel campo delle scienze della terra e del mare, che esplica la propria attività per contribuire a salvaguardare le risorse naturali e ambientali, a valutare e prevenire i rischi geologici, ambientali e climatici, e a diffondere le conoscenze e la cultura scientifica.

L’ex caserma

Il Comune di Grado è proprietario dell’edificio denominato “ex Caserma della Guardia di Finanza” e di una parte di area limitrofa, in località Anfora, dichiarati di interesse culturale con decreto del direttore della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia. Questo poiché Porto Buso-Anfora sono stati «sede di eventi storici rilevanti della Grande Guerra e, al tempo stesso, offrono ancora oggi una testimonianza della vita delle popolazioni che abitavano in laguna, molto diversa dall’attuale».

I fatti storici si riferiscono al Primo Conflitto. Nella notte fra il 23 e il 24 maggio 1915 (erano le 3), dal cacciatorpediniere Zeffiro al comando di Arturo Ciano, partì la prima cannonata della Grande Guerra contro il distaccamento di Porto Buso, allora sotto le insegne austriache. Il siluro si arenò davanti alla caserma senza scoppiare, ma ne seguirono tanti altri. Complessivamente furono 169 le cannonate sparate contro l’edificio della Gdf, che allora segnava il confine fra Italia e Austria (il canale oggi delimita la laguna di Grado da quella di Marano).

Il bilancio dell’operazione fu tremendo: fu centrato il pontile con la distruzione dei mezzi nautici, caserma e torretta furono semidistrutte. Ne seguì il fuggi-fuggi degli uomini, con 48 austriaci fatti prigionieri.

La lapide che ricorda il 1915

La caserma davanti alla quale, sull’argine, c’è una lapide a ricordo dei fatti accaduti nel 1915, dopo anni di abbandono è stata ristrutturata grazie ai finanziamenti regionali mantenendo inalterato l’aspetto originario del fabbricato. Il progetto ha previsto un completo rifacimento della struttura assegnandole una destinazione d’uso di carattere pubblico-didattico convertendola in edificio polifunzionale, con sala reception e didattica, sala convegni-conferenze, spazi per il coffee break e sala ristoro.

Nell’ambito dell’opera di ristrutturazione è stato adottato il protocollo “Casa Clima” con l’obiettivo di utilizzare materiali ed elementi edili scelti dal punto di vista ecologico e salutistico, impianti alimentati esclusivamente da fonti energetiche rinnovabili, ed un sistema di smaltimento delle acque reflue che privilegia l’assorbimento naturale dei reflui depurati da parte del sistema vegetale.

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