Bambini allontanati dalle famiglie, minacce ai carabinieri
L’allontanamento di quattro bambini da due famiglie ha rappresentato il provvedimento finale di una serie di episodi di maltrattamenti in casa. Picchiati non solo i bambini, si viene a sapere, ma anche le loro mamme. In uno dei due casi, durante un controllo, sono stati minacciati pesantemente anche i carabinieri, con un coltello da cucina.
Per i due casi di gravi maltrattamenti in casa era stata aperta una procedura di Codice rosso. I due padri-mariti, infatti, come si è scoperto dai racconti e dai temi dei bambini, picchiavano anche le loro mogli, oltre ai figli.
Al ricovero in una struttura protetta dei 4 ragazzini, due di una famiglia due dell’altra, si aggiungono nuovi particolari che mettono in evidenza situazioni raccapriccianti.
Una delle famiglie coinvolte è di origine albanese, l’altra romena. Famiglie che abitano in un piccolo Comune del Portogruarese da anni e nel corso del tempo si sono integrate, con un lavoro dignitoso e una buona paga. Una condizione in apparenza normale. In entrambe le famiglie, però, è degenerata per colpa dell’alcol e di una concezione patriarcale del focolare domestico. Quando gli uomini bevevano, perdevano del tutto il controllo e scattavano le botte.
La svolta, con l’allontanamento dei 4 bambini, è arrivata negli ultimi due mesi. Ma i problemi all’interno di queste famiglie si trascinano da più tempo, da almeno un paio d’anni. Prima le lamentele dei vicini, poi il coinvolgimento dei carabinieri, infine quello dei servizi sociali e le decisioni dei giudici. Queste le tappe.
I bambini maltrattati si sono aperti, dopo l’iniziale chiusura, ai professionisti che raccoglievano le loro confidenze, anche in forma scritta (i famosi compiti e temi).
La decisione dei giudici ha provocato ripercussioni sui due nuclei familiari. In un caso la moglie picchiata e umiliata, dopo l’affidamento dei figli in una struttura protetta, si è ribellata al marito e lo ha lasciato. Ha trovato la forza di lasciare la sua casa per andare ad abitare altrove. L’obiettivo è quello di salvaguardare la propria incolumità per poter ricongiungersi, appena possibile, con i suoi bambini.
L’altra donna, invece, non riuscirebbe a staccarsi dal marito, sebbene venga picchiata. L’apertura del procedimento di codice rosso potrebbe agevolarne l’allontanamento.
La necessità di sostenere i piccoli in una struttura protetta comporta anche, oltre al comprensibile dolore per le mamme, una ripercussione di carattere amministrativa per la collettività. Il Comune in cui sono avvenuti i tristi episodi, in uno dei consigli comunali più recenti ha dovuto adottare una variazione di bilancio per stanziare almeno 70 mila euro da dedicare al sostegno delle spese di questi 4 ragazzini. Un notevole sforzo economico per un Comune con poche migliaia di abitanti.
La questione della violenza domestica non riguarda solo l’ambito giudiziario o dell’affidamento, ma anche le casse dei Comuni. Sarebbe opportuno e necessario, si fa presente, che lo Stato o un ente sovra comunale venisse incontro alle amministrazioni per contribuire a sostenere queste spese a favore di minori maltrattati che vanno tutelati con le loro madri.