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Май
2024

Blitz di Ultima generazione a Venezia, non c’è il reato di associazione a delinquere

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Per la Procura di Venezia non fanno parte di un’associazione per delinquere gli attivisti ambientalisti di “Ultima generazione” che negli ultimi tempi - anche a Venezia - hanno dato vita a clamorose proteste per richiamare l’attenzione sull’emergenza clima nel mondo: dal gettare “fango” acqua-cacao contro la Basilica di San Marco (a dicembre) a incollarsi con le mani sui muri delle Gallerie dell’Accademia, accanto a opere famose nel mondo come “La Tempesta” del Giorgione (a settembre 2022) o (all’inizio di aprile) vicino al quadro di Francesco Guardi, “Il bacino di San Marco con l’isola di San Giorgio e la Giudecca”.

Non sono un’associazione per delinquere neppure i giovani ambientalisti di Extinction Rebellion che hanno tinto di verde acceso il Canal Grande (con innocua fluorosceina) o si sono calati con le corde al Ponte di Rialto, dopo aver steso lo striscione: «Cop28: mentre il governo parla, noi appesi a un filo». Anche se questi ultimi - appesi, appunto, alle funi - hanno bloccato il traffico acqueo e per loro, sì, resta comunque aperta un’indagine per interruzione di pubblico servizio, il cui esito è tutto da scrivere.

Nei giorni scorsi, il pubblico ministero Roberto Terzo ha deciso di far cadere l’accusa più grave, che si era profilata nei confronti dei manifestanti del clima: quella di associazione per delinquere. La Procura non ritiene che si tratti di gruppi organizzati con scopi illegali, ma di persone - non sempre le stesse - che hanno scelto modalità talvolta estreme di protesta, assimilabili ai blocchi dei cancelli delle fabbriche negli anni caldi del sindacalismo a Porto Marghera. Associazioni di volontari, non di criminali.

L’ipotesi d’accusa è stata iscritta per qualche tempo al registro degli indagati, sulla base di una relazione della Questura, che aveva ricostruito la storia delle ultime clamorose proteste che hanno visto i giovani ambientalisti protagonisti a Venezia: per gli investigatori si sarebbe trattato di associazioni organizzate.

Di diverso avviso il pm Terzo, sul cui tavolo erano confluiti i fascicoli dei diversi blitz ambientalisti. Per il caso di Rialto - protesta inscenata contemporaneamente in varie città italiane - resta per ora l’accusa di interruzione di pubblico servizio. Per gli altri, i Daspo amministrativi potrebbero già aver chiuso la questione. Del resto, per casi come l’innocuo lancio di acqua e cacaco contro la Basilica di San Marco, anche il Patriarcato aveva deciso di non presentare denuncia.