All’Ulss di Belluno mancano un centinaio di infermieri. Allarme del Nursing up: situazione critica
Sono almeno un centinaio gli infermieri che mancano all’appello dell’Ulss 1 Dolomiti, stando ai calcoli del sindacato di categoria Nursing up.Il dato, a dire il vero, potrebbe essere anche sottostimato, considerando che «attualmente in Veneto la proporzione tra infermieri e popolazione è pari a 5,89 professionisti ogni mille abitanti, in Italia è a quota 6,2, mentre nel resto d’Europa la media è di nove infermieri ogni mille abitanti. È già chiaro che siamo in grande deficit», precisa Lorella Vidori, referente provinciale del sindacato.
Il concorso
All’inizio del 2024 l’Ulss ha indetto un concorso, tramite Azienda Zero, per reclutare 95 infermieri, «il numero minimo per garantire il turn over e i livelli base di assistenza», precisa Vidori. L’azienda ha provveduto ad assumere i 95 vincitori, ma soltanto una sessantina ha accettato l’incarico. Una ventina di questi, però, erano già in forza agli ospedali bellunesi con contratti a tempo determinato, per cui alla fine le assunzioni ex novo sono state poco più di quaranta.
«Facendo due calcoli si capisce che sono una sessantina gli infermieri che ancora mancano all’appello. Ma, in realtà sono almeno 120 le figure di cui avremmo bisogno per dare un po’ di respiro ai professionisti che già operano nei nostri ospedali», fa due conti Vidori. «Da oltre sei mesi attendiamo di essere convocati dalla direzione per avere numeri precisi sul comparto, ma dall’azienda tutto tace».
I pensionamenti
Secondo i dati dell’Ulss attualmente gli infermieri in carico all’azienda sono 1.459; erano 1.420 nel 2019, anno prima del Covid. Sono quindi aumentati nel tempo, «ma non sono ancora sufficienti. Con questi numeri», sottolinea Vidori, «garantiamo gli standard minimi assistenziali, cioè i servizi più imminenti. Ma se interviene una malattia, una gravidanza o un’assenza, chi resta è costretto a fare straordinari, saltare i riposi e spostare le ferie. Già da diverso tempo non si riesce a fare le tre settimane consecutive in estate».
La referente provinciale del sindacato di categoria evidenzia che «la scienza imporrebbe di avere un infermiere ogni 6 utenti, ma da noi questa è pura fantascienza».
In Veneto mancano 5 mila infermieri, ma questo dato è destinato ad aumentare se si considera che da qui al 2026 ci saranno tantissimi pensionamenti. E d’altra parte, malgrado le università di Padova e Verona abbiano aumentato del 6% il numero di posti per i corsi di infermieristica, nel tempo le domande di iscrizione sono calate rispettivamente del 20% e dell’11 %.
«Questo significa che la professione non è più attrattiva e che non si riusciranno a coprire tutti i posti che si libereranno non solo per i pensionamenti, ma anche per le dimissioni volontarie. Le persone, infatti, non reggono più ritmi troppo estenuanti e scelgono di andarsene magari in centri privati». «Sono molti anche quelli che decidono di aprirsi una partita Iva e prestare la loro opera come libero professionisti», sottolinea Andrea Fiocco della Fp Cgil.
Come richiamare nuovo personale
Per Vidori «sarebbe necessario cambiare lo stile di lavoro, garantire una formazione continua in orario di lavoro, permettere ai professionisti di svolgere il loro ruolo e non fare da tappabuchi in qualsiasi mansione, prevedere progressioni di carriera in base alle competenze acquisite, alzare gli stipendi». Mentre in Italia il reddito medio di un infermiere è di 24.168 euro, in Europa si aggira sui 30-45 mila euro.
«Visto il gap molto ampio, bisognerebbe almeno garantire alloggi a prezzi adeguati, cosa che nella nostra provincia è impossibile ottenere e anche le foresterie messe a disposizione dall’Ulss sono perlopiù riservate ai medici», precisa ancora la sindacalista che aggiunge: «Finché non capiremo che l’attività infermieristica non è solo centrata sull’ospedale, ma anche sul territorio e fino a quando la categoria non sarà coinvolte nelle scelte, questa criticità è destinata ad aumentare».
Dalla Fp Cgil arriva la proposta di pensionare prima gli infermieri come succede per alcune forze dell’ordine.