La denuncia dei sindacati: «Pazienti in aumento, spazi inadeguati e insicuri: a Monfalcone Pronto soccorso in crisi»
MONFALCONE Il Pronto soccorso di Monfalcone ha chiuso il 2023 con 41.486 accessi, in netta crescita rispetto al 2022, quando erano stati 37.827 e con un balzo ancora più netto se confrontato al 2019, anno pre Covid, che si era chiuso a quota 38.454. Un trend confermato anche nel 2024: i pazienti visitati in Ps nel primo quadrimestre di quest’anno sono stati 14.070, contro i 12.827 dello stesso periodo dello scorso anno, per un aumento del 9,7%.
Strutture inadeguate
Sono questi i numeri alla base delle gravi criticità che «minano la sicurezza degli operatori e di tutti cittadini che fruiscono del Pronto soccorso», è emerso nell’assemblea di tutto il personale del servizio di emergenza di cui danno conto in una nota il segretario generale Uil Fpl Fvg Stefano Bressan e il segretario generale Nursind Fvg Luca Petruz. Il tema è quello dell’inadeguatezza delle strutture «per spazi e servizi», proprio in relazione al numero degli accessi, definiti «in netta crescita». «È quindi fondamentale il via libera ai lavori di ampliamento di una struttura di così vitale importanza per il presidio sanitario e per tutta la cittadinanza», affermano Bressan e Petruz.
L’analisi
Il progetto relativo al Ps, che ha un valore di 5,2 milioni, è al momento in discussione con la Regione per l’individuazione della migliore soluzione possibile, spiega Asugi, che non entra invece nel merito dell’esito dell’assemblea sindacale. Secondo Uil Fpl, che ha fornito i dati di attività del Ps, e Nursind, la direzione di Asugi è però «in attesa da più di sei mesi del via libera per i lavori di ampliamento, ristrutturazione e ammodernamento del Ps di Monfalcone da parte della Direzione Salute della Regione». Dall’analisi effettuata, spiegano le due organizzazioni sindacali, risulta che «la medicina d’urgenza sia allocata negli ambienti di Pronto soccorso Obi (osservazione breve intensiva) in maniera promiscua, cioè non gode di stanze dedicate, con diversi letti in più rispetto ai 2 ufficiali con un pesante aggravio di carichi assistenziali per il personale».
Le carenze
Le apparecchiature elettromedicali dedicate al paziente (pompe ventilatori, monitor e altro) vengono «alimentate da ciabatte, vista la carenza di prese elettriche dedicate, lo stesso avviene per pc e altri apparecchi informatici e stampanti varie andando a creare dei rischi importanti sia per gli operatori sia per l’utenza». La vecchia sala attesa è stata trasformata in Osservazione breve intensiva, ma «non rispettando i criteri minimi di decenza e privacy, i posti letto (barelle dove i pazienti stazionano per ore e ore talvolta giorni) risultano senza luce naturale e senza superfici vetrate e ventilazione naturale e senza bagno dedicato, i pazienti sono separati da tendine, gli stessi vengono inoltre monitorati attraverso telecamere a monitor in triage e corridoio».
Talvolta la “ex sala d’attesa”, denunciano Uil Fpl e Nursind, attrezzata per 5 barelle ospita sino a 12 utenti tra barelle e sedie. «Facciamo anche presente che questa stanza è posizionata in una via di fuga a ridosso di quadri elettrici con tutti i rischi connessi che questo comporta», aggiungono le due sigle, secondo cui inoltre è capitato che le barelle e le sedie presenti all’interno del Ps fossero insufficienti per il numero di pazienti presenti.
Carichi di lavoro e sicurezza
In una situazione del genere, con infermieri e Oss costretti a carichi di lavoro elevatissimi visti appunto anche i problemi strutturali e logistici, Uil Fpl e Nursind rilevano anche «un’importante carenza di organico che mette ulteriormente a rischio la tenuta del Ps, considerando l’incremento dei carichi assistenziali dovuto anche al continuo incremento degli accessi».
Resta peraltro aperto il tema della sicurezza degli operatori in servizio, «vittime sempre più di frequente di aggressioni verbali e anche fisiche», per le due organizzazioni sindacali che hanno già chiesto di implementare la sicurezza con l’attivazione di un posto di polizia permanente. «In quadro di questo genere chiediamo un intervento immediato da parte della politica regionale per sanare queste pesantissime criticità».
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