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Май
2024

Trovato morto 36enne sul marciapiede, l’amico si autoaccusa: «Gli ho dato una botta in testa»

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PAVIA. L’allarme è scattato alle cinque di lunedì mattina: un passante ha visto il corpo di un uomo steso sul marciapiede in viale Cremona a pochi metri dall’Harry’s bar, all’angolo con via Torello da Strada. Si è avvicinato, ha notato che non respirava e ha chiesto l’intervento del 118. Il mistero della morte di Julio Antonio Rosario Santos, un dominicano che aveva 36 anni e abitava in viale Cremona, è iniziato così. Il convivente Fausto Baiguera, un pensionato di 69 anni, nel pomeriggio è stato arrestato dai carabinieri di Pavia con l’accusa di omicidio volontario.

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Una botta in testa

«Gli ho dato una botta in testa», avrebbe detto il 69enne a caldo ai soccorritori e ai carabinieri. Una versione che dovrà trovare conferme e che contrasta con le dichiarazioni che l’indagato ha reso in mattinata alla presenza della sua avvocata, Barbara Bertoni. In un momento successivo, infatti, avrebbe fornito dichiarazioni diverse, spiegando che il suo convivente aveva avuto un malore in casa in piena notte e che per questo lo aveva portato fuori, quando era ancora vivo.

Gli investigatori sono ancora al lavoro per chiarire la posizione dell’indagato ma sembra che sia stato proprio il 69enne a trascinare il corpo fuori dalla villetta e ad abbandonarlo davanti a casa. Sulla causa della morte il mistero è molto fitto. Sul corpo del dominicano infatti non sono stati notati segni evidenti di violenza e nemmeno una minima contusione da far ipotizzare un’aggressione. Solo dei segni sulla schiena probabilmente causati dal trascinamento sulle scale esterne della villetta di viale Cremona, un’abitazione su due piani con un cortile interno.

Attesa l’autopsia

Il medico legale ha esaminato il corpo di Julio Antonio Rosario Santos ma non è stato in grado di stabilire la causa del decesso né l’ora della morte. I soccorritori del 118 hanno trovato il dominicano in rigor mortis, per cui erano trascorse almeno due o tre ore. Si può quindi ipotizzare che il 36enne sia morto verso le due della notte tra domenica e lunedì. Dettagli più precisi potranno arrivare dall’esito dell’autopsia che sarà eseguita questa mattina all’Istituto di medicina legale dell’Università di Pavia. Nessun indizio anche dalla perquisizione eseguita all’interno della villetta: i carabinieri del reparto scientifico non avrebbero trovato tracce di sangue o di altre sostanze che possano far pensare a un’aggressione o a un litigio violento. In casa, peraltro, era tutto in ordine. E non sono stati trovati oggetti contundenti.

Quale accusa

Le dichiarazioni fornite da Fausto Baiguera non hanno comunque convinto gli investigatori e il pubblico ministero Paolo Mazza, che ha svolto un sopralluogo nella villetta. L’indagato avrebbe pronunciato frasi senza senso, dicendo di trovarsi nel 1977 e nel mese di gennaio quando gli è stato chiesto in che anno si trovasse. Anche per questo è stato portato in ospedale, al San Matteo, dove è rimasto per tutto il pomeriggio. I rilievi dei carabinieri, che hanno isolato la zona di viale Cremona, sono andati avanti per tutto il giorno. Sono stati sequestrati i vestiti che l’indagato indossava al momento della morte dell’amico e interrogati i parenti della vittima e alcuni vicini di casa. I familiari hanno spiegato che il 36enne, con gravi problemi di abuso di alcol, abitava con l’uomo da una decina di anni. Gli aveva dato in passato una mano nell’impresa di pulizie che il 69enne gestiva e quando aveva deciso di cedere l’attività a un altro socio il 36enne era rimasto con lui, a dargli una mano in casa.