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Май
2024

“Bruciavo dentro da morire”. Prende l’ibuprofene per i dolori mestruali va in coma per 17 giorni e perde la vista: ecco cos’è successo

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Una donna ha dichiarato di essere stata mandata in coma per 17 giorni dopo aver subito una rara reazione all’ibuprofene che le ha provocato una “bruciatura interna”. Jacqueline Gmack, una 31enne brasiliana di Papanduva, ha assunto delle compresse nel 2011 per alleviare i crampi mestruali. Nel giro di 48 ore la donna ha accusato un lieve prurito all’occhio e vesciche di sangue in bocca.

Dopo essersi precipitata in ospedale, i sintomi si sono aggravati ancor di più e ha sviluppato vesciche su tutta la faccia che le hanno impedito di vedere correttamente. I medici le hanno diagnosticato la sindrome di Stevens-Johnson (anche conosciuta come SJS) e l’hanno costretta al coma indotto. Questa rara malattia della pelle provoca una reazione eccessiva del sistema immunitario e, un fattore scatenante come un farmaco, può attaccare la pelle sana, le mucose, gli occhi e i genitali.

Ancora oggi, dopo dozzine di interventi, la vista della signora Gmack è tornata al 40% di quella che era prima. Non è ancora chiaro, e sono necessari ulteriori esami, per capire se la reazione le ha causato danni permanenti. “Non sapevo cosa mi fosse successo. Ho notato che tutto il mio corpo era fasciato, la mia vista era completamente offuscata e avevo un tubo in gola, ma non sentivo alcun dolore. Solo allora ho capito che ero molto debole e che mi era successo qualcosa di molto grave”, ha dichiarato Jacqueline in ospedale.

La SJS inizia spesso con sintomi simili a quelli dell’influenza, seguiti da un’eruzione cutanea rossa o viola che si diffonde e forma vesciche. In assenza di cure, questa sindrome può risultare addirittura fatale. Il trattamento ospedaliero adeguato prevede l’assunzione di liquidi per prevenire la disidratazione, creme e medicazioni per idratare la pelle, forti antidolorifici per alleviare il disagio e farmaci per controllare l’infiammazione e prevenire le infezioni. Alcuni pazienti, come la signora Gmack, vengono posti in coma indotto per ridurre al minimo i danni.

“I medici mi hanno detto che era un miracolo che fossi sopravvissuta. La mia famiglia non mi ha permesso di vedermi allo specchio per alcuni giorni. Quando finalmente mi sono specchiata la prima volta dopo l’intervento, ho visto una persona che non riconoscevo“, ha detto la 31enne al Daily Maily.

Con l’intento di salvare la vista, ha iniziato un trattamento con l’oculista: “Mi ha detto dovevo essere operata il prima possibile, altrimenti avrei perso l’occhio. Ho lasciato lo studio piangendo”, ha raccontato una disperata Jacqueline. Da allora sono iniziati gli interventi chirurgici: un trapianto di cornea, un trapianto di cellule staminali e un trapianto di membrana amniotica, che viene posta sulla palpebra.

Da allora, la signora Gmack si sottopone a controlli, ogni due settimane, per monitorare la salute dei suoi occhi e sostiene di avere circa il 40% della sua vista. “L’ostacolo più difficile da superare è sapere che non potrò mai avere la vista che avevo una volta. Ma non mi arrendo, mi sento una guerriera”, ha affermato la donna.

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