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Май
2024

Usl 3, emergenza personale in pronto soccorso. Arrivano 27 medici con partita Iva 

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Per far fronte al quella che in una delle ultime delibere dell’Usl 3 viene definita come «una grave carenza di personale medico nei pronto soccorso», la Regione ha disposto il conferimento di 27 incarichi in libera professione. Tradotto, 27 medici con partita Iva potranno prendere servizio nei reparti di emergenza-urgenza del Veneziano. Per ora, però, l’azienda sanitaria della Serenissima ne ha individuati quattordici da inserire in servizio. Nel dettaglio, si tratta di due al Civile di Venezia e altrettanti a Dolo e Mestre quattro a Chioggia, tre a Mirano e uno alla centrale operativa del Suem 118. A questi se ne aggiungono altri tre, a cui è stato riconfermato l’incarico al Suem.

Il motivo? Garantire il servizio e la sua qualità in un momento di estrema difficoltà per le aziende nel reclutare personale tramite concorsi. «È la testimonianza dell’azienda che prende atto della crisi del sistema, in un reparto come il pronto soccorso che è ulteriormente in crisi, perché chi ci lavora si trova spesso in situazioni difficili, vedi le aggressioni» commenta Massimo Grella (Cisl Fp) che, scetticamente, si chiede «se verrà effettivamente garantita la qualità dei servizi», sottolineando come la Regione acconsente all’inserimento di medici specializzandi o non specializzati.

Azienda Zero, infatti, ha stilato tre elenchi per ciascuna azienda sanitaria del Veneto: uno legato ai medici specialisti, uno per quelli iscritti ai corsi di specializzazione e un terzo dedicato alle attività negli ambulatori codici minori, con i medici non specialisti o in quiescenza. «Ricorrere agli specializzandi o di medici non specializzati è la testimonianza di un sistema che prima era il fiore all’occhiello e che oggi sta fallendo» continua Grella.

Francesco Menegazzi (Uil Fpl), invece, resta perplesso dalla cifra presente sul tavolo: 950 mila euro, di cui 650 mila per il 2024 e 300 mila per il 2025. «Serve assolutamente un’inversione per fare in modo che queste persone diventino personale dipendente e che entrino in un’organizzazione uniforme» spiega, aggiungendo che «a fronte di un costo così importante verrà comunque meno la continuità assistenziale». I sindacati non fanno mistero della loro preoccupazione per quella che la Uil definisce «una situazione drammatica» e a spaventare maggiormente non è tanto l’ingresso dei 14 medici in libera professione, né la possibilità che in totale diventino 27, quanto lo scenario futuro, la continua esternalizzazione dell’emergenza. «Il problema è dove si vuole arrivare, piccoli passi verso la privatizzazione» aggiunge Marco Busato (Cgil Fp) che non è nemmeno tanto incredulo dal fatto che sia un’impresa quasi impossibile trovare medici da inserire in pronto soccorso tramite concorsi, «dal momento in cui non sono sufficientemente valorizzati, è ovvio che preferiscano fare attività in libera professione».

Se l’incredulità della Cgil è poca, non si può dire altrettanto della preoccupazione. «Bisogna incentivare i medici a entrare in tutti i servizi, mi stupisce che la Regione stia progressivamente portando la sanità a un livello non qualificabile. Queste professionalità non potevano essere inserite in modo strutturato?» conclude.