“Voto di scambio politico mafioso a Cercola”, così la figlia del boss si presentò in comune per ritirare i certificati elettorali
Il clan di camorra dei De Micco-De Martino aveva messo le mani sulle amministrative di Cercola (Napoli) dell’anno scorso comprando voti a 30 euro al primo turno e 20 euro al ballottaggio nel quartiere popolare Caravita, e tra i 15 indagati di un’inchiesta per voto di scambio politico mafioso c’è anche il candidato sindaco Pd Antonio Silvano, uscito sconfitto dalle urne. È quanto emerge dalle 240 pagine di un’ordinanza eseguita stamane dai carabinieri di Cercola e Torre del Greco, al termine di indagini coordinate dalla Dda di Napoli – pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano, procuratore Nicola Gratteri – per le quali fondamentale è stato il trojan installato sui cellulari di alcuni indagati.
In carcere sei persone, una settima ai domiciliari, su decisione del Gip che ha accolto gran parte dell’impianto accusatorio dell’ufficio di procura. È finita in galera Giusy De Micco, candidata non eletta a Cercola per Europa Verde (lista a sostegno di Silvano), sorella di Sabino De Micco, consigliere di municipalità di Napoli per Fratelli d’Italia, anche lui in carcere. Secondo le accuse riscontrate dalle intercettazioni dove si fa riferimento alle preferenze comprate, i due fratelli e il padre avrebbero stanziato la somma di 1800 euro per l’acquisto di un pacchetto di 60 voti. E c’è anche un’intercettazione dove si fa riferimento a un’ipotesi di futuro sostegno alla Lega alle prossime europee, a ulteriore dimostrazione della ‘trasversalità’ della camorra quando si occupa di politica.
L’indagine ha preso il via da una segnalazione della polizia municipale di Cercola, che ha ricevuto il plauso di Gratteri: si accorgono che Antonietta Ponticelli, esponente di Europa Verde e figlia di un boss ergastolano, si è presentata all’ufficio elettorale con 30 deleghe per il ritiro di altrettanti certificati elettorali con denuncia di smarrimento. Si scoprirà poi che alcune deleghe erano false. Il quartiere Caravita è stato già al centro di una precedente indagine per voto di scambio politico-mafioso che riguardò la tornata elettorale delle regionali 2020. In quell’occasione, il clan picchiò un uomo nei pressi delle urne perché stava facendo propaganda per un candidato non gradito. “La compravendita dei voti in questo quartiere è prassi” si legge in un passaggio dell’ordinanza. In cella Salvatore Capasso, Giuseppina De Micco, Giusy De Micco, Pasquale De Micco, Sabino De Micco, Antonietta Ponticelli, Ai domiciliari il 75enne Giovanni De Micco, papà di Sabino e Giusy.
Per il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri l'”indagine” è “importante per una tipologia di reato che può indignare opinione pubblica e noi addetti ai lavori“. Le indagini sono partite dalla segnalazione arrivata dalla Polizia locale ai carabinieri della Tenenza di Cercola: “Onore al loro grande senso delle istituzioni. Ci vuole coraggio, soprattutto nei piccoli centri”. Si è arrivati a questi arresti “grazie alla velocità della denuncia e alla prontezza del pubblico ministero, perché i fatti si sarebbero consumati in pochi giorni e ognuno ha fatto la sua parte”.
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